Sindaci, saga di famiglia a San Vitaliano: «Dopo papà tocca a me»

La storia della donna, figlia di chi indossò la sfascia tricolore per anni

Rosalia Masi
Rosalia Masi
di Carmen Fusco
Giovedì 18 Maggio 2023, 08:21 - Ultimo agg. 19 Maggio, 07:21
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Sessantasei anni, funzionaria regionale, Rosalia Masi è la figlia di Filippo Masi, sindaco di San Vitaliano per 56 anni, dal 1944 al 2000. Ventitrè anni dopo tocca a lei.

Che sapore ha per la sua famiglia questa vittoria?
«Nel 2000 papà fu sconfitto da Salvatore Raimo e sapeva già che sarebbe andata così. Volle perdere e non ci ascoltò quando gli dicemmo di ritirarsi: preferì candidarsi e cadere sul campo piuttosto che girare le spalle ai cittadini. Ecco perché per me è stato bello riprovarci, non solo nel segno della continuità, ma anche per migliorare le sorti del mio paese, del territorio tanto amato da mio padre. Ho trovato una casa comunale fatiscente e un paese trascurato sotto tutti i punti di vista perché non c'è stata programmazione. Il primo agosto andrò in pensione e mi dedicherò anima e corpo a San Vitaliano, lo devo ai tanti giovani che hanno voluto che io li accompagnassi in questo percorso: è stato il nome Masi a risvegliare le coscienze e tante ancora se ne dovranno risvegliare: occorre avvicinare ancor di più i giovani alla cosa pubblica e riportare i cittadini alle urne. Non andare a votare è un sacrilegio contro la libertà guadagnata con il sangue ed il sacrificio».

È questo che l'ha spinta a mettersi in gioco?
«Non ho figli da sistemare, né interessi da perseguire.

Mi ha spinto l'amore verso il posto in cui vivo e soprattutto quanto mi hanno spesso ripetuto gli amici di papà: "Filippo è morto ed ha portato con sé il suo paese"».

Orgogliosa di essere una Masi... È il motivo per il quale appena eletta ha voluto indossare la fascia che gli appartenne?
«È stato un caso. È mio fratello ad avere le due fasce di papà: mentre era ancora in corso lo spoglio delle schede me ne portò una. Non l'aveva nemmeno stirata ma mi chiese di indossarla appena avuto il responso delle urne. Una commozione incredibile, mi sciolsi in lacrime dopo un periodo in cui sono stata lucida e fredda».

Il record appartenuto a suo padre, sindaco più longevo d'Italia, non potrà essere superato; la legge non lo consentirebbe. Com'è stato essere la figlia di Masi? Quante e quali rinunce?
«Per la verità è stato tutto molto bello perché abbiamo sempre condiviso l'amore di papà verso il paese. Ci diceva sempre: "Voi avete me, mentre loro, i miei concittadini, hanno solo me". La cifra della sua vita. Papà è morto il 25 marzo del 2006 con un enfisema polmonare: sapeva che sarebbe accaduto proprio quel giorno e chiese all'ambulanza che lo stava riportando a casa dopo essere stato in ospedale di fare un giro per le strade di San Vitaliano: morì quando passò per il viale dei cipressi che aveva fatto piantare lui. Fu in quel momento che disse "me ne sto andando", e spirò. Allestirono la camera ardente nel municipio e i cittadini lo vegliarono tutta la notte. Lo ricordo come se fosse ieri, era un periodo di pioggia, ma durante le esequie uscì il sole, proprio come l'altro giorno, quando il mio risultato si è delineato».

Già, il sole. Con l'aratro è stato il simbolo scelto dal suo papà per la lista. Nella sua, invece, l'aratro non c'è, ma è rimasto il sole. A quali valori si ispirerà?
«Il sole testimonia la rinascita, il futuro, ma poi abbiamo voluto includere il simbolo della famiglia, dei giovani e abbiamo scelto colori caldi, che esprimono energia positiva per la crescita di San Vitaliano».

A San Vitaliano esiste il problema dei picchi di polveri sottili che attribuiscono al suo Comune un altro record, questa volta negativo. Cosa ha in mente di fare?
«Ho le idee chiare. Costituirò un tavolo tecnico per l'inquinamento dell'aria con i comuni del territorio e le autorità regionali competenti».

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