Bambina ferita a Sant'Anastasia, il film della sfida ai rivali: il mitra è del 17enne

Videochoc del raid in piazza Cattaneo, così è stata coinvolta un’intera famiglia

Un frame del video
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Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Venerdì 26 Maggio 2023, 23:31 - Ultimo agg. 27 Maggio, 18:45
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Li vedi in sella a due scooter, che vanno avanti e indietro, come in un flipper impazzito. Non hanno una destinazione, ma coltivano un obiettivo fin troppo chiaro: provocare. E lo fanno, tenendo una mano sul volante del proprio scooter, un’altra alla cintola. Entrambi hanno un’arma all’altezza dei pantaloni: quello più giovane, che ha solo 17 anni, stringe tra le mani una mitraglietta; l’altro, il complice 19enne, ha una pistola con la canna corta.

È un film drammatico e banale al tempo stesso, quello che viene depositato agli atti dell’inchiesta sul ferimento della piccola Assunta, che vede due indagati in cella. Ci sono i frame ricavati da una telecamera, ma anche le testimonianze rese da alcuni ragazzi di Sant’Anastasia, quelli - per intenderci - che hanno subìto la sfida inziale da parte di due centauri provenienti da Somma Vesuviana. 

E c’è già una primissima svolta investigativa. Ieri mattina il gip del Tribunale dei Minori Draetta ha convalidato il fermo del 17enne Giuseppe, indagato assieme al 19enne Emanuele Civita, per l’agguato di martedì scorso.

Difeso dal penalista Antonio Sorbilli, il 17enne si è avvalso della facoltà di non rispondere; oggi tocca a Civita, che sarà assistito dagli avvocati Antonio Abete e Fabio Marfella. Ma a distanza di quattro giorni dal far west di Sant’Anastasia, è possibile avere con chiarezza un’idea di cosa è avvenuto. Decisiva la ricostruzione dei carabinieri del comandante provinciale Enrico Scandone e della compagnia di Castello di Cisterna. In sintesi, i due pistoleri hanno agito con premeditazione e con metodo camorristico. Sono queste le aggravanti contestate dai pm Ettore La Ragione e Antonella Serio (rispettivamente ai Minori e alla Dda) a carico dei due presunti pistoleri. 

 

Sono da poco passate le 23 di martedì scorso, quando in via Cattaneo si materializzano due malviventi. Hanno il casco, sono in sella a due scooter (che proveranno poi a far sparire) e cercano rogne. Lo fanno senza un motivo. Sono di Somma Vesuviana, sanno di aver invaso in un altro Comune, provocano e lanciano guanti di sfida. In che modo? «Mi guardava con insistenza - dice uno dei testimoni -, mi guardava con atteggiamento arrogante. Gli ho chiesto cosa avesse da guardare e me li sono trovati contro». Le immagini fanno il resto, sono fin troppo esplicite. Si vede il maggiorenne scendere dallo scooter e puntare l’arma al volto di un uomo più grande di lui, costretto a indietreggiare, fino a quando non abbozza una reazione, spostando la canna della pistola dal viso. Al centro della scena, si nota anche il più giovane che, nella ricostruzione dei pm, ha un’arma lunga. Un mitra a tutti gli effetti. 

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Non è finita. Anzi. È solo la parte iniziale di una sorta di inferno che si sarebbe abbattuto di lì a poco sulla vita di un intero nucleo familiare. Fatto sta che dopo aver incassato la reazione del primo “rivale”, i due sembrano allontanarsi, per poi far ritorno a due passi da bar e zona pedonale. È a questo punto che vengono esplosi dieci colpi, in una sventagliata che ha colpito la piccola Assunta, ma anche la madre (ferita all’addome) e il papà colpito di striscio.

Il resto è cronaca. La corsa in ospedale, grazie alla prontezza di un giovane uomo, si chiama Filippo De Pasquale, disoccupato e padre di quattro figli, che riesce a volare al Santobono, portando la piccola nella sua auto. Per lui, il parlamentare Francesco Borrelli (Verdi) ha chiesto una onorificenza, mentre il consigliere regionale Severino Nappi punta l’indice contro la solidarietà social riservata ai due indagati. Ora un’intera collettività prega per rivedere a casa la piccola Assunta. 

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