«Scuola, psicologi in aula contro la fuga dai banchi»

Torre Annunziata, parla il direttore Welfare Anclerio

Nicola Anaclerio
Nicola Anaclerio
di Mariagiovanna Capone
Sabato 3 Febbraio 2024, 10:33
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La dispersione scolastica è un fenomeno piuttosto complesso, che gli esperti associano a una pluralità di problematiche fortemente condizionate da contesti sociali, economici e culturali. Nonostante le risorse messe in campo negli anni, si è riusciti a far ben poco per contenere i numeri di studenti che abbandonano la scuola, in particolare tra Napoli e provincia. Eppure a Torre Annunziata ci stanno riuscendo, come spiega Nicola Anaclerio, direttore dell'Ambito Sociale N30 e dirigente Area servizi sociali e welfare del comune vesuviano.

Direttore Anaclerio, di quanto è stata la riduzione della dispersione scolastica nel suo Comune?
«Abbiamo ottenuto un calo di circa l'80% dall'anno scolastico 2020-21 (quello della pandemia) quando avemmo 285 inadempienti e il 2021-22, con solo 136.

Le proiezioni degli anni successivi le illustreremo nelle prossime settimane, ma stanno continuando a scendere. In particolare, registriamo un calo già durante l'anno, recuperando gran parte degli studenti segnalati che riescono così a completare l'anno scolastico».

A cosa è dovuto questa riduzione?
«L'Ambito territoriale N30 per cui lavoro, che comprende i comuni di Torre Annunziata, Boscoreale, Boscotrecase e Trecase, ha avuto un incremento anomalo dell'incidenza delle segnalazioni per inadempienza scolastica nell'anno 2020-21 a causa della pandemia, e quindi era necessario mettere in campo nuove strategie perché con le ammonizioni previste dalla legge non si sono ottenuti risultati. Abbiamo quindi realizzato una rete composta da una equipe multidisciplinare per il contrasto all'evasione, con psicologi e assistenti sociali, in continua comunicazione con il referente per il contrasto e la prevenzione istituito in ogni scuola. Alla forza del personale, abbiamo associato tempi più ristretti rispetto a quelli standard, cioè abbiamo monitorato le assenze con cadenza mensile, attivando subito le strategie per il loro recupero. In genere ai Comuni arrivano le inadempienze a fine anno, cioè quando è troppo tardi mettere in campo azioni di aiuto, lavorare mensilmente con le scuole ci ha permesso di avere una fotografia in tempo reale».

Operativamente cosa fa questo gruppo di lavoro?
«Lasciano le scrivanie e vanno a casa degli studenti assenti. L'aspetto più critico è che il fenomeno dell'evasione viene troppo spesso trattato dal punto di vista burocratico: la scuola fa la segnalazione, il comune la riceve e a sua volta segnala alla Procura. È una modalità che fa sentire a posto con la coscienza ma non porta a niente. La forza del gruppo di lavoro è stata prima di tutto la velocità della segnalazione, questo ci ha dato il senso del fenomeno ma poi ci si reca a casa dell'evasore scolastico perché dietro a un'assenza si nasconde il vero problema che è connesso alla famiglia».

Famiglie che delinquono o rom?
«Sfatiamo questo convinzione: le famiglie connesse alla criminalità organizzata non vogliono controlli, i loro figli vanno a scuola regolarmente. Riguardo i rom, invece, non sono loro o non sono solo loro gli assenti. Dietro a un bambino che non va a scuola c'è quasi sempre un disagio legato alla mamma, con una malattia o depressione. Il padre magari si sveglia all'alba per andare a lavorare ed è all'oscuro di questo iter, oppure non c'è perché il nucleo è monogenitoriale. In altri casi, non mandano a scuola il figlio perché lo stile di vita li fa dormire la mattina, e in altri ancora, c'è una sorta di disinteresse ereditato dalla propria famiglia e così via a ritroso. Sono famiglie multi problematiche che spesso vengono scoperte proprio perché la spia è la mancata frequenza a scuola. L'equipe va casa, dialogano e individuano il malessere dietro a quella assenza, aiutano».

Assistenti sociali, psicologi e scuola che lavorano insieme: è un modello replicabile anche in comuni più grandi come Napoli?
«Certo. Per poterlo attuare, però, abbiamo investito in un numero adeguato di assistenti sociali: 10 solo a Torre, e 17 in tutto l'Ambito. Ben 14 li abbiamo stabilizzati con risorse extra, usando il fondo povertà del ministero e anche il fondo di solidarietà comunale. Investire in personale è il primo passo per sconfiggere la dispersione scolastica».

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