Stupri a Caivano, una mamma: «Mia figlia è devastata, ora punizioni esemplari»

«Dio ha ascoltato le mie preghiere, li hanno arrestati: stanotte dormirò»

Blitz al Parco Verde
Blitz al Parco Verde
Maria Chiara Aulisiodi Maria Chiara Aulisio
Martedì 26 Settembre 2023, 23:52 - Ultimo agg. 27 Settembre, 18:20
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«Quando ho saputo che quei delinquenti erano stati arrestati ho vissuto finalmente un momento di gioia, forse il primo da tempo: sono settimane che vivo nel dolore e nell’angoscia. Le violenze subite da mia figlia e da mia nipote purtroppo resteranno un segno indelebile nelle loro vite ma adesso quella gente non rappresenterà più un pericolo per tante altre ragazzine come loro. Almeno si spera». A darle la notizia dell’arresto della banda di teppisti - sette minorenni e due maggiorenni - che lo scorso luglio abusò più volte delle due tredicenni di Caivano, sono stati gli avvocati napoletani Angelo Pisani e Antonella Esposito che seguono la vicenda dal giorno in cui la famiglia di una delle due ragazzine ha scelto di affidarsi a loro per la tutela legale. 

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Signora, li hanno presi.
«Finalmente, ringrazio Dio, le mie preghiere sono state ascoltate. È la fine di un incubo.

Da oggi mi sento più tranquilla, quante notti sono rimasta sveglia pensando a quei delinquenti ancora in libertà. Spero che vengano puniti come si deve: nessuna pietà per chi ha distrutto per sempre la vita di due bambine».

Vivono ancora in comunità?
«Certo, restano affidate ai servizi sociali. E nella stessa comunità hanno portato anche l’altra figlia mia, almeno le due sorelle stanno insieme, si fanno compagnia. Il fratellino invece è stato trasferito in un’altra casa di accoglienza, non lo so perché non li hanno messi tutti insieme, sono tre fratelli, secondo me non li dovevano separare ma non fa niente: l’importante è che stanno bene». 

Ha anche un quarto figlio.
«Sì, un bravissimo ragazzo. È maggiorenne, sta ancora al parco Verde ma se ne vuole andare pure lui, purtroppo non sa dove. Da quando è successa questa tragedia non campa più, ha subito minacce, gli hanno rubato pure il motorino per ritorsione. Dicono che per colpa nostra il parco è assediato dalle forze dell’ordine e non possono più vendere la droga».

Lei invece dove vive? Sempre al parco Verde?
«No, non più. Da qualche giorno mi sono trasferita a casa dei miei genitori. Sempre in zona ma lontano dal parco Verde, lì non ci potevo rimanere. E devo ringraziare i miei avvocati se, finalmente, mi sto riprendendo la vita». 

Si spieghi meglio.
«Anche io sono una vittima dell’orrore di Caivano, ne ho passate di tutti i colori. Ho avuto un’infanzia molto difficile e assai dolorosa che mi ha portato a fare scelte sbagliate e a percorrere strade sbagliate. Ma ora sta cambiando tutto, basta così».

Che cosa intende per scelte e strade sbagliate?
«Ammetto di essere finita nel vortice della dipendenza. Nei momenti di totale disperazione, quando non sapevo più che cosa fare e a chi chiedere aiuto, mi rifugiavo nell’alcol, l’unico amico che mi era rimasto. Solo così trovavo un po’ di conforto, poi ho capito che quella era la scelta peggiore che potessi fare».

Ora come sta?
«Molto meglio. L’avvocato Angelo Pisani mi ha iscritta al Sert, ammetto che da sola non ce l’avrei mai fatta, tante volte ho pensato di andarci ma poi finivo sempre al bar. Sto seguendo il percorso di recupero con molta serietà, non bevo da giorni, penso proprio di essere sulla strada giusta».

La notizia degli arresti poi ha fatto il resto.
«Non ci potevo credere. L’ho saputo ieri all’alba, non vi nascondo che avevo quasi smesso di sperarci e invece la giustizia ha fatto il suo corso. Devono essere puniti, puniti seriamente, hanno fatto una cosa troppo grave». 

Qual è la sua speranza per il futuro?
«In realtà le mie speranze sono due. La prima è per i ragazzi del parco Verde: la situazione lì è veramente molto grave, c’è bisogno di assistenza e di controlli, quello che è successo a mia figlia, e a sua cugina, purtroppo accade molto più spesso di quanto si immagini».

La seconda speranza?
«È per me e per la mia famiglia. Vorrei che tornassimo a vivere tutti insieme, nella stessa casa ma lontano da Caivano, via dall’orrore che ci ha lentamente distrutto».

Dove vorrebbe andare?
«Non lo so, per me va bene tutto purché sia lontano da qui. La mamma della piccola Fortuna Loffredo, la bambina uccisa a sei anni perché aveva osato ribellarsi all’ennesima violenza sessuale, ce l’ha fatta. Grazie all’aiuto delle istituzioni Mimma Guardato si è trasferita da tempo in un’altra regione dove sta cercando di costruire una vita diversa per sé e per i due figli maschi».

Sarebbe disposta a lasciare la Campania?
«Immediatamente. Anche noi abbiamo il diritto di tornare a vivere di nuovo, penso che lo Stato dovrebbe occuparsene se veramente vuole restituire il futuro, e una speranza, a noi e soprattutto ai nostri figli».

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