Entra nel vivo la fase giudiziaria della vicenda dello stupro di gruppo nel Parco Verde di Caivano, che vede indagati sette minorenni e due maggiorenni, ritenuti responsabili di violenze e abusi su due ragazzine di 10 e 12 anni. Per questa mattina è fissato l'incidente probatorio, finalizzato a cristallizzare le dichiarazioni delle due piccole vittime degli stupri. È questa una fase fondamentale per il processo, perché quanto dichiareranno le due ragazzine avrà il valore di prova: a Caivano c'è un drammatico precedente, quello delle dichiarazioni rese nell'incidente probatorio dall'amichetta del cuore di Fortuna Loffredo, divenute prova fondamentale per la condanna all'ergastolo di Raimondo Caputo e a dieci anni per la sua ex convivente, Marianna Fabozzi.
L'audizione delle due vittime avverrà in ambiente protetto, arredato come una stanza dei giochi, e le domande verranno poste da uno psicologo.
Le norme più restrittive per i minorenni, inserite nel "decreto Caivano" il cui esame è arrivato in dirittura finale al Parlamento, sono state applicate per la prima volta in Campania: è scattato ieri l'avviso orale del questore di Avellino nei confronti di due minori, il primo per aver appiccato il fuoco alla porta di ingresso di un appartamento, il secondo fermato a Napoli, in un'auto risultata rubata e in compagnia di due maggiorenni, di ritorno da Avellino dove avevano rubato in un box privato due costose biciclette. L'avviso orale del questore costituisce una vera a propria intimazione finalizzata ad assumere una condotta consona al vivere civile e al rispetto di tutte le regole. Una sorta di cartellino giallo, ma pallido, che costituisce il primo scalino di una serie di misure più severe. E le istituzioni sono sempre più vicine a Caivano. Ieri pomeriggio Chiara Colosimo, presidente della commissione parlamentare antimafia, ha fatto visita alla scuola "Morano" ricevuta dalla preside Eugenia Carfora per poi incontrarsi con don Maurizio Patriciello. È la sua seconda visita, anche questa circondata da uno stretto riserbo. Nessuna dichiarazione e nessun punto stampa. Ma qualcosa è trapelato. A breve si terrà una seduta della commissione proprio qui, a Caivano. Città che potrebbe dare il nome anche a un altro decreto, questa volta contenente misure di promozione sociale. A darne notizia è il viceministro per il Lavoro e le Politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, che presiede il Comitato di indirizzo strategico per la povertà educativa minorile. Bellucci annuncia «un impegno sinergico tra istituzioni, Fondazioni bancarie e Terzo Settore per un bando straordinario con interventi destinati a Caivano e altri contesti ad alto rischio criminalità ed esclusione sociale». L'obiettivo è «un'azione socioeducativa strategica, con una prospettiva integrata a lungo termine, per le tante Caivano d'Italia». Al tavolo partecipano anche tre sacerdoti: don Maurizio Patriciello di Caivano, don Antonio Coluccia (Roma, Tor Bella Monaca) e don Claudio Burgio (carcere minorile di Milano). «Per essere realmente efficaci - conclude la viceministro - non servono progetti spot, ma iniziative in grado di radicarsi in territori finora abbandonati a sé stessi, ed è necessario calarsi nella realtà di chi lavora ogni giorno sulle frontiere del disagio, costruendo quel welfare di comunità che metta in rete pubblico, privato sociale e privato». E stamattina a Caivano arriverà il ministro all'Università Anna Maria Bernini: dopo l'incontro con il commissario di Governo Fabio Ciciliano al centro sportivo Delphinia, si recherà al liceo Niccolò Braucci e alle 12.30 incontrerà i rettori delle Università campane e i direttori e presidenti AFAM dell'area campana nell'ufficio del commissario.
Sull'altro fronte, quello dei rapporti tra Comune e camorra, il gip di Napoli Nord Raffaele Coppola ha convalidato i nove fermi emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e notificati lo scorso 10 ottobre dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna. Per tutti gli indagati è stata emessa la misura cautelare del carcere. Le accuse contestate dalla Procura di Napoli agli indagati - tra esponenti di un gruppo camorristico locale, ex amministratori pubblici e funzionari comunali - sono, vario titolo, associazione di tipo mafioso, estorsioni aggravate dal metodo mafioso e corruzione, aggravati dalla finalità mafiose.