Terremoto a Napoli, prove generali di evacuazione: si comincia dagli ospedali

Via ai test a Giugliano e Frattamaggiore, domani c'è Pozzuoli

Via alle prove di evacuazione
Via alle prove di evacuazione
di Nello Mazzone
Venerdì 6 Ottobre 2023, 07:03 - Ultimo agg. 20:03
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Scatta questa mattina alle 11, nell'area del pronto soccorso degli ospedali dell'Asl Napoli 2 Nord di Giugliano e Frattamaggiore, l'esercitazione di «massiccio afflusso» ai pronto soccorso con la simulazione di una evacuazione in caso di evento sismico o vulcanico. Una esercitazione che interesserà tutti gli operatori del servizio e le ambulanze del 118, come stabilito nel corso di una riunione che si è tenuta lo scorso 2 ottobre in Regione per testare lo stato di potenziale stress al quale sarebbero sottoposte le strutture dell'emergenza flegrea in caso di pericolo per forti scosse di terremoto o in caso di rischio eruttivo. 

Dalla direzione generale della terza azienda sanitaria più grande d'Italia, che abbraccia 32 Comuni dell'hinterland flegreo-giuglianese per una popolazione di riferimento di oltre un milione di abitanti, chiariscono che tecnicamente si tratta di un «Piano di massiccio afflusso» più che di vera e propria simulazione di evacuazione, che sarà replicata negli ospedali di Giugliano e, soprattutto, nell'ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli.

Il piano di prevenzione nell'area dell'emergency sarà replicata anche domani mattina, sempre dalle 11 alle 13, al Santa Maria delle Grazie: l'ospedale più grande dell'intera Asl e che, in caso di necessità nello scenario di forti crisi sismiche o vulcaniche, diventerebbe l'ospedale da campo più grande della zona rossa prima dell'evacuazione generale dell'intera popolazione. Si è deciso di cominciare da Frattamaggiore e Giugliano perché la media degli accessi al pronto soccorso è di circa cento accessi-medi giornalieri, contro i 250 di Pozzuoli, che diventano quasi 400 al giorno durante l'estate per il massiccio afflusso di turisti e bagnanti.

Convocata dal governatore Vincenzo De Luca, la riunione operativa dello scorso 2 ottobre in Regione sugli eventi sismici dell'area flegrea ha visto la partecipazione del capo della Protezione Civile regionale Italo Giulivo, del direttore generale della Sanità, Nino Postiglione e dei direttori generali dell'Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva, dell'Asl Napoli 2 Mario Iervolino e dell'Asl Napoli 3 Giuseppe Russo.

Il manager della Na2Nord Iervolino ha fatto il punto sulle attività in corso in relazione alle strutture sanitarie della sua azienda e ha subito organizzato la simulazione. 

Pozzuoli e i Campi Flegrei sono da settimane nel pieno degli sciami sismici, con decine di scosse al giorno. Serve prevenzione, evitando tuttavia ogni ipotesi di psicosi e paure.

Il bradisismo è un fenomeno millenario e non ci sono, al momento, segnali che preoccupino più di tanto la comunità scientifica. Ma è chiaro che bisogna tenere tutto sotto controllo e governo e regione, dopo le vie di fuga, le verifiche sulle reti infrastrutturali e gli edifici, ora hanno ritenuto opportuno verificare anche lo stato delle strutture sanitarie di emergenza e la risposta in caso di eventuale necessità di protezione civile. 

 

«Facendo seguito alle esercitazioni del 2019 da parte dell'Asl Napoli 2 Nord e proseguite fino al 2022 nelle strutture sanitarie dicono dall'azienda sanitaria di Pozzuoli - nel prossimo fine settimana la nostra Asl ha organizzato specifici corsi di formazione e ulteriori simulazioni di evacuazione dagli ospedali di Giugliano e Frattamaggiore». Tra l'altro c'è un precedente che a Pozzuoli tutti ricordano: la sede dell'attuale ospedale Santa Maria delle Grazie è stata edificata proprio a seguito della seconda crisi bradisismica degli anni 1983-84, quando la vecchia sede di via San Gennaro Agnano subì molti danni e lesioni per colpa delle scosse.

Si decise, perciò, di delocalizzare il nuovo ospedale nell'area di Reginelle, a ridosso dello svincolo della Tangenziale di Arco Felice: un luogo strategico in caso di emergenza e necessità di protezione civile. 

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Negli studi di scenario temuto in caso di rischio vulcanico, pubblicati nel 2013 dall'Ingv, vi è un paragrafo dedicato proprio alle verifiche di vulnerabilità sismica sugli edifici degli ospedali ricompresi nella zona rossa: il San Paolo di Fuorigrotta dell'Asl Napoli 1 e, ovviamente, quelli della Napoli 2 Nord a cominciare da Pozzuoli.
A seguito della pubblicazione di quello studio, che destò molto clamore, si intensificarono le verifiche di vulnerabilità delle strutture ospedaliere. 

L'allora direttore generale, Antonio D'Amore che oggi guida l'azienda ospedaliera Cardarelli, affidò ad un team di ingegneri il compito di effettuare controlli sui pilastri delle strutture ospedaliere e fare lavori di rafforzamento antisismico, che furono realizzate nel 2017.

Ora bisogna ripartire da quello screening e capire le eventuali criticità, senza lasciarsi andare a ingiustificate psicosi. 

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