Vico Equense, il pescatore Ugo Manganaro morto folgorato: «Vogliamo la verità»

«Non accetto che la morte di Ugo sia imputata a cose completamente sbagliate, per coprire enormi responsabilità»

Vico Equense, il pescatore Ugo Manganaro morto folgorato: «Vogliamo la verità»
di Ilenia De Rosa
Mercoledì 14 Dicembre 2022, 11:03
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L'ipotesi più accreditata è sempre stata quella del fulmine. Ma la diffusione di un video, girato poco prima del decesso del 34enne Ugo Manganaro, ha generato qualche dubbio. E se si fosse trattato di un corto circuito? Se da qualche cavo elettrico fosse partita la scarica? Se la vicinanza del corpo del giovane al palo della luce non fosse stata una semplice causalità? Sono tutte domande che si stanno ponendo i membri della famiglia della vittima. Dal video, realizzato in maniera del tutto casuale, sono, infatti, emerse immagini che fanno vedere in lontananza un cavo rotto e una scintilla.

Proprio allo scopo di accertare le cause della morte del giovane pescatore i familiari (i genitori e la moglie) si sono affidati all'avvocato Enrica Visconti, i fratelli al legale Adriano Cafiero. «Sono sempre stata scettica sull'ipotesi di morte accidentale da fulmine ha affermato Enrica Visconti - e devo dire che il pm Anna Chiara Fasano ha mostrato sin da subito tanta attenzione nel non trascurare nessun elemento».

I risultati degli esami autoptici e dei rilievi tecnici hanno confermato l'idea che c'è un percorso da approfondire. «A seguito dei risultati dell'autopsia e degli esami sugli impianti elettrici siamo certi di percorrere la strada giusta» ha aggiunto Visconti.

Ugo è morto la sera del 22 novembre, alla marina di Seiano, durante un temporale. Sono ancora in corso le indagini dei carabinieri, coordinate dalla Procura di Torre Annunziata. I militari dell'Arma hanno visionato i filmati delle telecamere di videosorveglianza, ascoltato testimoni, fatto i rilievi per ricostruire l'accaduto. L'ipotesi più fondata inizialmente sembrava essere quella di un fulmine che dal mare si è propagato fino al bagnasciuga folgorando il pescatore 34enne. La vicinanza del corpo a un palo della luce e la presenza di cavi bruciati, però, non hanno mai consentito di escludere l'ipotesi di una scarica elettrica partita dal lampione pubblico.

«Ugo era parte integrante della Marina, ne conosceva bellezze e criticità - racconta la madre Mariangela De Simone - Conosceva tutti ed era amato da tutti. Si sentiva custode dei luoghi e di quelle sensazioni che solo i pescatori conoscono ma soprattutto rispettava la legge non scritta dei pescatori. Cosi è stata quella giornata di tempesta: spostare le barche, metterle in salvo. Non importava di chi fossero: si dovevano salvare dalla furia del mare. A breve verrà posta una madonnina che verrà chiamata La Madonnina del mare, in ricordo di Ugo». Oltre al dolore, nel cuore di Mariangela c'è anche rabbia e voglia di conoscere la verità. Su Facebook ha lanciato la campagna «Verità per Ugo». «Non accetto che la morte di Ugo sia imputata a cose completamente sbagliate, per coprire enormi responsabilità» ha scritto sui social Mariangela qualche giorno fa. La tragedia è avvenuta durante una giornata di pioggia violenta e incessante. La protezione civile regionale aveva emanato un avviso di allerta meteo arancione a partire dalle ore 24 del 21 novembre. E il temporale si è manifestato in tutta la sua violenza. Ma Ugo quel giorno non si era lasciato intimorire, era rimasto in spiaggia, nei pressi del porto, per sorvegliare le barche. Una scelta, che purtroppo, gli è costata la vita. 

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