Asilo nido negato a Napoli: «Mio figlio escluso, ora sarà il caos tra lavoro e babysitter»

«Costretti a una spesa aggiuntiva a mutuo e bollette che proprio non avevamo preventivato»

Fabrizio Cirillo con il figlio
Fabrizio Cirillo con il figlio
di Mariagiovanna Capone
Domenica 27 Agosto 2023, 09:00 - Ultimo agg. 28 Agosto, 08:11
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In 1.993 entreranno l'11 settembre nelle aule degli asili nido comunali. Fuori però sono rimasti in 1.157. Tra loro il figlio di Fabrizio Cirillo che nel nido Rocco Jemma di Materdei ha già la primogenita di due anni. L'esclusione del piccino e di altri 12 lattanti ufficialmente è stata motivata con i muri ammalorati della stanza della nanna ma una cosa balza agli occhi: sono molti gli asili nido comunali che non hanno accettato lattanti e il problema oltre che di stato dei luoghi potrebbe essere di mancanza di personale.

Cirillo, quando ha fatto domanda per il nido Rocco Jemma si aspettava questa esclusione?
«Sinceramente no.

Mi erano note le problematiche del nido ospitato nella Casa della madre e del bambino di via Appulo a Materdei, con le varie discussioni sull'edificio che in un primo momento si voleva abbattere e poi è stato deciso che sarà solo ristrutturato. Conoscevo bene anche le polemiche sulle sedi alternative da trovare durante i lavori e la decisione di spostare infine i bimbi dell'asilo nido nell'edificio di via Amato di Montecassino, che attualmente stanno ristrutturando. In quella occasione l'assessore comunale Striano promise che il numero di bimbi sarebbe rimasto invariato: a ospitare i 54 bambini del nido sarebbe stata l'ex sede della Direzione Assistenza e Servizi sociali poi dismessa».

E invece?
«Gli ammessi sono stati solo 41, mentre gli esclusi 36 ossia 13 lattanti, tra cui mio figlio, 13 divezzi e 10 semidivezzi. Teoricamente, secondo i criteri di capienza e numero di personale, quel nido avrebbe dovuto ospitare altri 13 bambini».

Forse per motivi di requisiti?
«L'età di mio figlio è conforme alle richieste per i lattanti che devono essere nati dal primo ottobre 2022 al 31 maggio 2023. Inoltre avevo anche una precedenza per l'ammissione poiché mia figlia di due anni già è frequentante il nido Jemma. E le dirò di più: inizialmente ero un po' titubante perché mio figlio compirà sei mesi a fine settembre, avrei preferito iscriverlo con qualche mese in più. Ma poi la direttrice della struttura mi ha convinto, dicendo che si sarebbero rafforzati i legami tra fratelli così come la socialità».

Ci sarà rimasto male per l'esclusione, quindi.
«Moltissimo. E le motivazioni della non ammissione mi hanno convinto fino a un certo punto. Mi hanno detto che era l'intonaco staccato e le infiltrazioni non sarebbero state adeguate a ospitare i piccoli ospiti tra i 3 e 15 mesi».

Però altri bambini li hanno accettati.
«Esatto, inoltre 13 bambini in meno sono tanti. Mi sono venuti in mente i tanti problemi di personale che ci sono stati, cioè se un'educatrice si ammalava non c'era un sostituto e dopo pranzo dovevamo andare a prendere i piccoli. Il tempo pieno quindi non era possibile garantirlo. Così, sono venuto a sapere che il motivo sarebbe anche di personale, hanno educatrici sufficienti per 41 bambini e non oltre. Durante l'anno quindi, noi famiglie subiremo ancora disagi».

Intanto per suo figlio che soluzione ha trovato?
«Una baby sitter: una spesa aggiuntiva a mutuo e bollette che proprio non avevamo preventivato. Ma è necessario, perché mia moglie ha un lavoro precario e sebbene lavori da casa, non può staccare continuamente per seguire il bambino. Tutti i sacrifici e l'impegno che ci ha messo negli anni per costruire qualcosa, non può gettarli al vento: è un suo diritto. E come per lei, vale lo stesso discorso per le altre 1.157 mamme napoletane che hanno letto “non ammesso” nelle liste. Noi abbiamo deciso di dover fare questo sacrificio economico, anche perché quando sono uscite le graduatorie era già tardi per poterlo iscrivere a nidi privati dove avremmo speso poco più. Ma gli altri che non possono permetterselo? Poi non è stato facile trovare una baby sitter affidabile, glielo assicuro, è un settore con molti improvvisati e lasciare il proprio bimbo di pochi mesi a chi non ha competenze e referenze non è concepibile. Intanto, la primogenita proseguirà al nido Jemma con la promessa che dopo il 31 ottobre si sposteranno nell'altro edificio ristrutturato. Mi auguro sia così, ho visto il cantiere e mi pare che ci sia ancora tanto da fare. Sarebbe un'altra promessa non mantenuta dall'amministrazione comunale». 

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