Pnrr, i timori dei sindaci sui tagli. Ma Raffaele Fitto rassicura: «Non si perderà un euro»

La difesa su dissesto idrogeologico e asili nido: «Non vogliamo definanziarli»

Pnrr, i timori dei sindaci sui tagli. Ma Raffaele Fitto rassicura: «Non si perderà un euro»
Pnrr, i timori dei sindaci sui tagli. Ma Raffaele Fitto rassicura: «Non si perderà un euro»
di Andrea Bulleri
Mercoledì 2 Agosto 2023, 00:06 - Ultimo agg. 18:02
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Nessun «definanziamento», nessuna volontà di «togliere risorse» per combattere il dissesto idrogeologico e potenziare gli asili nido. «Non siamo impazziti», avverte il ministro con delega al Pnrr Raffaele Fitto. E soprattutto – assicura – «non perderemo neanche un euro» delle risorse europee. Un intervento atteso, quello del titolare degli Affari Ue (prima alla Camera e poi, nel pomeriggio, al Senato), per rispondere ai dubbi che da giorni si rincorrono tra sindaci e presidenti di Regione. Perplessità avanzate, tra gli altri, dal presidente dell’Anci Antonio Decaro e dai governatori leghisti di Veneto e Friuli Luca Zaia e Massimilano Fedriga. Che nei giorni scorsi non avevano preso troppo bene la decisione del governo di stralciare progetti per quasi 16 miliardi di euro dal piano di ripresa e resilienza tra quelli rimasti più indietro. Opere come il raddoppio della tratta ferroviaria Roma-Pescara, ma anche interventi per la messa in sicurezza del territorio, che ad avviso di palazzo Chigi avrebbero rischiato di impantanare la marcia del Recovery. Ma quelle opere, ha chiarito ieri Fitto, si faranno lo stesso. 

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L’AVVISO

«Lo dico ai sindaci e a chi ha immaginato scenari catastrofici», l’avviso recapitato agli amministratori locali di buon mattino da Montecitorio: «Non c’è nessuna interruzione sugli interventi che erano stati previsti». Niente «definanziamenti», dunque (una «narrativa inaccettabile», attacca Fitto), niente tagli: «Il governo sta garantendo le risorse per tutte le opere. Che restano garantite» e verranno messe nero su bianco «al termine del confronto con la commissione Ue», quando «andremo a riarticolare il finanziamento con altri fondi». «Nessuno – quasi sbotta il ministro – è impazzito: mi sfugge la ragione per la quale dovremmo proporre la revoca dei finanziamenti per il dissesto idrogeologico o per i beni confiscati alla mafia». Anzi: la sola «idea di definirci insensibili a queste tematiche è paradossale». Le modifiche, semmai, erano necessarie per «evitare revoche» dei fondi, perché quei progetti erano troppo indietro per vedere la luce entro il 2026. 
Una risposta a chi, come l’Anci, ieri è tornata a esprimere preoccupazione per la revisione del Pnrr, che secondo il presidente dei sindaci Antonio Decaro avrebbe fatto saltare progetti dei Comuni per «13 miliardi su 16, e ancora non capiamo perché».

Ma anche una replica al governatore veneto Zaia, scettico sulle modifiche in corsa dei target perché «non possiamo fare la figura della pattuglia acrobatica». La linea di Fitto però non sembra convincere appieno i presidenti di Regione leghisti. «Siamo tutti preoccupati, non solo i sindaci», taglia corto Zaia. Salvo precisare che «se il taglio verrà compensato con i fondi di sviluppo e coesione come assicura il governo, il problema è risolto». Ma – aggiunge – «chi ha già firmato le gare ha bisogno di risposte». Mentre Fedriga, che da numero uno della Conferenza Stato–Regioni aveva criticato l’esecutivo per aver avvisato della revisione del Piano solo «due giorni prima», ora si limita a chiedere «la massima collaborazione da parte del governo per raggiungere gli obiettivi». 

LE CRITICHE

Critiche, quelle degli amministratori, che Fitto respinge al mittente. «Sbagliato creare allarmismi», attacca. «E chi parla di ritardi clamorosi, non ne ha citato uno». Al contrario – aggiunge il ministro, sbandierando in Aula come prova l’ok arrivato venerdì dall’Ue alla terza rata e alle modifiche della quarta – i risultati sono «positivi». «Altro che tagli agli asili nido: abbiamo individuato 900 milioni in più». E i fondi della terza e della quarta tranche, 35 miliardi in tutto, «arriveranno, tutti, entro la fine del 2023». Garantito anche l’impegno sulla lotta all’evasione: «Un’assoluta priorità» del governo, ribadisce il ministro. 

E se la maggioranza parla di «operazione verità» che «smonta i pettegolezzi della sinistra» (e insieme al Terzo polo dice sì alla risoluzione che impegna il governo a coinvolgere le Camere nella revisione del Piano), l’opposizione va all’attacco. «Sul Pnrr è buio fitto», ma all’attacco il numero uno pentastellato Giuseppe Conte. Mentre la segretaria del Pd Elly Schlein cita Sergio Mattarella e garantisce che «per condurre in porto il Pnrr noi ci siamo, vogliamo metterci alla stanga». Poi però chiede di «fermare i tagli per non perdere un’occasione storica». E avvisa: «State giocando con la credibilità del Paese». 

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