Centro direzionale di Napoli, la sfida: «Sì al museo contemporaneo»

Centro direzionale di Napoli, la sfida: «Sì al museo contemporaneo»
di Luigi Roano
Giovedì 4 Agosto 2022, 08:00 - Ultimo agg. 16:06
4 Minuti di Lettura

Otto postazioni già individuate dove installare altrettante opere di arte contemporanea, studiate affinché «l'impatto visivo sia da ricordare». Sul rilancio del Centro direzionale si muove il Consiglio comunale per iniziare a dare nuove anime al sito. Il progetto è quello di farne un hub culturale per attrarre investitori, turisti e innescare la rigenerazione urbana. Vale a dire un museo all'aperto di arte contemporanea nel tempio dell'architettura contemporanea dove entro fine anno - o l'inizio del nuovo - aprirà la stazione della linea 1 ovvero il metrò dell'arte contemporanea. Il filo della cultura - nella sostanza - per riammagliare il Centro direzionale con il resto della città. Così, su invito del dimaiano Gennaro Demetrio Paipais si è riunita la commissione cultura presieduta da Luigi Carbone. Dove è stato ascoltato l'ex assessore alla Cultura Nino Daniele - che il progetto lo ha partorito - e il presidente dell'associazione Direzionapoli Aldo Brandi. La sostanza è che il dibattito intorno al Centro direzionale cresce e vengono fuori anche due notazioni politiche: la prima è che la commissione ha concluso i lavori con l'invio da parte di Carbone di una nota congiunta al sindaco Gaetano Manfredi - titolare della delega alla Cultura - dove si chiede un tavolo per il museo e fondi per il progetto «a settembre». La seconda notazione è che e dentro ci finisce il no al progetto della Regione di realizzare di fronte al Centro direzionale una torre che diventerebbe il nuovo quartier generale dell'ente di Santa Lucia. E poiché per fare la torre servirebbe una variante urbanistica e sulla materia e sovrano il Consiglio comunale i no di Gennaro Esposito del gruppo Manfredi sindaco e di Flavia Sorrentino di Insieme per il futuro, cioè anche le dimaiana come Paipais sono molto significativi. Ma procediamo con ordine. 

Video

«Riprendere quel progetto - racconta Daniele - permetterebbe di sottrarre spazio al degrado grazie alla bellezza. Napoli è piena di turisti e secondo le stime il 40% si muove soprattutto per i siti culturali e Napoli oltre a essere la città dell'arte classica è all'avanguardia per quello che riguarda l'arte contemporanea». Per il presidente di Direzionapoli Brandi «i grattacieli del Centro direzionale e le Stazioni dell'Arte costituirebbero, insieme al Museo, un ecosistema culturale di altissimo livello, in grado di attrarre diversi segmenti turistici, a costi abbastanza contenuti. Si darebbe così respiro alle attività commerciali della zona che, specialmente dopo il Covid, vivono un momento di grave crisi. Il Museo al Centro direzionale rimane un'idea vincente, un'occasione di rilancio e di rinascita per il Centro che non merita di continuare a scontare l'isolamento dal resto della città e l'assenza di progetti per riqualificarlo». Un dibattito che ha coinvolto la presidente della Municipalità Maria Caniglia auspica per far decollare il progetto «sinergie tra municipalità, amministrazione comunale e stakeholders». Insomma dibattito aperto, parola a Esposito: «Una «proposta - dice - entusiasmante dico no invece al Pirellone che vuole costruire la Regione Napoli non ha bisogno di questo. Ne parleremo con gli amici del Pd ai quali suggerisco di leggersi l'articolo di Eugenio Mazzarella pubblicato da Il Mattino. Molto meglio fare del Centro Direzionale la Biennale napoletana, integrando la cultura, la ricettività turistica e il divertimento notturno. E spero che il sindaco da settembre venga in commissione a discuterne con noi». La vicepresidente del Consiglio comunale Sorrentino è sulla stessa lunghezza d'onda: «No a nuove costruzione non condivido il pensiero di Esposito c'è la necessità di interpretare le esigenze che emergono attualmente dalla società: più spazi verdi, più sostenibilità. In quest'ottica, il progetto del Museo potrebbe essere il primo passo, da realizzare subito». Dicono sì al progetto del museo all'aperto di arte contemporanea anche Toti Lange (Bassolino sindaco) e Alessandra Clemente del gruppo misto.

Per Paipais si «potrebbero utilizzare opere d'arte già esistenti e giacenti in depositi o magazzini del Comune, con il doppio merito di ridare lustro e visibilità ad opere dimenticate e di abbattere al contempo i costi del progetto. Un museo a cielo aperto nella City è un'idea aggregante e attrattiva. Da settembre necessario coinvolgere associazioni di quartiere e di categoria per portare avanti una progettazione partecipato per il rilancio del Centro direzionale». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA