Covid a Napoli, troppi studenti al liceo Mercalli: lezioni a casa a rotazione e mascherine nei bagni

Covid a Napoli, troppi studenti al liceo Mercalli: lezioni a casa a rotazione e mascherine nei bagni
di Mariagiovanna Capone
Martedì 25 Agosto 2020, 08:00
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Al liceo scientifico Mercalli di Chiaia si formano futuri ingegneri. Il 33 per cento dei diplomati, infatti, prosegue con studi universitari ingegneristici con risultati eccellenti che lo posizionano al secondo posto della classifica Eduscopio, seguiti da un 22 per cento di economisti. L'edificio, realizzato negli anni Cinquanta, accoglie nella sede di via Andrea d'Isernia oltre 1.200 studenti distribuiti nelle 50 classi, con una media di 24 per aula. Una media in linea con altri licei di successo ma alta considerate le disposizioni del Comitato tecnico scientifico riguardo le distanze di un metro tra un alunno e l'altro, che ha imposto alla dirigente Luisa Peluso come opzioni per il rientro una Didattica a distanza in modalità sincrona, di natura complementare, integrata e a rotazione.

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In cima alla lista delle priorità della dirigente Peluso, che è anche presidente provinciale dell'Associazione Nazionale Presidi, c'è «la tutela della salute dei ragazzi. Che in questo momento, vista la recrudescenza dei casi proprio nelle fasce d'età degli studenti liceali, ci vede in prima linea per garantire un inizio anno scolastico sicuro e regolamentato da norme disposte dal ministero della Salute, Cts e le varie task force». Per la dirigente del Mercalli «mascherina nelle aree comuni e distanziamento sono le basi per ridurre le situazioni di contagio, e a personale e studenti chiederò il massimo della collaborazione per seguire queste disposizioni».
 


Mascherina indossata agli ingressi, fino a quando lo studente non sarà seduto al banco che è fissato a una distanza di un metro l'uno dall'altro e a due dalla cattedra, ma anche quando uscirà dall'aula per recarsi per esempio in bagno. Per frequentare le aree comuni, poi, sarà indispensabile l'igienizzazione frequente delle mani. «Sarò inflessibile riguardo le regole da seguire per contenere il virus» afferma Peluso evocando la specializzazione in Microbiologia. «Non sono un'epidemiologa, certo, ma riguardo gli strumenti per evitare contagi ne so abbastanza per consigliare ai ragazzi di seguire regole di igiene, sia a scuola che una volta usciti e a casa». A scuola, in particolare, vigerà l'affluenza controllata per accesso ai bagni, ai piani e agli uffici. 

Ridurre la popolazione scolastica per garantire il distanziamento richiesto inficerà però sulle modalità didattiche. «Garantiremo per quanto possibile la presenza a tutte le classi di prima nelle aule più ampie, in banco monoposto a un metro l'uno dall'altro, perché è un nuovo ambiente e i docenti non li conoscono. Per gli altri, invece, presenza per circa 20 studenti con banchi monoposto e distanziamento, mentre per il resto, dai 5 ai 7 studenti, faremo ricorso alla Dad complementare, integrata, sincrona e ruotata». Cioè gruppi di alunni, a turno, faranno didattica da casa in contemporanea con la classe.

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Questo è un primo modello organizzativo proposto dalla dirigente che ne discuterà in collegio e consiglio. Ma alla base di tutto ci sono i banchi monoposto (richiesti per il 40 per cento della platea scolastica), altrimenti con quelli doppi si rischia di aumentare il numero di studenti in Dad a turnazione. Saranno poi revisionati tutti i documenti di istituto «come il regolamento e il patto di corresponsabilità con l'inserimento delle misure di contenimento della diffusione del Covid. E non mancheremo di fare una comunicazione puntuale e costante alle famiglie affinché anche a casa siano seguite delle regole per evitare contagi». Per la dirigente Peluso «la scuola riaprirà come disposto e secondo tutte le possibili misure di sicurezza da mettere in campo, con osservanza e disciplina di tutti. Le misure preventive applicate e le decisioni prese, pur rigorose, sono a tutela di ciascuno. È chiaro che a un dirigente scolastico in questo momento sia richiesto maggiore impegno dal punto di vista della responsabilità e della tutela della salute. Siamo coordinati tra noi, ci supportiamo e consigliamo a vicenda. Perché parlare di misure di contenimento è una cosa, applicarle è una questione assai più complessa».

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