Daniele Iodice dal rione Traiano al sogno mondiale: «Sul ring mi sento vivo, le mie origini la mia forza»

Nei riquadri a sinistra, dall'alto verso il basso: Francesco Mascolino, Daniele Iodice, Decio Pasqua, Luca Donadio
Nei riquadri a sinistra, dall'alto verso il basso: Francesco Mascolino, Daniele Iodice, Decio Pasqua, Luca Donadio
di Andrea Aversa
Domenica 7 Novembre 2021, 11:03 - Ultimo agg. 22:06
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«Sul ring mi sento vivo, questa disciplina mi ha insegnato tanto. Il luogo dove sono nato e cresciuto è la forza che mi ha fatto crescere e restare umile», Daniele Iodice ha 25 anni e le idee molto chiare. Campione italiano di K1 Pro Muay thai Pro e Campione europeo di K1 Pro, il giovane originario del rione Traiano ha un obiettivo ben preciso: «Voglio vincere il mondiale».

La sua è la storia come quella di tanti altri ragazzi nati e cresciuti in un quartiere difficile di Napoli.

Strade e piazze che però ti fortificano e di danno la spinta giusta. «Le mie origini non sono mai state un problema, anzi - ha raccontato Daniele - È come se avessi fatto un allenamento che mi ha fatto trovare pronto alle sfide di oggi». Daniele ha sempre combattuto, anche quando ha visto molti sui amici prendere una cattiva strada.

«C'è chi purtroppo ha fatto una brutta fine - ha detto Daniele - Ma ci sono anche tanti altri ragazzi che lavorano, hanno una famiglia. Queste esperienze mi hanno insegnato a restare con i piedi per terra». Ma anche le arti marziali hanno trasmesso tanto al 25enne campione napoletano. «Ho imparato la disciplina e l'autocontrollo. Ho capito cosa vuol dire sacrificarsi per raggiungere degli obiettivi». 

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Uno dei suoi allenatori ricorda ancora gli inizi di questa bella avventura. «Daniele è arrivato qui quando aveva 14 anni. Aveva un'indole molto forte e irruente. Caratteristiche importanti per questo sport ma pericolose se non controllate. E lui ha imparato a farlo», a dichiararlo Francesco Mascolino, docente tecnico regionale della Federkombat. È lui che ha scoperto Daniele.

«Ricordo ancora che quando ero più piccolo capitava che non avevo voglia di allenarmi - ha raccontato ridendo Daniele - Francesco Mascolino veniva a casa a prendermi, pur di portarmi in palestra. Se oggi sono a questo livello lo devo a lui e a chi mi ha sempre sostenuto».

«Prepariamo gli incontri sotto diversi punti di vista - ha affermato Decio Pasqua, responsabile regionale Muay thai  e Consigliere regionale Federkombat - studiamo l'avversario e poi sviluppiamo un programma. È prevista una preparazione fisica, tecnica, tattica e soprattutto mentale». 

Ma le arti marziali sono spesso associate alla violenza. «Purtroppo è vero, tuttavia non è così - ha detto Luca Donadio, Campione mondiale di K1 e gestore della Pro fighting Napoli club insieme con Andrea Paesano e Ivan Milone - In palestra cerchiamo di trasmettere valori come il rispetto e la disciplina. Lo facciamo in particolare con i più piccoli».

«Anche io ho iniziato a insegnare da qualche anno e chissà, un giorno potrei aprire una palestra tutta mia», ha confidato Daniele che per i suoi coach in questo momento, «è davvero un top fighter».  

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