Degrado a Napoli, dieci bellezze da salvare: subito i privati in campo

Degrado a Napoli, dieci bellezze da salvare: subito i privati in campo
di Paolo Barbuto
Giovedì 4 Febbraio 2021, 08:30
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Nell'ultima intervista rilasciata al nostro giornale il soprintendente La Rocca ha aperto un dirompente scenario sul futuro della città: luoghi tutelati non più sacrari immobili di quel che furono ma esempi di rivitalizzazione, capaci di conservare la memoria storica eppure proiettati in un presente con nuove destinazioni d'uso.

Una risposta in particolare ha platealmente mostrato la nuova via. Il Soprintendente ha messo sul tavolo la questione delle ristrutturazioni fini a se stesse, che non hanno senso se poi edifici e monumenti vengono subito dopo lasciati al loro destino; ha parlato di «scelte coraggiose» e del possibile coinvolgimento di privati ai quali concedere, in cambio della ristrutturazione e della manutenzione, «permessi per nuovi utilizzi».

E alla domanda seguente - Pensa a un permesso per realizzare un hotel in un luogo storico? - ha definitivamente chiarito il concetto spiegando che «In molte parti d'Italia antiche ville e luoghi-simbolo sono stati recuperati, e oggi vivono di nuova luce proprio con progetti del genere; appunto parlavo di scelte coraggiose e magari non manichee. Io ribadisco che il volto di una città migliora quando tutti sono concentrati per farlo migliorare: ciascuno deve sentirsi coinvolto e poter partecipare. E se la partecipazione prevede una destinazione d'uso utile a un privato, per me non c'è niente di male, purché sia compatibile con la tutela».

A questo punto il testimone passa nelle mani della città imprenditoriale, quella che sta già guardando al futuro del dopo pandemia e sa perfettamente che il turismo tornerà presto ad essere motore trainante dell'economia. A questo punto non esistono scusanti per limitare possibili iniziative in favore della città storica, che va in pezzi nel disinteresse generale: adesso c'è la possibilità di investire e, con progetti adeguati, anche rientrare del proprio investimento.

Le parole del soprintendente hanno fatto breccia nei nostri pensieri e, in attesa di proposte dalla città capace di investire, abbiamo cercato di identificare alcuni dei luoghi-simbolo del degrado che potrebbero essere messi nelle mani di imprenditori illuminati capaci di riportarli all'antico splendore in cambio di permessi per attività redditizie.

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Abbiamo puntato su dieci edifici, sappiamo che ce ne sono altri e chiediamo a voi lettori di segnalarceli, magari anche tramite la nostra pagina web e i canali social del Mattino.

Abbiamo scelto quelli dei quali, purtroppo, parliamo più spesso: dalla Scorziata - per la quale a cadenza fissa vengono annunciati nuovi fondi a disposizione e progetti di recupero che puntualmente finiscono nel nulla - a Villa Ebe che porta ancora i segni delle fiamme che la divorarono ventuno anni fa senza che nessuno abbia mai mosso un dito.

Ci siamo spinti a Vigliena dove i resti sgarrupati del Forte sono uno schiaffo alla storia di Napoli, siamo arrivati in cima alla Sanità per ricordare che c'è la Conocchia, immensa struttura un tempo religiosa, poi laica, oggi da decenni in abbandono e pronta a crollare di schianto.

Ci siamo interrogati sul rudere abbandonato che sovrasta il cuore dei Decumani, piazza San Gaetano. Dicono che fosse l'antica dogana della città, sostengono che in quel luogo si sia svolta la prima estrazione del Lotto della storia, nel frattempo tutti lasciano che marcisca, senza che nessuno s'indigni.

Abbiamo inserito nei luoghi che aspettano un futuro anche l'Albergo dei Poveri. La piccola porzione rinnovata, e usata solo per qualche kermesse di vetrina, non basta a considerarlo recuperato. L'orrore nascosto alle spalle della facciata rinnovata è roba da brividi e quegli spazi immensi potrebbero diventare qualcosa di inimmaginabile nella mani di un imprenditore illuminato e capace di conservarne la dignità e la memoria.

Ci siamo ancora una volta disperati per la stazione Bayard, la prima stazione ferroviaria d'Italia che accolse l'avveniristica locomotiva del Napoli-Portici. Spesso abbiamo lanciato il nostro grido disperato per la Bayard: perché è ridotta così? perché non viene recuperata e riportata ai fasti di un tempo? Ecco, oggi qualcuno potrebbe darci una risposta, grazie alla nuova, dirompente, visione del soprintendente di Napoli. 

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