«Food e cultura nella Galleria Principe di Napoli», la sfida controcorrente di tre imprenditori

«Food e cultura nella Galleria Principe di Napoli», la sfida controcorrente di tre imprenditori
di Antonio Menna
Domenica 17 Gennaio 2021, 10:30 - Ultimo agg. 20:13
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«Questa è l'ora in cui gli imprenditori devono darsi da fare. La città ha bisogno di noi, dobbiamo sostenerla». Luca Iannuzzi, motore creativo del tempo libero sul territorio, patron del Beach club Nabilah di Bacoli e dell'Archivio storico del Vomero, in piena pandemia, mentre corrono in tutto il mondo le varianti del virus, mentre con meno velocità cammina la campagna di vaccinazione, mentre ancora si temono ondate e si invocano restrizioni, mentre si attendono ristori e si spera nei sussidi, ha messo mano al portafoglio e, con due soci, ha fatto un investimento di 600mila euro per rilanciare un luogo storico di Napoli, creare almeno venti posti di lavoro diretto più l'indotto, e cullare la grande ambizione di essere imitato, cioè diventare un volano di sviluppo. «Non sono pazzo - dice - ma sono ottimista, come deve essere chi fa impresa. E poi mi sono innamorato di quel luogo, non potevo lasciarlo più dopo averlo visto». Il luogo è la vecchia Tesoreria del Banco di Napoli: un enorme spazio di circa 700 metri quadri di stucchi, gessi, specchi, saloni ridotto a brandelli da decenni di incuria. La proprietà è del Comune, e la cordata di Iannuzzi se l'è aggiudicato con un banda di gara. «Pagheremo un fitto - racconta - e ora stiamo ristrutturando, anzi restaurando perché si tratta di un lavoro molto accurato per restituire al luogo la sua antica bellezza. Abbiamo cominciato a ragionare sul progetto nel 2016, abbiamo perso qualche anno con la burocrazia, poi un anno tondo di pandemia. Ma ora ci siamo».  

 

Ancora presto per l'apertura, però.

La data fissata è fine giugno. «Si spera - dice Iannuzzi - che per allora la tensione sul contagio sia scesa. Un po' la stagionalità del virus, un po' i vaccini avranno fatto abbassare la tensione e magari potremo viverci quel luogo, anche se visti gli spazi enormi sarebbero praticabili anche con il distanziamento».  

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Ma che cosa avverrà nella Tesoreria? La scommessa dei tre imprenditori è quella di coniugare l'offerta culturale (luoghi, archivi, documenti, libri storici, mostre, eventi, musica dal vivo) con quella di un bar e di una proposta gastronomica di livello alto, per materie prime, per preparazione, con una offerta dal forte sapore regionale. Radici e futuro, cultura e tempo libero, architettura e arte. «È una nuova idea di ospitalità - spiega - scoperta dei sapori, scoperta della cultura napoletana, consultazione documenti inediti, libreria delle eccellenze campane. Siamo nel miglio d'oro della cultura napoletana. Dal Mann al Conservatorio, passando per Port'Alba, dall'Accademia di belle arti e dal teatro Bellini. È un luogo straordinario, e noi valorizziamo la Galleria Principe, più piccola della Umberto ma più raccolta, con tre cancelli, che può diventare un piccolo gioiello del tempo libero, proprio di fronte al Museo. C'è mercato? Ma certo. Noi non puntiamo alla movida ma a una clientela più attenta, più selettiva. Esiste una fascia alta di napoletani del centro storico, che verranno volentieri, e poi torneranno i turisti». Dalla colazione all'aperitivo alla cena: tutto quello che oggi viene visto come il male assoluto, domani sarà il desiderio più esplosivo delle persone. Il cuore del progetto è la rete degli operatori della Galleria, di cui Iannuzzi è presidente. «Ho voluto che ci mettessimo tutti insieme - dice - perché le sinergie sono fondamentali. Ci occuperemo di tutto, come rete. Pulizia, controllo, vigilanza, manutenzione: della Galleria Principe ci occupiamo noi e siamo sicuro di farcela e di tenerla in condizioni di dignità».

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