La Gaiola resta negata: lite sulle regole d'accesso

La Gaiola resta negata: lite sulle regole d'accesso
di Gennaro Di Biase
Giovedì 25 Giugno 2020, 09:00 - Ultimo agg. 09:58
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Il groviglio della Gaiola, ancora off limits per il Covid. Il Museo del Parco Sommerso e la spiaggia libera, rimasti ingabbiati nella burocrazia e nella selva di competenze che toccano Municipalità, Csi Gaiola Onlus, Autorità Portuale e Comune, riapriranno i battenti il 1 luglio, «con due turni da 75 ingressi ciascuno - spiega Maurizio Simeone, presidente del Csi - Gli orari saranno 8-13 e 14-18, con un'ora di spacco per la sanificazione dei bagni: ci si prenoterà online attraverso il nostro sito». La spiaggia intanto è gremita di barche abbandonate, e animata soltanto da qualche kayak e qualche bagnante che accede alla spiaggia dalla banchina privata. Intanto, molti residenti che abitano oltre il cancello chiuso lamentano «la Gaiola negata».

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Il cancello di proprietà della Municipalità che darebbe accesso alla spiaggia è sbarrato. Dietro le sbarre il cartello delle restrizioni da Covid. Poco oltre, due operai lavorano alla messa in sicurezza di un rudere in vista della riapertura all'inizio del mese prossimo, come previsto da un'ordinanza emessa nei giorni scorsi da Francesco de Giovanni, presidente del primo parlamentino. Ma come si è arrivati a questo provvedimento? «La Gaiola è pubblica - spiega - Tanti anni fa è stata divisa in area marina protetta A (il parco, che ha le stesse restrizioni di un Museo) e la zona B (la spiaggia), che non è riserva integrale ma non ci si può accedere liberamente. Il ministero, ben prima del virus, ci propose di chiudere il cancelletto di nostra proprietà: di notte nella zona B si facevano falò e così è rimasto. Circa due settimane fa, dopo le numerose proteste da parte dei cittadini, ho scritto a Comune e CSI chiedendo ai primi di regolamentare l'accesso e ai secondi di riaprire subito il cancelletto. Il Csi puntava su una app, che avrebbe regalato al Comune, per disciplinare gli accessi. Il Comune non è stato entusiasta della app, almeno in un primo momento. Io intanto ho ribadito che il cancelletto andava aperto: non ero più disposto a prendermi le critiche dei cittadini, visto che avevo la proprietà del cancelletto, ma non le chiavi. Quindi ho firmato l'ordinanza».
 

 

Nel mezzo dell'impasse burocratica e del frazionamento delle competenze, mentre a Marechiaro si registrano assembramenti impressionanti, alla Gaiola spiaggia e banchine sono deserte e controllate come in pieno regime di Covid. Per arrivarci bisogna attraversare scale diventate una giungla di erbacce e coi mattoni di tufo crollati in più punti. «Molti li hanno fatti cadere gli operai del Comune nei giorni scorsi in vista della riapertura della discesa - rivelano i residenti - hanno detto: Questi massi e meglio che stiano a terra piuttosto che in alto. E li hanno lasciati qui».

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Già, i residenti: tutti quelli che abitano oltre il cancello, a tre passi da mare e spiaggia, non ci stanno a vedersi ancora negato l'accesso alla Gaiola: «Abbiamo un gruppo whatsapp che si chiama abitanti della Gaiola - racconta Gianluigi Fiscella - E ci domandiamo come mai la spiaggia ci sia ancora vietata, se nelle altre spiagge libere, da Mappatella a Marechiaro, si può accedere».
In acqua qualcuno si avvista, ma prima di arrivare alla banchina c'è un altro sbarramento. «Comune, Municipalità, noi del Csi, Autorità Portuale spiega Simeone, che è al lavoro anche con gli operai Qui alla Gaiola le competenze sono tante, e ognuno deve fare la propria parte. Noi stiamo facendo la nostra e anche di più. Siamo pronti a riaprire dal 18 maggio, ma bisogna rispettare le regole. Il Comune ha calcolato 75 posti sulla spiaggia, ma intanto è invasa da barche abbandonate che tolgono spazio. Nel caso in cui, dopo la riapertura, si dovessero creare assembramenti che superino il limite di 75 persone, avviseremo le autorità competenti. Abbiamo il dovere di rispettare il protocollo di sicurezza per la riapertura approvato dal ministero». 

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