Napoli, a 15 anni dalla scomparsa Gay-Odin ricorda il patron Giuseppe Maglietta

Le origini della Gay Odin.
Le origini della Gay Odin.
di Alessandra Martino
Lunedì 15 Novembre 2021, 21:25 - Ultimo agg. 16 Novembre, 07:16
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Gay Odin è il cioccolato di Napoli. Partiamo col dire che Gay-Odin non è solo una fabbrica di cioccolato, è una vera e propria istituzione. Tutti si ricorderanno di quella scatola blu con una riproduzione del Golfo di Napoli sul coperchio, le scatole dei cioccolatini, a Napoli, non si buttavano mai, custodivano fotografie o set da cucito.

Capirete che Gay-Odin per noi napoletani non è solo una fabbrica di cioccolato, ma è un pezzo della nostra storia. A Pasqua e a Natale, come dessert o con il caffè, nessuno osa rifiutare un “nudo” di Gay-Odin.

Questo pomeriggio, a quindici anni dalla scomparsa dell’avv. Giuseppe Maglietta, - Patron dell’Azienda-, all’Unione Industriali Napoli si è fatto un tuffo nel passato e si è ricordata la storia e i segreti della Gay-Odin, antica azienda che ha fatto della qualità la sua bandiera e che continua a raccogliere successi in Italia e nel mondo.

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Giuseppe Maglietta, il gentiluomo del cioccolato, dal 1960, reggeva i destini di uno dei marchi napoletani più famosi al mondo.

Una vita operosa e brillante: dalla fabbrica di via Vetriera, Maglietta esportava in tutto il pianeta, fiero di una tradizione artigianale vissuta come irrinunciabile garanzia di qualità.

«Mio marito è stato un uomo di altri tempi, ma con le idee è sempre stato un passo avanti. Ha lasciato Roma, dove è nato e si è trasferito qui dagli zii che erano dei grandi imprenditori. - Racconta la Presidente Gay Odin, Marisa Del Vecchio- «Nel girovagare tra queste aziende, si è appassionato sempre più della Gay Odin e per un breve periodo si è affiancato ad Isidoro per catturarne i segreti».

La storia di Gay Odin si intreccia con quella di Napoli, quando a fine ‘800 il giovane Isidoro Odin partì da Alba con un biglietto di sola andata, una valigia e un bagaglio di sogni. Il cioccolatiere piemontese trovò nella città di Napoli un centro culturale di grande importanza, al pari di Londra, Parigi e Vienna e decise di aprire qui la sua attività.

Ed è così che a Chiaia nacque la prima cioccolateria di Napoli, nel luogo di passeggio di intellettuali e artisti. Un’unione perfetta quella tra Odin e Napoli, dove ben presto tutti iniziarono a parlare delle sue ricette e delle sue specialità. Il profumo di cacao tostato si diffondeva in città e inebriava i napoletani, i prodotti nati ai piedi del Vesuvio allietavano le loro passeggiate.

Odin si innamorò di Napoli e i napoletani di lui, non si stancava mai: ogni sera, dopo la chiusura, sperimentava nuove armonie tra gli ingredienti e tempi di tostatura. In poco tempo il giovane vide il suo sogno realizzarsi: creare la prima fabbrica di cioccolato della città che dava lavoro a molte persone.

Isidoro Odin e la moglie Onorina Gay lasciarono la fabbrica negli anni Sessanta alla famiglia Castaldi-Maglietta, un cambio al vertice che non venne notato dai clienti, perché sia la scelta degli ingredienti che il metodo di lavorazione restarono gli stessi di sempre. 

«Le materie prime per noi sono essenziali e fondamentali».Svela la Presidente Del Vecchio. Infatti, la Gay-Odin lavora da sempre bean to bar, dal seme alla barretta, cioè importa il cacao crudo e lo trasforma, senza semilavorati. Le miscele di cacao selezionate da Gay Odin provengono esclusivamente dal centro America – Venezuela ed Equador – e dall’Africa equatoriale. Ciò conferisce al cioccolato un sapore unico e diverso rispetto a quello industriale. Qui si utilizza soprattutto il cacao della varietà “Criollo”, il migliore, che rappresenta solo il 10% del raccolto mondiale di cacao ed è quindi considerato molto pregiato.

«La nostra azienda è una grande famiglia, -racconta la Presidente-, con delle basi solide: amore e collaborazione».  Si scrive “fabbrica di cioccolato”, si legge “artigiani del cioccolato”. Ogni banco è una postazione lavorativa artigiana, e ogni lavoratore è un artigiano specializzato che sa come produrre almeno uno o due prodotti dall’inizio alla fine, non soltanto quindi una fase di lavorazione, come nelle catene di montaggio. 

Il rispetto della tradizione, però, non gli impedisce di investire in innovazione. Recentemente hanno deciso di trasformare la Gay-Odin in una fabbrica in grado di produrre energia pulita e a basso impatto ambientale: Dalla bottega di Via Chiaia alla fabbrica di Cioccolato ne è trascorso di tempo.

«Oggi è un’occasione molto particolare. Non capita spesso di poter ricordare un grande uomo, un grande imprenditore napoletano che ha consentito a questa città di rinverdire i fasti di un tempo. – rivela Costanzo Jannotti Pecci, Vice Presidente Unione Industriali Napoli.- Noi oggi non celebriamo solo l'imprenditore ma l'imprenditore illuminato, Giuseppe è riuscito a reinventare e far rinascere un'azienda che ha fatto la storia gastronomica di questa città. In queste occasioni voglio ricordare che Unione degli Industriali, in queste occasioni cerca anche di presentarsi come un interlocutore non solo per il mondo delle imprese ma per l'intera società. Gay Odin e quindi la famiglia Maglietta sono un pezzo importante di questa città, quindi di Napoli e della sua società civile».

Oggi grazie all’idea colta molto tempo da Giuseppe Maglietta, Gay Odin vanta ben 9 punti vendita a Napoli, oltre ai punti vendita di Roma e Milano. Grazie alla vendita online del cioccolato artigianale, offre a tutti la possibilità di assaggiare le dolci e gustose creazioni.

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