Grand Hotel de Londres a Napoli, il progetto del ministero: torni a essere un albergo

Santanché va in pressing sul sindaco: «L’edificio va destinato al turismo di lusso»

Una veduta del Grand hotel de Londres
Una veduta del Grand hotel de Londres
di Gennaro Di Biase
Mercoledì 19 Luglio 2023, 23:45 - Ultimo agg. 20 Luglio, 19:31
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Grand Hotel de Londres: arriva il sostegno del ministro al Turismo Daniela Santanché per «accelerare la risoluzione della vicenda» e far sì che lo storico edificio di piazza Municipio, che attualmente è sede del Tar, possa tornare alla sua antica funzione: quella di ospitare «un turismo di alta gamma». Il discorso, naturalmente, ha a che fare non solo con il boom di visitatori in città, ma anche con l’innalzamento della qualità del target di turisti nella zona della city, la stessa in cui è andata a fuoco una manciata di giorni fa la Venere degli Stracci di Pistoletto.

La burocrazia, però, non è un ostacolo semplice da superare per il futuro dell’ex albergo. E, sebbene esistano altri beni del Demanio in cui sarebbe possibile trasferire gli uffici del Tar - come l’ex Pretura - la strada da compiere non è finita. Ma il sostegno del ministro al Turismo è rilevante per metterla in discesa, e per mettere in discesa cioè il futuro dell’area del Municipio. La piazza potrebbe diventare ciò che già è: il fulcro istituzionale e turistico di una capitale del turismo internazionale, un luogo centrale dove cuore e turismo, indotto e vitalità, non siano in contrapposizione. 

Facciamo un passo indietro: nei mesi scorsi, il presidente di Confindustria Napoli Costanzo Jannotti Pecci aveva indirizzato una lettera al governo, chiedendo che il Grand Hotel de Londres «tornasse a essere un albergo», e proponendo che il Tar potesse «trasferirsi nella sua sede naturale: la cittadella giudiziaria del Centro direzionale, dove tra l’altro vi sono intere strutture inutilizzate». 

Oppure nell’ex Pretura della zona, tanto preziosa e bisognosa di rilancio di Porta Capuana, dove tra l’altro entro pochi mesi saranno smantellati i cantieri del restyling Unesco. Porta Capuana, al momento assediata dal degrado, è alla ricerca di un’identità post-restyling e l’ex Pretura, secondo Jannotti Pecci, «per vocazione è sicuramente più idonea a ospitare un tribunale». Poco dopo, precisamente quattro mesi fa, l’appello del presidente di Confindustria incassò il sostegno del sindaco Gaetano Manfredi, che si dichiarò «disponibile a collaborare con gli industriali rispetto al percorso intrapreso sull’ex Hotel de Londres».

Un placet importante, questo del primo cittadino, ma non vincolante, dal momento che il Comune non ha poteri decisionali sui beni che appartengono allo Stato.

Proprio per quest’ultimo motivo, l’appoggio e lo sprint del ministro al Turismo costituiscono un passo deciso verso la soluzione del rebus. Un sostegno che potrebbe portare, grazie alla mediazione dell’esecutivo, all’accelerazione dell’impasse e al superamento dei nodi operativi e burocratici che riguarderebbero il trasferimento del Tribunale amministrativo della Campania:

«Il Grand Hotel de Londres deve tornare a dominare la scena della ricettività alberghiera di Napoli - spiega a Il Mattino Daniela Santanché - In Italia soffriamo già la mancanza di alberghi, e non possiamo permetterci che hotel del genere, che ci consentono anche di attrarre un turismo di alta gamma, perdano la loro funzione originaria. Dobbiamo accelerare la risoluzione della vicenda affinché la struttura sia rimessa a disposizione dei turisti dando ulteriore lustro ad una città che sta vivendo un anno d’oro dal punto di vista di ripresa dei flussi turistici». 

L’ex Hotel de Londres non è un palazzo qualunque. Tutt’altro. Si tratta di un edificio prestigioso, a livello sia simbolico sia culturale. Costituisce il primo e tra i più rappresentativi esempi dell’art nouveau in città. Per ragioni storiche ed economiche, in sostanza, il «ritorno dell’Hotel de Londres» segnerebbe un punto importante per l’indotto della Napoli affacciata sul porto, sul Mercadante e sul Teatro San Carlo. 

Un edificio che vantava decorazioni e arredi all’avanguardia (ascensore compreso) e cento tra camere e saloni. L’attuale sede del Tar ospitò, tra gli altri, il fondatore del futurismo Filippo Tommaso Marinetti. Proprio come la vicina Galleria Umberto I, l’ex Hotel de Londres rappresenta un pezzo decisivo della storia del Risanamento partenopeo (che portò alla bonifica del Rione di Santa Brigida). Fu il primo esempio di architettura liberty all’ombra del Vesuvio, costruito tra il 1895 e il 1899 su progetto dell’architetto udinese Giovan Battista Comencini che, tra l’altro, realizzò la Galleria Laziale che collega Chiaia a Fuorigrotta e, sullo stesso stile dell’Hotel de Londres, restaurò la sede del consiglio comunale di via Verdi. 

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Il cuore della city turistica e istituzionale è oggi conteso da due anime quasi opposte. Da un lato quella del turismo di alto profilo e degli investimenti che, dopo anni di attesa, sono in arrivo in zona via Verdi-piazza Municipio-Galleria Umberto. Dall’altro lato c’è la Napoli del caos, come dimostrano le cronache degli ultimi giorni: l’incendio della Venere degli Stracci di Pistoletto o il raid «filorusso» della mostra di opere di bambini ucraini al Maschio Angioino.

Tutto in pochi metri. Tutto nel cuore del cuore di Napoli. Attentati contro l’arte che si aggiungono a una situazione che, specialmente nelle notti dei fine settimana, vede la piazza che ospita Palazzo San Giacomo diventare il palcoscenico di una movida da fast food caotica di minorenni che, come denunciato dagli stessi commercianti dell’area, «è impossibile da controllare» e porta a risse, accoltellamenti, incendi di cassonetti e continue scritte incivili di bombolette spray sulla fontana del Nettuno o sui marmi della Umberto I. Le strade dei teatri storici che si fanno teatro delle baby-gang. Sono le due anime di Partenope: una che punta in alto, verso la sistemazione del caos. L’altra che guarda in giù e tende, da sempre, verso il disordine.

Gli investimenti sono però all’orizzonte. E sono importanti, sia nel pubblico sia nel privato. L’Hotel de Londres, se riportato alle sue antiche funzioni, potrebbe diventare dunque uno dei tasselli chiave di un processo di valorizzazione già in corso. Certo, i disagi al Molo Beverello sono sotto gli occhi di tutti, visti i problemi strutturali riscontrati durante i lavori, ma come ha spiegato ieri a Il Mattino il presidente dell’Adsp del mar Tirreno centrale Andrea Annunziata, «tra un paio di mesi saranno pronte le nuove biglietterie e si libererà spazio». La viabilità della zona è in sofferenza, ma anche i cantieri della metro procedono, come dimostra la recentissima apertura del tunnel tra Municipio e Stazione Marittima.

Passando agli investimenti privati, proprio via Verdi aspetta l’arrivo di Marriot International, il W Naples Hotel Lifestyle a 5 stelle che aprirà nel 2024 nell’ex sede della Banca di Roma. Tra non molto, nella Galleria Umberto, apriranno nuovi importanti brand commerciali, come Starbucks e Mondadori, e segneranno la fine dei lunghi anni di saracinesche abbassate in quei locali del monumento del Risanamento. Eccoli, i segni della Partenope che cambia pelle per sedere al tavolo delle città che implementano i servizi, per trovare un equilibrio tra indotto e vitalità, tra cuore e turismo.

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