Lavori in via Partenope: i ristoratori chiedono garanzie sui tempi e un cronoprogramma dettagliato al Comune. Il grosso delle operazioni partirà a settembre, come annunciato ieri dall'assessore alle Infrastrutture Edoardo Cosenza. Si lavorerà a step, e «tra novembre e marzo toccherà alle aree vicine a ristoranti e hotel». Se tutto filerà liscio, i cantieri saranno smantellati «entro 14 mesi» e restituiranno una via Partenope con basolato e dehors uniformi «dai colori chiari». In questo scenario, negli animi dei titolari dei locali nei dintorni di Castel dell'Ovo si fondono il plauso per un restyling atteso da anni e le preoccupazioni per le probabili perdite di incassi. Parliamo infatti di un indotto monstre che, complice il boom turistico, tocca «i 5 milioni di coperti all'anno per i locali tra via Nazario Sauro e via Partenope». C'è anche chi pensa di «chiudere l'attività» nelle settimane più intense delle lavorazioni.
Antonino Della Notte, ristoratore (titolare di 4 locali in via Partenope) e presidente di Aicast, accoglie «con grande piacere la riqualificazione.
«Sarà un restyling nell'interesse di tutti - aggiunge Gino Sorbillo, pizzaiolo vip che ha aperto sul lungomare - Converrà ad albergatori, turisti, cittadini e ristoratori. Dovremo avere pazienza: serve il tempo necessario. Speriamo non sorgano problemi che rallentino le operazioni. I dehors uniformi li immagino mobili, dotati di verde, color legno e coperti da tendoni bianchi. Via Partenope potrebbe diventare una sorta di giardino del mare allestito da imprenditori sani e attenti all'ambiente». Antonio Viola, titolare di Mammina, aggiunge che «si tratta di lavori importanti, che di certo andavano fatti. Ma le preoccupazioni ci sono. Vorremmo essere coinvolti in un tavolo per la pianificazione. Se i cantieri non verranno ben gestiti, rischiamo di vedere azzerati gli incassi: la gente non avrebbe voglia di mangiare tra bobcat e polveri delle lavorazioni. Ma il restyling serve: davanti al nostro locale c'è una fermata del bus, in disuso da anni».
Qualcuno è pronto a chiudere nel periodo dei lavori sulla soglia del ristorante, ma con le dovute garanzie: «Siamo a favore dei lavori - argomenta Andrea Macchia, socio di Regina Margherita - Nel corso dell'ultimo incontro in Comune 4 mesi fa, la nostra domanda primaria era quella di ricevere un cronoprogramma delle operazioni. Se saprò con esattezza che gli operai saranno davanti al locale a novembre, in quel mese chiuderò e manderò i dipendenti in ferie. O mi occuperò di lavori interni straordinari. È fondamentale conoscere le date in cui i cantieri si troveranno davanti a ciascun ristorante. Solo così si potranno ridurre i disagi ed evitare che i turisti pranzino tra lamiere e polveri.
Da novembre a febbraio, inoltre, si lavora con i congressi, e dobbiamo capire quanti ne potremo ospitare. Quanto alle perdite di incassi, saranno una roulette russa: dipenderanno dal mese di cantiere che toccherà a ciascuna attività. Avere gli operai davanti al locale in estate è peggio che averli in inverno. Vogliamo che i tempi vengano rispettati e che non sorgano problemi di perdite o dissesti del sottosuolo. Spero si trovi il modo di mettere in sicurezza anche i baffi della scogliera, oppure, in caso di eventuali bufere, la nuova via Partenope rischierebbe di essere spazzata via dalle onde, come capitò negli anni scorsi». «Cosenza nei mesi scorsi ci spiegò che c'erano un po' di ritardi dovuti ad alcuni ricorsi relativi al bando - dice Mirko Martucci proprietario de I Re di Napoli - Mi auguro che i lavori vengano realizzati a step, così che non si arrivi a dover chiudere».