Morto Martino Cilento: «Era passione ed eleganza»

Fu protagonista indiscusso della celebre stagione della rinascita di Napoli

Ugo e Martino Cilento
Ugo e Martino Cilento
di Cristina Cennamo
Sabato 6 Gennaio 2024, 09:00
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Martino Cilento, per gli amici Nello, se n'è andato come avrebbe voluto: circondato dall'affetto dei propri cari, e di chi in poco più di ottant'anni di vita gli aveva voluto bene davvero. Per assecondare questo suo desiderio, tante volte espresso, la famiglia ha faticosamente evitato fin qui ogni forma di pubblicità della notizia più dolorosa che possa dare un figlio, ancor più se unico e con un legame quasi simbiotico con un genitore che era forse più un caro fratello che un papà. Di Martino Cilento ci mancherà innanzitutto quell'inconfondibile guizzo negli occhi che te lo rendeva amabile fin dal primo incontro, segno inconfutabile di una mente vispa e sempre attiva che fino all'ultimo giorno lo ha reso protagonista di una storia di famiglia che andava avanti ormai dal 1780.

A quell'anno risale infatti l'esordio di una delle aziende storiche italiane più longeve ed apprezzate, espressione di eccellenza certo ma anche di caparbietà imprenditoriale e dedizione. Tutte qualità che a Martino, rappresentante della settima generazione, non sono mai mancate e che con tanto amore ha trasmesso fin da bambino al figlio Ugo Cilento, che oggi dirige l'azienda e di cui si era sempre detto più che orgoglioso. «È diventato più bravo di me», amava dire con sincero affetto a chi lo conosceva bene.

Con lo stesso affetto con cui ogni sera, di ritorno dal negozio napoletano della Riviera di Chiaia, passava a salutare i nipoti Martino e Vera, anche solo per un attimo. La vera eleganza dell'uomo, del resto, si vede non solo dall'abbigliamento, di cui ovviamente era maestro, ma soprattutto dai gesti di ogni giorno, da tutte quelle piccole attenzioni che fanno di un uomo un gentiluomo. Ed anche in questo, Martino era maestro. 

Protagonista indiscusso della celebre stagione della rinascita di Napoli, quei meravigliosi anni Ottanta in cui tutto sembrava possibile, Martino aveva iniziato la sua grande avventura in maniera apparentemente insolita. Stimato e sagace commercialista, titolare con il collega Roberto De Cristofaro di uno dei più noti studi partenopei, a prima vista poteva non sembrare il capitano di un'impresa quale senz'altro era già la Maison di famiglia. Ma Martino era un grande appassionato delle cose belle: l'arte, gli orologi, il mare, la cultura e certamente l'eleganza. Un estimatore esperto di tutto ciò che facesse rima con buon gusto e bien vivre: l'uomo elegante, amava dire, usa un vestito vecchio come se fosse nuovo ed uno nuovo come se fosse vecchio. Perché l'eleganza, spiegava, è qualcosa che si ha dentro e la vera sfida allora è riuscire ad esprimerla con compiutezza e raffinata discrezione. Tra le sue tante passioni, l'isola di Capri, dove aspettava un anno intero di potersi rifugiare con l'entusiasmo di un ragazzino e dove ha continuato a recarsi insieme al figlio Ugo e all'amata nuora Roberta fino alla fine.

 

«Papà - ha commentato Ugo Cilento visibilmente commosso - è stato per me una persona importantissima. Abbiamo trascorso una vita insieme. Mi ha insegnato l'amore per la famiglia e per le tradizioni. Mi ha insegnato la vera eleganza, la correttezza, il savoir faire che ho portato nella mia azienda che porta il suo nome. Era orgoglioso di essere la settima generazione, e già guardava alla nona con mio figlio Martino. È stato per me non solo un padre, ma un fratello, un amico. Lo ringrazio per tutto quello che ha fatto per me e per tutto quello che mi ha insegnato. Grazie papà. Grande papà!». 

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