Napoli, Port'Alba vista dall'alto: «Infiltrazioni ovunque»

Viaggio nell’arco a rischio: «Tubi crollati e degrado, si corra ai ripari»

L'arco di Port'Alba ingabbiato
L'arco di Port'Alba ingabbiato
di Gennaro Di Biase
Venerdì 10 Novembre 2023, 00:00 - Ultimo agg. 11 Novembre, 07:56
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L’arco di Port’Alba è un antro misterioso: come Napoli, ha una doppia natura che si svela poco a poco e che, come tutti i segreti, è sotto gli occhi di tutti ma si nasconde agli sguardi rapidi del passante. Per scoprire la volta in tutta la sua contraddittoria bellezza, bisogna perdercisi dentro, smarrirsi nelle intercapedini e nei massetti. Visto dal basso, con la mole di protezioni e teli stropicciati che lo soffocano da oltre 10 anni, l’arco tra piazza Dante e la via dei libri sembra l’ingresso di un palazzo degli spettri. Visto dall’alto, invece, con la statua di San Gaetano che governa e sorveglia sulle arance del meraviglioso giardino pensile, è un piccolo Eden. La via dei libri “superiore” è fatta di b&b di alto profilo e tubi crollati, di appartamenti lussuosi e infiltrazioni: è la vita di Napoli, che accavalla gli opposti a ogni metro. Questo e molto altro è emerso dal reportage che Il Mattino, nell’ambito della campagna di stampa per il ripristino dell’arco fatto erigere dal viceré Antonio de Toledo, ha realizzato “dentro” la porta della città.

Vista dall’alto, Port’Alba è un’altra strada. La parte superiore della volta, che sotto collassa, è un mini-paradiso. Un piccolo Eden privato, silenzioso, fruttato, verdeggiante, dai vasi in cotto e pavimenti rossi, sovrasta il monumento del 1625. Il giardino pensile, a forma di cerchio, confina con l’ampia terrazza del Convitto di piazza Dante, e tutt’intorno c’è una schiera di palazzi incastrati uno nell’altro, che si rincorrono centimetro dopo centimetro, senza spazi intermedi, vicinissimi in linea d’aria, ma con ingressi e portoni lontani decine di metri. «Un massetto con archi collega questo condominio con quello dal lato opposto della strada - spiega l’architetto Pasquale Belfiore - Parte del piano superiore di Port’Alba 30 è stato acquistato da francesi, e al momento ci sono lavori in corso». San Gaetano come la Tour Eiffel, in sostanza. In questa Port’Alba superiore, terrazze lussuose si alternano a balconi di b&b glamour, meta di turisti stranieri di alto profilo. In bella mostra, eppure nascosta: è la via dei libri vista dall’alto. Qui non arriva la percezione del degrado. 

Il paradiso nascosto, sopra. E il degrado che si avvista a mezza altezza, con la vita e l’incuria che sporcano e animano, allo stesso tempo, le strade e le cose. Tra la volta e le reti di contenimento si notano schiere di pietre crollate, e c’è perfino un grosso tubo venuto giù, chissà quando, e che ora riposa sulla rete metallica che salva dai calcinacci decine di teste al mese. Il tubo è arancione, come le arance del giardino. Un’ironia irriverente dei colori. Sfreccia uno scooter, intanto, sotto l’arco, facendo lo slalom tra turisti e passanti. A bordo, due uomini e svariate buste della spesa. È la vita anarchica di Napoli, che esplode qui a Port’Alba in tutta la sua caotica vitalità, in tutta la casuale bellezza della contingenza. «Ogni tanto sento un tonfo», sorride amaro Nunzio Pironti, nipote di Tullio, che ha una fornitissima libreria proprio a cavallo delle reti di contenimento. Dal suo balcone, a mezz’altezza, Port’Alba è un piccolo purgatorio. Poco oltre, al civico 3, proprio “dentro” l’arco, c’è la ex libreria “Alba di Wanda Pironti”. «Il locale è abbandonato da circa 7 anni - spiega Maurizio Pinto, libraio anche lui, proprio sotto la volta - Sopra al nostro negozio c’è un ampio magazzino».

Già, ma è deserto e «pieno di materiali di risulta» visibili a occhio nudo. L’oasi edenica del giardino pensile, da qui, appare lontanissima. Anche se è una manciata di metri di distanza. Tra tonfi, locali abbandonati, reti di contenimento e teloni, la Port’Alba di sotto sembra un palazzo degli spiriti sotto il quale scorre un fiume di vita. 

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Alfredo Mazzei e Pasquale Langella, assieme ad altri commercianti, hanno lanciato martedì il “Manifesto per la salvezza di Port’Alba”, con annessa raccolta firme, sia web (su change.org), sia nei negozi di zona. «Nel corso degli anni più volte sono state lanciate grida di allarme per lo stato di conservazione dell’Arco - recita il documento, che sta imperversando su Facebook - Sempre inascoltati. Il nostro plauso va al Mattino che ha voluto aprire una vera e propria battaglia di civiltà a difesa della incolumità pubblica e del decoro di uno dei luoghi più belli di Napoli. L’eco ha finalmente raggiunto le istituzioni e personalità rilevanti della cultura e della scienza. Ne siamo lieti. Confidiamo che questa sia la volta buona per il recupero dell’Arco e per riportare a nuova vita la Strada dei Librai». Solo ieri, primo giorno utile per firmare, sono state raccolte oltre 100 sottoscrizioni.

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