Napoli, la Galleria Vittoria dalla foto di gruppo al deserto: il cantiere s'inabissa con le ferie

Napoli, la Galleria Vittoria dalla foto di gruppo al deserto: il cantiere s'inabissa con le ferie
di Vittorio Del Tufo
Martedì 10 Agosto 2021, 08:21 - Ultimo agg. 11 Agosto, 10:00
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Le parole sono importanti, bisognerebbe usarle con prudenza. Bisognerebbe evitare, soprattutto, di farne un uso menzognero. Ciò che restava del già traballante rapporto di fiducia tra i cittadini e l'amministrazione è andato definitivamente in frantumi di fronte al naufragio delle promesse - parole come bolle di sapone - inanellate al capezzale della Galleria Vittoria, chiusa da oltre dieci mesi.

Le parole sono importanti. E proprio perché sono importanti bisognerebbe evitare di farne abuso per motivi propagandistici, com'è avvenuto in occasione della foto di gruppo (mancava solo la banda della polizia municipale) che doveva celebrare un successo, e invece ha reso immortale uno scandalo di proporzioni nazionali.

Dire ai cittadini «il cantiere della Galleria resterà aperto 20 ore al giorno per recuperare il tempo perduto» e poi accettare che il suddetto cantiere si inabissi nelle ferie d'agosto (con la presenza di una sparutissima pattuglia di operai a presidiare il bidone vuoto) senza riuscire a controllare i tempi di avanzamento dell'opera, vuol dire prendere per i fondelli gli automobilisti, che stanno pagando un prezzo altissimo allo strozzamento di un'arteria fondamentale per la viabilità cittadina.

Vuol dire mancare di rispetto soprattutto ai commercianti della zona, che da quasi un anno hanno ridotto considerevolmente il proprio giro d'affari a causa della chiusura forzata del tunnel.

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Ben oltre le «inevitabili procedure preliminari» dietro le quali si trincera l'Anas, concessionaria da parte del Comune, gli interventi di messa in sicurezza della Galleria scontano l'allucinante lentezza con cui sono stati avviati i lavori, assegnati soltanto dieci mesi dopo la chiusura del tunnel. Questa lentezza è addebitabile alle superfetazioni burocratiche di un'amministrazione allo sbando, alle incredibili difficoltà che hanno accompagnato l'approvazione del progetto esecutivo e alla partita di giro che si è resa necessaria per evitare che i fondi per i lavori (due milioni di euro) transitassero per le casse del Comune, con il rischio di essere immediatamente intercettati dai creditori che aspettano da una vita di essere pagati da Palazzo San Giacomo.

Ora, però, che questi ostacoli sono stati superati, l'opinione pubblica pretende che i lavori per la messa in sicurezza del tunnel procedano senza più intoppi o rallentamenti. Senza più parole-bolle di sapone che sanno molto di presa in giro. E avanzino celermente - estate o non estate: una città seria e moderna non chiude per ferie - per evitare che al danno già prodotto si aggiunga la beffa di un'attesa che rischia di diventare eterna. Non consentiremo che si ripeta lo strazio di via Marina, Napoli non merita questa vergogna.

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