Napoli, stop ai City Sightseeing:
10 ticket al giorno in città senza turisti

Napoli, stop ai City Sightseeing: 10 ticket al giorno in città senza turisti
di Paolo Barbuto
Mercoledì 12 Gennaio 2022, 10:00 - Ultimo agg. 13 Gennaio, 08:37
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«Dopo le ultime corse un po' affollate dei giorni delle festività, staccavamo solo dieci biglietti al giorno. Impossibile andare avanti così», Antonietta Sannino, amministratore delegato di CitySightseeing Napoli, racconta con dolore il terzo stop alle corse dei bus rossi. Il primo era stato imposto dal lockdown; subito dopo, nell'estate del 2020 i tour erano ripresi ma il turismo non c'era e fu necessario un nuovo blocco a ottobre di quello stesso anno. Poi la rinascita, che sembrava definitiva, a giugno 2021, primi CitySightseeing d'Italia a ricominciare i percorsi quotidiani, una scommessa sulla città, sul turismo e sulla rinascita. Scommessa perduta ancora una volta: da ieri i bus a due piani non percorrono più le strade della città. Secondo le previsioni/speranze dell'amministratore delegato il servizio riprenderà con la primavera. Prenotazioni bloccate per i prossimi mesi, la prima finestra utile per aggiudicarsi un tour della città di Napoli è prevista per il primo di aprile: «Ma noi speriamo di poter anticipare il giorno del rientro», dice Sannino cercando un sorriso.

Resteranno a casa sedici addetti, undici autisti e cinque accompagnatori. Andranno avanti con un contratto di solidarietà che prevede, per un tempo limitato, uno stipendio ridotto al 60% anche se l'azienda, come tutte quelle del comparto turistico, spera in una rapida decisione del Governo che riapra la cassa integrazione per gli addetti del turismo e conceda possibilità più ampie di tutela dei lavoratori.

Andare avanti con dieci biglietti al giorno era insostenibile per la società che gestisce i tour: a dire la verità i mesi di gennaio e febbraio sono sempre stati difficili per il turismo a Napoli, sono quelli in cui il crollo delle visite in città è plateale. Ma se in tempi di vita normale questi due mesi di incassi ridotti erano compensati dagli introiti generosi delle altre stagioni, stavolta nel mezzo dell'incubo Covid-19, non esistono possibilità dii compensazione.
I bus torneranno in deposito.

I costi saranno ridotti solo alle spese per il parcheggio dei giganti a due piani e alla manutenzione che resta obbligatoria. Solo in primavera si scoprirà cosa si può fare: «No, non c'è nulla da scoprire - è tenace Antonietta Sannino - si ripartirà, e questa volta non ci saranno più soste per la nostra attività. Non siamo sconfitti, stiamo solo tutelando il futuro di un'azienda che ha una vita lunga e prosperosa davanti».

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Il deserto sui sedili dei bus rossi coincide con quello negli alberghi napoletani che hanno resistito con occupazione media al 50% fino a capodanno e che oggi fanno i conti con percentuali risibili di camere occupate: i più fortunati riempiono il 20% dell'hotel, in molti non superano il 15%: «Niente convegni, niente stranieri, solo pochi italiani che vengono in città per lavoro. Questo il quadro delle presenze nelle strutture alberghiere - spiega con desolazione Antonio Izzo, presidente di Federalberghi Napoli - Il crollo è giunto subito dopo l'Epifania. In alcune giornate gli alberghi sono completamente vuoti. Il rischio attuale è che qualche hotel possa chiudere i battenti almeno fino all'arrivo della primavera, quando, si spera, la pandemia rallenterà».
Dietro l'angolo un nuovo periodo difficile per il settore del turismo. Alla lista delle strutture vuote si aggiungono i Bed and Breakfast che avevano resistito meglio durante le feste natalizie; crollo di ingressi anche nei musei e nelle attrazioni turistiche napoletane, lavoro più che dimezzato per i taxi; attività commerciali, pizzerie e takeaway del centro storico senza più clienti. Una nuova crisi si è già affacciata sulla città.

«In un momento di grande difficoltà, reso ancora più difficile dall'aumento delle bollette, diventa essenziale il sostegno istituzionale - spiega Izzo di Federalberghi - La cassa integrazione deve essere riattivata prima possibile, allo stesso tempo risulta indispensabile una moratoria sui mutui. Se le attività non producono, non hanno la possibilità di sostenere costi senza rischiare chiusure, che in alcuni casi potrebbero diventare definitive, come purtroppo sta già accadendo nella capitale, a Roma. Ad oggi Napoli resiste, ma il comparto è provato dall'incertezza. Si lavora senza programmazione, cercando di ottimizzare i periodi di pseudo-normalità, ma più trascorre il tempo più le difficoltà si acuiscono. Sono ormai due anni che lottiamo con questa pandemia e continuiamo a farlo, ma senza ristori, indennizzi e ammortizzatori sociali, sono a rischio decine di attività e centinaia di posti di lavoro».
 

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