Ecoballe ad Acerra, il Tar ferma la gara: ​bonifica sospesa

Ecoballe ad Acerra, il Tar ferma la gara: bonifica sospesa
di Pino Neri
Domenica 14 Novembre 2021, 00:03 - Ultimo agg. 17:34
3 Minuti di Lettura

Da quasi vent’anni la gente aspetta che qualcuno riesca finalmente a cancellare per sempre l’onta della presenza delle ecoballe, quelle decine di migliaia di tonnellate di rifiuti che stazionano coperti da immensi teloni neri accanto ai campi coltivati di Acerra. Una bomba di veleni che si trova nella campagna sin dai tempi delle ferali emergenze dei primi anni Duemila. L’attesa della gente era divenuta speranza concreta quando la Regione, a settembre, ha avviato la gara per l’affidamento dei lavori di rimozione delle montagnole di schifezze dal sito del Pantano. Ma la burocrazia è spietata. Sì, perché il Tar ha appena sospeso la procedura di aggiudicazione dell’appalto tanto desiderato. Le aziende che si sono viste escluse dai lavori di rimozione hanno fatto ricorso nel tentativo di tornare in pista e nel frattempo il tribunale amministrativo regionale della Campania ha congelato tutto emanando una sospensiva. Funziona purtroppo quasi sempre così.

L’appalto per la rimozione delle ecoballe riguarda i comuni di Acerra e Fragneto Monforte, quest’ultimo in provincia di Benevento. La commissione di gara della Regione ha aperto le buste contenenti le offerte delle ditte partecipanti e ha fatto una proposta di aggiudicazione dei lavori a un’azienda specializzata di Milano. Ma le ditte escluse hanno fatto ricorso e il Tar ha sospeso il provvedimento, sia per il lotto di Acerra che per quello di Fragneto Monforte (per il comune beneventano la proposta della Regione è stata favorevole a un’azienda del Napoletano). A ogni modo c’è comunque grande fiducia. Gli uffici regionali stanno lavorando a ritmi forsennati per centrare costi quel che costi l’obiettivo della consegna del servizio di rimozione prima della fine dell’anno. Si confida in un giudizio celere da parte del Tar, un giudizio ovviamente in linea con le proposte di aggiudicazione appena emanate dalla giunta guidata da Vincenzo De Luca. «Sarà necessario che interpelli gli uffici competenti per dare informazioni puntuali e attendibili su questa situazione», ha spiegato ieri il vicepresidente dell’esecutivo campano nonché assessore all’Ambiente, Fulvio Bonavitacola.

Video

La chiusura del ciclo integrato dei rifiuti e l’eliminazione delle ecoballe sono diventate il chiodo fisso di Bonavitacola. Sotto la sua gestione c’è stato un colpo di acceleratore deciso verso questa doppia direzione. L’appalto di rimozione dei rifiuti sospeso dal Tar, per tutti e due i lotti, ammonta a 19 milioni e 800mila euro. Per Acerra i lavori sono di circa 10 milioni. In totale si tratta di rimuovere 97mila tonnellate di rifiuti; 49mila le tonnellate che stazionano nel sito di località Pantano, davanti all’inceneritore, da 18 anni, a partire cioè dal 2004, il periodo più nero dell’emergenza rifiuti in Campania, quello in cui Napoli e i comuni dell’hinterland furono sepolti da una valanga di spazzatura che non si riusciva più a smaltire.

Poi però le cose sono per fortuna andate migliorando. Ma restano forti criticità dovute all’assenza di impianti per lo smaltimento dell’organico e di un sistema più controllato e moderno di riciclo di tutti gli altri tipi di rifiuti. Un settore, questo del riciclo, nelle mani di privati che, in alcuni vicende finora emerse, hanno dato la sensazione di preferire il profitto alla corretta gestione del rifiuto. E resta in auge anche la questione degli impianti di compostaggio pubblici. A questo proposito probabilmente non sarà quello di Pomigliano il primo della rete di 14 impianti pianificata dalla Regione. Sono infatti prossimi alla consegna i lavori per il compostaggio di Tufino, vicino Nola.

© RIPRODUZIONE RISERVATA