Antonio Natale scomparso a Caivano, preghiera in piazza: «Chi sa parli, aiutateci a ritrovarlo»

Antonio Natale scomparso a Caivano, preghiera in piazza: «Chi sa parli, aiutateci a ritrovarlo»
di Marco Di Caterino
Giovedì 14 Ottobre 2021, 11:00
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Una supplica alla Madonna di Fatima nella chiesa di don Maurizio Patriciello. E la richiesta di verità gridata nel corso del corteo al Parco Verde, sulla sorte di Antonio Natale, 22 anni, scomparso senza lasciare tracce dalla sera del 4 ottobre.

Due gruppi di fedeli. Quelli di don Maurizio Patriciello, un popolo compatto dietro al suo parroco, che esprime una fede che fuori dalla chiesa ha un'altra interpretazione, quella per la camorra. I fedeli hanno pregato e supplicato la Madonna di Fatima per far rientrare a casa Antonio, attirato ed inghiottito da quel buco nero che è l'ambiente dei narcotrafficanti della piazza di spaccio più grande d'Europa.

Gli altri fedeli, meno di una cinquantina che ci hanno messo la faccia e la voce, hanno attraversato il quartiere in un clima di gelida indifferenza.

Gente dalla faccia pulita che ha gridato tutta la rabbia per la scomparsa di Antonio, e che si ostina a chiedere che chi sa parli e aiuti la famiglia a ritrovare il suo Antonio. 

Sacro e profano si sono fusi nella gelida serata attraversata da un grecale che porta aliti freddi che ghiacciano cuore e anime. Durante la supplica, don Maurizio con la voce rotta dalla disperazione si è rivolto ai fedeli: «Stiamo diventando disumani. È orribile tenere in ansia la famiglia di questo giovane, che al di là delle sue scelte rimane sempre un essere umano. Per quanto mi riguarda io continuo a cercare un ragazzo vivo...». In un disperato controcanto, gli amici e i familiari di Antonio, in particolar modo la sorella Marilena e il fratello Giuseppe, hanno gridato con quanto fiato ancora hanno in corpo, un appello angosciante. «Chi sa parli. Faccia in modo di far tornare Antonio a casa, che con la camorra non aveva nulla a che fare», hanno ripetuto come un mantra.

Il corteo, un gruppo sparuto con molte donne e mamme che vivono di batticuore e preghiere per non far cadere i loro figli nel vortice della droga e alcuni ragazzini, è partito dall'isolato D, dove abita la famiglia di Antonio. E ogni passo è stato scandito da un appello disperato a rompere l'omertà. «Chi sa parli», gridato a tutta voce nel megafono, e subito vaporizzato senza lasciare tracce nell'indifferenza generale. E con un affronto. Le piazze di spaccio hanno continuato a vendere la droga come se nulla fosse. Cuori di pietra i pusher del Parco Verde. Nel chiuso del loro mortifero giro Antonio Natale e i suoi ventidue anni sono scomparsi nel nulla, un caso agghiacciante di lupara bianca. 

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Il corteo ha percorso un centinaio di metri sulla circumvallazione, fino alla rotonda di corso Umberto per poi ritornare all'ingresso del Parco Verde dove per circa un'ora ha sostato come presidio, con gli striscioni che bloccavano l'ingresso del quartiere, in modo tale che anche gli automobilisti di passaggio, costretti a rallentare, potessero leggere le scritte «Ridatemi mio figlio» e anche «Antonio è figlio di tutti... chi tace è complice». Poi lentamente il corteo si è avviato verso l'isolato D con un mesto andamento che ha ricordato quello dei funerali. Che forse Antonio non avrà mai, nonostante i manipoli dei fedeli su sponde opposte.

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