Blitz nelle case del clan ad Arzano, il comandante dei vigili ​pedinato e minacciato: «Qua i macelli non si fanno»

Blitz nelle case del clan ad Arzano, il comandante dei vigili pedinato e minacciato: «Qua i macelli non si fanno»
di Marco Di Caterino
Domenica 13 Febbraio 2022, 22:58 - Ultimo agg. 15 Febbraio, 08:21
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Dopo le bombe a Frattaminore, arrivano minacce e intimidazioni al comandante della polizia municipale di Arzano e una stesa a colpi di mitra nel rione delle palazzine popolari di via Rossini a Frattamaggiore. Mandante unico è il clan 167, la cosca di Arzano che prende il nome dal complesso delle case popolari di via Colombo e che sta terrorizzando i comuni a nord di Napoli. Una guerra cominciata il 24 novembre scorso, quando i killer del gruppo Monfregolo spararono all’impazzata nel Roxy Bar uccidendo Salvatore Petrillo, reggente del clan per il gruppo Cristiano. Nell’azione di fuoco furono feriti due innocenti avventori e due guardaspalle del reggente. 

Nei giorni scorsi, mentre a Frattaminore quel che resta dall’ala dei Cristiano in precipitosa fuga dal rione 167 trovava riparo presso la cosca Mormile, il gruppo Monfregolo è ritornato da vincitore nelle palazzine popolari di via Colombo ad Arzano. Contemporaneamente sono scattati i controlli degli agenti della polizia municipale, diretta dal comandante Biagio Chiariello, che già era stato minacciato di morte nel febbraio del 2021, insieme al commissario prefettizio e alla segretaria comunale.

Il comandante Biagio Chiariello aveva ricevuto una lettera anonima firmata «167», perché impegnato nel complicato censimento degli occupanti abusivi di alloggi popolari. Una minaccia all’epoca forse presa sotto gamba. Minacce e gravi intimidazioni che si sono ripetuti nei giorni scorsi.

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In uno degli appartamenti occupati da alcuni familiari del boss Giuseppe Monfregolo, alla richiesta dei documenti di identificazione, uno di questi rivolgendosi al comandante con tono ironico gli ha chiesto se avesse diretto la polizia municipale di Frattamaggiore. Alla risposta affermativa, il parente del boss ha aggiunto: «So che a Frattamaggiore avete fatto macelli (controlli assidui e quotidiani, ndr), ma qui siamo ad Arzano e i macelli non si fanno». Mantenendo un invidiabile sangue freddo, di fronte a una evidente minaccia in stile mafioso, il comandante Chiariello ha terminato le operazioni di controllo e ha denunciato la figlia del boss Giuseppe Monfregolo per occupazione abusiva di alloggio. Ma la cosa non è finita. Oltre al messaggio cifrato, è accaduto anche di peggio. Quando il comandante Chiariello è salito sull’auto di servizio, nemmeno il tempo di mettere in moto che è stato affiancato da una Panda con a bordo due affiliati alla cosca, che hanno fissato a lungo il capo della polizia municipale per poi seguirlo, anzi tallonarlo per alcuni minuti. Potevano essere armati. 

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L’episodio è al vaglio della magistratura e verrà valutato dal prefetto di Napoli per l’assegnazione di una scorta al comandante della polizia municipale, impegnata da almeno un anno nei controlli del rione 167. Lo scorso settembre furono denunciate 23 persone per occupazione abusiva e furono abbattuti immobili (tra cui l’abitazione di Salvatore Petrillo) realizzati abusivamente su spazi condominiali. Fu anche accertato che gli abusivi non avevano pagato fitti per circa 240mila euro. 

Intanto la faida interna al clan 167 si è allargata a macchia d’olio, arrivando fino a Frattamaggiore. Tre giorni fa, nel quartiere popolare di via Rossini c’è stata una stesa, sventagliate di mitra sono state esplose dall’Asse Mediano e hanno colpito, senza ferire nessuno, l’abitazione di un affiliato alla cosca Cristiano-Mormile. E non per ultimo, venerdì scorso, durante la manifestazione del Comitato per la liberazione dalla camorra a Nord di Napoli, mischiato tra la gente c’era un affiliato al clan 167, meglio noto come «’o picchiatore», che con il cellulare ha ripreso uno a uno i presenti, tra questi il sindaco di Arzano Cinzia Aruta.

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