Asl Napoli 1, appalti agli “amici” in cambio di voti e regali: «È un comitato d’affari»

Asl Napoli 1, appalti agli “amici” in cambio di voti e regali: «È un comitato d’affari»
di Leandro Del Gaudio
Domenica 1 Agosto 2021, 23:05 - Ultimo agg. 2 Agosto, 19:20
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Uno stabile e consolidato sodalizio che agisce nelle stanze della Asl Napoli 1, che è in grado di incidere sulle scelte amministrative, sui rapporti con le ditte appaltatrici di servizi di straordinaria utilità: un gruppo di potere capace di veicolare proroghe, di incidere su conguagli, di condizionare commesse, finendo addirittura per vanificare (o ammorbidire) controlli messi in campo dalla stessa Asl o dai carabinieri del Nas. È questo l’affondo tracciato dalla Guardia di Finanza, nel corso di un’inchiesta che punta a verificare la gestione di alcuni appalti legati al servizio antilegionella in presìdi e ospedali cittadini. Una vicenda culminata in alcune perquisizioni meno di un mese fa, che viene approfondita alla luce di una informativa della Finanza (nucleo di polizia economico e finanziaria) dinanzi al Tribunale del Riesame: 19 indagati, ci sono dirigenti pubblici ritenuti legatissimi a un gruppo di imprese che sembrano godere di un occhio di riguardo, in materia di proroghe e controlli, al punto tale da alimentare un sospetto tutto da approfondire.

Scrivono quelli della Finanza: «Gli elementi probatori finora acquisiti comproverebbero uno stretto sodalizio, nel quale sarebbero coinvolti imprenditori, dirigenti e dipendenti della pubblica amministrazione locale, nonché esponenti della realtà politica campana, tutti determinati a far ottenere l’aggiudicazione di gare ad evidenza pubblica per la fornitura di lavori e servizi a favore di società ad essi riconducibili».

Una vicenda che merita una premessa: le verifiche in corso non spostano di una virgola la serietà del lavoro condotto dall’Asl Napoli uno nell’ultimo anno e mezzo, coinciso con l’avvento della pandemia, a partire dalla condotta dei vertici che stanno collaborando con la Procura di Napoli a indicare eventuali criticità. Cento pagine, un lungo lavoro di appostamento, finanche l’uso del trojan che ha ripreso colloqui e incontri su cui sono in corso le verifiche di polizia giudiziaria. 

Inchiesta condotta da De Roxas, Di Mauro, Woodcock, si parte dalle intercettazioni a carico di dirigenti e tecnici Asl del calibro di Bruno Sielo (oggi in pensione), Claudio Ragosta (dimissionario e in pensione), Carmine De Felice (dirigente), Antonio Trinchillo (dirigente), Gennaro Albano (dirigente tecnico, direttore dell’esecutore del contratto relativo alla convenzione Consip), Graziella Milan (direttrice del coordinamento Rsa Anziani, sede Frullone); ma al di là di funzionari e dirigenti, spuntano i nomi di imprenditori coinvolti nelle verifiche della Finanza, tra cui Maurizio Matacena, della Coop for service, che - a leggere alcune intercettazioni - sembra capace di vantare contatti con la politica, tirando in ballo consiglieri o ex regionali come Luciano Passariello (destinario della perquisizione di luglio), o Francesco Picarone (che viene solo tirato in ballo, ma che non compare tra gli indagati); Nicola Lepre e Gianluca Lauricella (Coop for service), Giuseppe Pignataro (responsabile della ditta Zephiro spa), Rosario Esposito (Sea costruzioni), Francesco Florio, Arcangelo e Antonio Martino (Ag Multiservice); Bruno Sansone (amministratore di fatto della Eivissa).  

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Si parte dai presunti disservizi sulla legionella. Ipotesi di corruzione. Secondo la Procura, per mesi alcune ditte avrebbero lavorato senza contratto o non avrebbero svolto il servizio a norma, incassando comunque contratti e proroghe. C’è preoccupazione per i controlli, come emerge da una frase attribuita a Ragosta in una delle riunioni nel suo ufficio. Spiega Carmine De Felice: sono due mesi che non si fa niente, in materia di prevenzione, a questo punto Ragosta riferisce ai suoi collaboratori che ci sono stati due morti per contagio di legionella. Dovunque vanno i carabinieri del Nas - aggiunge - trovano la legionella, basta andare in qualunque scantinato, nessuno si è curato della questione».

È il 25 settembre del 2020, quando Nicola Lepre, rivolgendosi al collaboratore Gianluca gli chiede di sbloccare la spedizione di due cellulari, in relazione a un mandato di pagamento trimestrale e all’esigenza di chiudere un conguaglio. C’è connessione tra le due cose? Verifiche anche sulla presunta ipotesi corruttiva a carico del funzionario Gennaro Albano: Nicola Lepre racconta a Maurizio Matacena di essere disponibile nei confronti del funzionario Albano, «per interventi all’impianto elettrico della sua abitazione». Successivamente, Lepre confida al suo interlocutore che sta effettivamente predisponendo gli impianti di domotica presso il domicilio di Gennaro Albano, a titolo di regalia». Parole in libertà? Semplici vanterie? Saranno le verifiche in corso a sgomberare ogni dubbio sulla condotta del funzionario tirato in b

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