Assegno di inclusione, boom Campania ma la platea del reddito di cittadinanza è dimezzata

Sul podio le filiali di Napoli, Afragola e Giugliano

Le proteste di quest'estate contro l'abolizione del reddito di cittadinanza
Le proteste di quest'estate contro l'abolizione del reddito di cittadinanza
di Valerio Iuliano
Giovedì 11 Gennaio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 19:00
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Dal reddito di cittadinanza all'assegno di inclusione. I requisiti sono cambiati, la platea dei percettori è destinata a ridursi fortemente, forse ad essere dimezzata. Dal 26 gennaio l'Inps farà i primi accrediti relativi alle domande di Assegno di inclusione presentate dal 18 dicembre al 7 gennaio, in presenza di Patto di attivazione digitale sottoscritto entro lo stesso mese e con esito positivo dell'istruttoria. «Per poter accedere al beneficio - spiegano all'Inps - è necessario presentare la domanda di Adi, effettuare l'iscrizione al Sistema Informativo di Inclusione Sociale e Lavorativa (SIISL) e sottoscrivere il Patto di Attivazione Digitale (Pad) del nucleo familiare».

In caso di sottoscrizione tardiva del Pad, il riconoscimento del beneficio decorrerà dal mese successivo a quello di sottoscrizione del Pad stesso.

«Le domande presentate in tutta Italia, fino all'8 gennaio, sono 510mila», fa sapere il direttore dell'Inps di Napoli Roberto Bafundi.

Un consistente calo rispetto ai 700mila386 percettori di Rdc di novembre 2023. Un dato che conferma quanto il cambio dei requisiti possa essere foriero di un forte restringimento della platea. 

Nella classifica per regioni la Campania resta al primo posto. Le domande effettuate sono 170mila716, pari a un terzo del totale nazionale. Il numero dei percettori di almeno una mensilità del precedente sussidio si è ridotto ampiamente negli ultimi due anni, dai 193 mila del 2019 ai 289mila del 2020, dai 333 mila del 2021 - anno del boom del Rdc, in concomitanza con la pandemia - fino ai 328mila del 2022 e ai 271mila dello scorso anno.

Nella classifica per province, spetta a Napoli il primato delle domande presentate. «Siamo a quota 110mila418», spiega Bafundi. Le richieste di sussidio da parte dei napoletani sono cresciute nei primi anni per poi crollare un anno fa. Nel 2019 erano 170mila per poi arrivare a 176mila l'anno successivo, scendere a 142mila nel 2021, risalire a 180mila nel 2022 e poi calare nuovamente a 86mila nel 2023.

I numeri delle domande delle singole filiali confermano una distribuzione omogenea delle richieste di sussidio sul territorio. La filiale di Napoli, che corrisponde a un ampio segmento cittadino, è in vetta alla graduatoria con 17mila145 domande. Al secondo posto la filiale di Afragola, comprendente una larga fetta della periferia Nord, con 11mila885 domande. Al terzo posto Giugliano (9534), al quarto Scampia con poco più di 9mila domande. Segue Napoli Centro con 8257, Pomigliano con 7275, Torre del Greco con 7254, I numeri delle altre province sono più risicati rispetto a quelli di Napoli. Caserta figura al secondo posto con 30.686 domande, contro le 20.510 di Salerno, le 5593 di Avellino e le 3509 di Benevento.

L'Adi è destinata ai nuclei nei quali sono presenti figli minori, disabili ovvero componenti ultrasessantenni o in condizioni di svantaggio, inseriti in programmi di cura e assistenza dei servizi socio sanitari.  I nuclei che hanno percepito il sussidio a novembre 2023, con almeno un minore, sono 294mila 318. Nettamente superiore il numero dei nuclei senza presenza di minori, in tutto 529mila 377. Un dato che conferma un prevedibile ed ampio restringimento della platea. Stesso discorso per i nuclei con un disabile. 213.976, su un totale di 823.965.

Le domande di accesso alla nuova misura di contrasto alla povertà sono destinate a infittirsi nei prossimi giorni. Lo dimostra il fatto che i potenziali beneficiari dell'Adi sono, secondo le stime Inps, 737mila400, un numero che comprende tutti i nuclei familiari che abbiano al loro interno un disabile, un minore o un over 60. Sono 348mila le famiglie con al loro interno almeno un minore, 215mila800 quelle con un disabile e 341mila700 quelle con un componente al di sopra dei 60 anni.
I potenziali percettori della nuova misura non corrispondono a quelli del Reddito di cittadinanza, che nel 2023 sono stati 1milione110mila. Il restringimento della platea è dovuto all'inserimento del criterio degli occupabili, ovvero gli adulti al di sotto dei 60 anni ritenuti in grado di lavorare. 

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