Napoli, Villa Roomer riapre per una domenica: storia e cultura per risollevare Barra

Napoli, Villa Roomer riapre per una domenica: storia e cultura per risollevare Barra
di Alessandro Bottone
Domenica 6 Ottobre 2019, 14:41 - Ultimo agg. 14:43
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Aperta al pubblico la storica Villa Roomer a Barra, una delle centoventidue ville vesuviane e una delle dieci costruite nel quartiere della periferia orientale di Napoli. Il monumentale edificio, anche noto come Palazzo Bisignano, oggi proprietà del Comune di Napoli, è al civico 67 di corso Sirena e si caratterizza per la coloratissima facciata rosso porpora.

Il palazzo prende il nome dai Sanseverino, principi di Bisignano. «Esso fu ampliato nel secolo XVII per volere di un ricco mercante fiammingo, Gaspare Roomer, sulle rovine di una villa già esistente sin dalla fine del '500 andata distrutta per un'eruzione del Vesuvio». É la descrizione di Cesare De Seta nel testo «I casali di Napoli» dal quale si apprende che questa era diventata una importantissima dimora di villeggiatura. «Il Roomer fu anche un cultore di arte e nel suo palazzo raccolse una pinacoteca importantissima» scrive De Seta. Alla fine del '700 i Sanseverino restaurarono l'edificio che oggi sfoggia tutta la sua bellezza non solo per l'imponente facciata ma anche per il cortile con il porticato e il pozzo, lo scalone e le terrazze. Caratteristiche la torre belvedere e la balaustra in piperno sulla terrazza. Lo storico Angelo Renzi sottolinea che, alla fine del '700 «i Bisignano trasformarono il giardino, già esistente, in un vero e proprio orto botanico» - del tutto scomparso nel corso del 1800, oggi ha lasciato spazio alle palazzine popolari - e «aggiunsero il secondo piano alla facciata e contestualmente sopraelevarono la torre». Nel corso del '900 - durante il quale la proprietà passa al barone Giulio Rodinò - parte della villa è stata utilizzata come istituto scolastico (ex scuola media Rodinò, successivamente Castello). Lo storico Renzi sottolinea anche l'importanza dell'archivio privato Sanseverino di Bisignano - prima ospitato nella torre della villa, poi trasferito nell'archivio di Napoli - e degli affreschi realizzati dal pittore Aniello Falcone nel 1600 che raffigurano scene della vita di Mosè. Attualmente diversi locali di Villa Roomer sono affidati a privati.
 
 

Stamattina ad accogliere residenti e curiosi provenienti da altri quartieri sono stati gli attivisti dell'associazione «Cittadinanza Attiva per la Barra», la cui sede è proprio al piano terra del complesso. L'associazione, grazie al supporto dello storico Angelo Renzi, ha realizzato una bacheca affissa nel cortile nella quale sono state riportate le informazioni sulla villa e raccontata la storia dell'edificio. Obiettivo dell'evento è far conoscere la storia del quartiere e del suo importante patrimonio ma anche sensibilizzare le istituzioni a una maggiore attenzione verso i beni da tutelare. «É da tempo che chiediamo alle istituzioni di avere la possibilità sia di salvaguardare la storicità del territorio portandola a conoscenza dei cittadini tutti, che di utilizzare la stessa come veicolo contro il degrado in cui versa il quartiere» afferma Rino Amato, portavoce dell'associazione. «Il nostro sogno, che vorremmo diventasse realtà, come più volte richiesto, è di avere la possibilità di poter adottare gli spazi accessibili, facendo nascere in essa una accademia dell'arte e accendere una luce che possa illuminare l'abbandono che ci circonda».

Aprire le porte della villa è stata una occasione per mostrare l'eredità storica di Barra che oggi vive momenti difficili dal punto di vista socio-culturale. La mancata conoscenza dei luoghi da parte dei residenti, secondo gli organizzatori, va contrastata proprio con la consapevolezza dell'importanza di luoghi come questo che a Barra non mancano. La speranza è inserire questa singola iniziativa in un circuito più ampio che possa restituire l'adeguata attenzione a un bene storico a tanti sconosciuto.
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