Il pasticcio del concorso Asìa a Napoli, l'azienda si difende: «Due bandi diversi»

Esclusi gli autisti già idonei nella precedente selezione: "Ma noi cercavamo spazzatori"

Nuovo concorso Asìa, fuori gli idonei del bando precedente
Nuovo concorso Asìa, fuori gli idonei del bando precedente
di Valerio Esca
Lunedì 13 Marzo 2023, 16:49
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«Il primo bando è stato necessario per coprire il fabbisogno di personale operaio addetto allo spazzamento e raccolta nel triennio 2022/2025,  conseguenza del forte turnover presente in azienda per l’elevata età anagrafica dei propri dipendenti ed il requisito aggiuntivo della patente C e Cqc non era vincolante per partecipare al concorso (che ricordiamo era per operatori ecologici) ma è stato richiesto dalla società in relazione all’evolversi del sistema di spazzamento che verrà sempre più indirizzato verso l’utilizzo automatizzato con macchine specializzate che richiedono il possesso della patente».

Asìa, azienda di igiene urbana del Comune di Napoli, replica agli autisti – dopo l’articolo pubblicato domenica da Il Mattino - risultati idonei nel concorso 2022 per operatori ecologici, che però saranno costretti a partecipare ad un nuovo bando.

Meno di un mese fa infatti, l’azienda ha indetto un nuovo concorso per 100 autisti e 20 operai addetti alla manutenzione. Un bando ex novo – il termine ultimo per la presentazione delle candidature è il 17 marzo – rispetto a quello pubblicato la scorsa estate per 500 aspiranti operatori ecologici, che si è concluso a metà novembre. Due selezioni pubbliche a distanza di pochi mesi. Nulla di strano se non fosse che tra gli idonei del concorso 2022 – quelli che non sono riusciti a rientrare tra i neoassunti - risultano 25 figure in possesso dei requisiti di autisti. Nel vecchio bando essere in possesso della patente C o Cqc (Carta di qualificazione del conducente, per trasporto merci) è risultato determinante al fine dell’ottenimento di un punteggio più alto. Nella valutazione dei titoli quelle tipologie di patenti sono valse ai candidati ben 5 punti in più. La domanda sorge spontanea: perché Asìa prima di mettere a bando 100 posti per autisti non ha dato un’occhiata tra gli idonei di un concorso concluso pochi mesi fa? Se lo chiedono anche coloro che adesso dovranno ripetere tutta la trafila e chissà con quale esito finale.

«In relazione alle competenze del personale attualmente in forza e di quelli in corso di assunzione è stato  chiaramente indicato nell’avviso di selezione privatistica ad evidenza pubblica – ribadiscono i vertici di Asìa -, che il fabbisogno di autisti stimato per il triennio 2023/2026, da assumere è stato considerato già al netto delle risorse interne che accederanno a tale opportunità con le normali modalità selettive  (job posting interni e prova pratica), inclusi i neo assunti in possesso del requisito di accesso e cioè la patente C e Cqc. Al fine di avere personale già professionalmente formato sono stati inseriti elementi premianti che sono considerati solo se il candidato supera i quiz che avranno un tenore più tecnico rispetto all’avviso indirizzato agli operatori addetti allo spazzamento e raccolta». «L’obiettivo aziendale – spiegano ancora da Asìa – è quello di sostituire, anche in questo caso, personale prossimo alla quiescenza, sopperire ad una evidente carenza in organico e soprattutto la necessità di immettere nuove e piu’ qualificate competenze tecniche per gestire internamente i cicli di manutenzione preventiva e predittiva anche in ottica dei futuri investimenti su macchine e attrezzature di elevato grado di complessità».

Poi una puntualizzazione alle parole pronunciate dal consigliere del M5S Claudio Cecere durante l’ultima assemblea cittadina. Cecere si chiedeva il perché «bandire un nuovo concorso e non assorbire gli autisti risultati idonei nell’altro bando». «È opportuno evidenziare che il primo avviso non era pensabile accoppiarlo ad altre richieste di personale in considerazione dell’elevato numero di candidati – rimarca il management di Asìa - che ci aspettavamo partecipasse e soprattutto da sottolineare che i punteggi aggiuntivi, compreso quello legato alla patente C ed al certificato Cqc venivano attribuiti solo al superamento dei quiz e certamente non garantivano l’ingresso negli idonei. Inoltre i costi sostenuti e da sostenere sono commisurati al numero dei partecipanti e al tempo necessario all’espletamento dell’avviso con ovvia conseguenza che l’accorpamento non equivale ad un minor costo societario».

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