Camorra, il sogno dei clan: «Dobbiamo fare soldi per riprenderci Napoli»

Camorra, il sogno dei clan: «Dobbiamo fare soldi per riprenderci Napoli»
di Leandro Del Gaudio
Domenica 6 Settembre 2020, 11:15 - Ultimo agg. 12:54
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Brutta storia a Napoli nord. C'è un miscuglio criminale - una sorta di melting pot camorristico - nato dalle batoste giudiziarie inferte negli ultimi anni su un intero spaccato malavitoso. Pochi nomi, che hanno aggregato attorno a sé un esercito di camorristi, di fuoriusciti, eredi di qualcuno o aspiranti qualcosa. Sono gli ex della Vinella Grassi, del clan Lo Russo, degli Amato-Pagano, ma anche i nuovi del clan Stabile (un tempo chiamati capelloni, che sembravano spariti dai radar dalla fine degli anni Novanta), che stanno provando a rimettere in piedi una sorta di cartello unico. E a leggere quanto emerge da una delle informative di pg depositate in ben due inchieste della Dda (quella contro i clan Angrisani-Grimaldi e quella culminata pochi giorni fa nell'arresto dei presunti autori di un sequestro di persona), c'è un'espressione che la dice tutta sui nuovi fermenti criminali: «Riprendersi Napoli». O meglio: «Fare soldi», per riconquistare quella fetta di territorio persa negli ultimi dieci anni, grazie a centinaia di provvedimenti giudiziari, tra arresti e sequestri di beni.

E tutto il resto ruota attorno a questo obiettivo, quello di riprendersi Napoli, appunto. Due inchieste parallele, sfociate lo scorso giugno negli arresti di 51 presunti affiliati agli Angrisano-Petriccione-Grimaldi (area Vinella grassi), mentre due giorni fa sono scattate le manette ai 13 presunti sequestratori di persona. Cosa accade a Secondigliano? A leggere le indagini condotte dai pm Maurizio De Marco, Vincenza Marra e Maria Sepe (quest'ultima titolare degli arresti per il sequestro di persona), c'è un'enorme ricerca di soldi, ma anche una costante disponibilità di armi da fuoco. Brutta miscela, capace di giustificare qualsiasi colpo di testa. Come quello accaduto il 13 febbraio scorso, quando un operaio 30enne è stato sequestrato e imprigionato in un garage di Scampia, in attesa che la famiglia raccogliesse 40mila euro in segno di riscatto.

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Indagini dei carabinieri del comando provinciale, preoccupano i metodi pulp di una camorra che sembrava relegata a finzioni narrative e cliché cinematografici: «Ti tagliamo le dita e le mandiamo a tua madre», dice uno dei sequestratori al 30enne preso in ostaggio, al quale bruciano anche la mano con un accendino come monito, qualora non arrivino i soldi («ti appicciamo...»). Gip Fabrizio Finamore, sotto i riflettori soggetti del calibro di Salvatore Roselli, Nunzio Pecorelli, Antonio Ronga, Gennaro Caldore, Pasquale Pandolfi, Pasquale Concilio, Stefano Di Fraja, che sono stati riconosciuti come i presunti autori del sequestro avvenuto mesi fa in via Santa Maria a Cubito. Poi ci sono quelli raggiunti dal blitz dello scorso luglio, tutti più o meno legati alla Secondigliano Vecchia della Vinella grassi: parliamo di Salvatore Petriccione, di Angelo e Alessio Angrisano, di Giuseppe Scarpellini, che in pochi mesi avevano rimesso in moto la macchina delle estorsioni. Centinaia di target, di «clienti», di vittime, solo se rimaniamo al mercatino settimanale di «rione Berlingieri», con una tendenza ad imporre tangenti anche in piazza Di Vittorio e corso Secondigliano.

GLI STIPENDI
Ma andiamo a leggere le conclusioni investigative che hanno spinto due mesi fa il gip D'Ancona a firmare la retata dei 51 arresti. C'è un capitolo a sé che riguarda il «welfare» criminale, con un registro contabile degno di un'azienda: a fare da cassiere - scrivono i pm - sono Salvatore Criscuolo e Pietro Del Piano, ma è solo Vincenzo Grimaldi a dare il via libera alle «settimane». Quanto incassa un affiliato semplice? 250 euro a settimana, mentre quando si cresce «sulle piazze» si accetta il sistema delle quote e delle puntate, a mo' di manager in proprio. Ma occhio - avverte Grimaldi - certe cose vanno stabilite con gli «altri» (gli scissionisti degli Amato-Pagano). In alcuni casi sono due donne a gestire la cassa, quando c'è il rischio di blitz o arresti (un rischio che diventa concreto con qualche soffiata calda), mentre resta attuale un altro capitolo di questa indagine: l'enorme disponibilità di armi per una camorra che punta a ritrovare soldi e unità. Armi e potere, fosse anche con un sequestro lampo: parte da qui il sogno (o incubo) di conquistare Napoli.

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