«Notizie riservate al clan»,
carabiniere finisce a processo

«Notizie riservate al clan», carabiniere finisce a processo
di Ferdinando Bocchetti
Martedì 21 Dicembre 2021, 12:13
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Dovrà affrontare un processo Raffaele Messere, il carabiniere a lungo in servizio presso la caserma di Marano e da qualche anno destinato ad altro incarico. Lo ha deciso il giudice per le udienze preliminari Anna Tirone, in forza al tribunale Napoli nord. Il militare dell'Arma, che ha optato per il rito ordinario, deve rispondere del reato di corruzione aggravata dalla finalità mafiosa. Nello specifico avrebbe «compiuto atti contrari ai doveri d'ufficio», evitando di esercitare «pressanti controlli sul territorio e nello specifico nelle zone di Marano dove operano gli affiliati al clan Polverino».

Il carabiniere, secondo quanto ricostruito dalla pubblica accusa, avrebbe inoltre fornito notizie su indagini, perquisizioni o esecuzione di provvedimenti restrittivi a carico di esponenti della fazione criminale un tempo egemone a Marano e nei comuni limitrofi.

Il processo a carico di Messere inizierà a marzo e sarà celebrato presso gli uffici giudiziari di Napoli nord.


È stato assolto da ogni accusa, invece, Sabatino Cerullo, alias «Ciccio pertuso» (nella foto), affiliato di primo piano del clan Polverino, tuttora detenuto per altri reati: associazione mafiosa e traffico di stupefacenti. Cerullo, che aveva scelto il rito abbreviato, era accusato di concussione aggravata dal metodo mafioso. Di aver, in pratica, elargito o promesso denaro e favori al carabiniere Messere.

L'indagine, coordinata dal pm Maria Di Mauro, scaturisce dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Biagio Di Lanno e da un'intercettazione ambientale di qualche anno fa. I fatti per i quali Cerullo e Messere furono tirati in ballo sono antecedenti all'ottobre del 2015. Nell'intercettazione incriminata, si farebbe riferimento ai favori che Messere avrebbe ricevuto da Cerullo, personaggio di spicco della criminalità organizzata locale.

«Ciccio Pertuso», nella scala gerarchica del clan Polverino, è da collocare subito dopo i super big: Giuseppe e Antonio Polverino, Giuseppe Simioli (oggi collaboratore di giustizia), Carlo Nappi, Fabio Allegro e Giuseppe Ruggiero. Il pregiudicato era particolarmente attivo nella zona del corso Mediterraneo, dove un'agguerrita frangia del clan Polverino ha dettato legge fino a pochi anni fa. Cerullo è stato a lungo anche il braccio destro del defunto Gaetano Ruggiero, meglio noto come o Pellerossa, ucciso in un agguato di matrice camorristica una ventina d'anni fa.

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