Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli, i ricercatori danno la caccia agli inquinanti con i sensori

In campo la stazione Anton Dohrn, prelievi anche in Villa comunale

I ricercatori della stazione Anton Dohrn
I ricercatori della stazione Anton Dohrn
di Mariagiovanna Capone
Lunedì 29 Aprile 2024, 23:30 - Ultimo agg. 1 Maggio, 08:59
3 Minuti di Lettura

Al molo San Vincenzo, da due giorni è approdato il veliero Tara Ocean. All’apparenza un normale due alberi, ma in realtà è uno dei più attrezzati laboratori scientifici galleggianti con una missione ben precisa: misurare l’impatto dell'attività umana su mari e coste europee con il progetto Trec (Traversing European Coastlines), spedizione coordinata dallo European Molecular Biology Laboratory insieme alla Tara Ocean Foundation e all’European Marine Biology Resource Centre, partita nell’aprile 2023 per valutare i livelli di inquinamento e la salute delle acque ma, per la prima volta, anche del suolo costiero. Ora Tara fa tappa nel mar Mediterraneo, o meglio alla Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli, tra i partner europei del progetto e tappa principale italiana della spedizione. Napoli è considerata una super tappa perché «il Golfo è un hot spot di biodiversità, per questo Anton Dohrn ha fondato qui 150 anni fa la Stazione zoologica.

Solo in questo Golfo troviamo concentrati gli organismi presenti in tutto il Mediterraneo, un patrimonio straordinario» ha spiegato Iole Di Capua, biologa marina della Szn e chief scientist a bordo di Tara. Cosa ci diranno i dati raccolti in questi giorni a Napoli, lo sapremo «tra almeno due anni, poi saranno Open Access, così gli scienziati di tutto il mondo potranno usarli anche per loro ricerche» ha detto Antonella Ruggiero dell’Embl.

Qualcosa di anomalo è stato trovato in questo viaggio lungo un anno? «Sì - ha ammesso Ruggiero - il suolo costiero in Polonia era privo di umidità e bassa salinità. Forse per il riscaldamento del mare». Importanti poi i confronti con dati già esistenti. «Grazie ai long term sites, aree che studiamo da tempo come MareChiara (da 40 anni) a largo di Castel dell’Ovo, o i più recenti NereaSarno e NereaCapri, possiamo fare dei confronti per comprendere meglio come è variata la biodiversità del Golfo» ha aggiunto Di Capua. La foce del Sarno sarà oggetto di campionatura «e contiamo di avere delle conferme di un miglioramento. Vent’anni fa era molto inquinato, raccoglievamo campioni totalmente abiotici, senza vita. Adesso gli organismi ci sono e questa è una buona notizia». I biologi marini raccoglieranno campioni di acqua, suolo, sedimenti e aerosol oltre che a Napoli e Sarno anche a Pozzuoli, Cuma, e di plancton a Ischia.

Video

I rilievi

Ieri mattina è iniziata la raccolta di campioni a Mappatella beach, tra gli sguardi curiosi di molti avventori stesi al sole. Dopo aver immerso a mare un sensore che fornisce dati su salinità, temperatura, ossigeno e conduttività, un biologo ha prelevato campioni d’acqua. Un altro gruppo di ricerca ha raccolto la sabbia, e un altro ancora, la parte più antropizzata della costa cioè il suolo della Villa Comunale. Qui, in particolare, cercano dna di organismi, tracce di xeno, per verificare il grado di inquinamento e dei metalli pesanti. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA