Camposano, il racket torna a colpire: una bomba contro la macelleria

Camposano, il racket torna a colpire: una bomba contro la macelleria
di Carmen Fusco
Domenica 16 Ottobre 2022, 11:00
3 Minuti di Lettura

Una bomba carta esplode nel cuore della notte facendo saltare la serranda di una macelleria, i vetri delle case vicine. Camposano, via Marconi, civico 97: di fronte, a pochi metri, si trova anche l'abitazione del sindaco Francesco Barbato, anche lui residente in una delle strade che consentono l'accesso al piccolo centro e che si trova a pochi metri dal centro del Paese e della piazza. Sono le 23,45, nemmeno tardissimo, e per giunta è venerdì, giorno della settimana in cui soprattutto i giovani restano fuori fino a tardi.

Via Marconi non è affatto una strada isolata e per giunta è costellata da abitazioni: chi ha agito ha corso il rischio di essere visto, ma non ha rinunciato a consegnare il messaggio intimidatorio facendo esplodere l'ordigno.

Il boato è stato avvertito a chilometri di distanza. A correre a sirene spiegate verso il locale sventrato dalla bomba i carabinieri della stazione di Cimitile e i colleghi della sezione operativa della compagnia di Nola, diretta dal capitano Gerardo De Siena. È stato subito ascoltato il titolare della macelleria, un giovane di 34 anni che non risulta abbia problemi con la giustizia. Il commerciante non ha saputo però dare alcuna indicazione agli investigatori. Ha, infatti, riferito di non aver ricevuto nessuna richiesta estorsiva oltre che alcun tipo di problema che lasciasse presagire la violenta azione. Sul posto, per effettuare i rilievi utili a chiarire la dinamica, anche i militari del nucleo investigativo di Castello di Cisterna.

Per individuare chi ha appiccato la miccia all'ordigno artigianale e soprattutto per cercare di risalire al motivo i carabinieri stanno passando al setaccio anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza piazzate nelle vicinanze oltre che lungo le possibili strade percorse dagli autori del raid per raggiungere la macelleria. Nessuna pista sarà tralasciata, nemmeno quella del racket: d'altra parte il copione recitato nella notte di venerdì lascia proprio pensare alla mano della criminalità organizzata. Nella terra dove la geografia criminale non sembra affatto cambiata e dove a dominare, dopo la supremazia del clan Di Domenico, poi decapitato dalle inchieste della magistratura, sono sempre i Russo, i San Germano e i Fabbrocino nulla può essere dato per scontato. Massima attenzione alla recrudescenza di fenomeni criminali ma anche altre piste: si cerca ogni elemento utile per chiarire i contorni di una vicenda che appare in ogni caso inquietante. 

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Perché sono state usate le maniere forti? Racket, vendetta, regolamento di conti? Nei prossimi giorni se ne saprà di più, ma intanto la bomba allunga la lista degli episodi che a cadenza periodica scuotono i territori dell'hinterland. L'ultimo analogo raid si verificò nel 2020 a Cicciano a pochi chilometri dal luogo in cui ieri è scoppiata la bomba. Era il 31 dicembre quando un ordigno non convenzionale fece saltare la porta di un esercizio commerciale. La mano di chi accese la miccia era quella di un trentaduenne del posto che avrebbe agito però per vendetta. 

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