Castellammare città delle acque negate: stavolta è giallo sullo stop

Castellammare città delle acque negate: stavolta è giallo sullo stop
di Fiorangela d'Amora
Giovedì 15 Aprile 2021, 08:56 - Ultimo agg. 10:34
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Acque proibite a Castellammare, rubinetti a secco per le fonti dell'Acqua della Madonna, Acidula e San Giacomo. La presenza di batteri e nichel impongono lo stop alla mescita.  Le analisi periodiche effettuate dal Comune hanno rilevato valori alterati prima per le fonti che si trovano nel cuore del rione omonimo dell'Acqua della Madonna appunto e successivamente a salita Quisisana dove c'è la San Giacomo. I controlli periodici sono una routine che aveva già portato a momentanee interruzioni del servizio, ma stavolta lo stop imposto già a metà marzo durerà ancora un altro mese circa. Quanto basta per agitare gli animi dei cittadini che, privati per troppo tempo delle loro fonti (ad accesso libero e meta di decine di stabiesi e non, armati di damigiane e contenitori) hanno già più volte deciso di rompere i sigilli e spostare le barriere posizionate dai vigili. Un braccio di ferro che va avanti ormai da giorni, a discapito della salute di chi, ignaro di tutto, decide di approfittare delle fontane vista mare che sgorgano direttamente dalla sorgente e non hanno una chiave per essere chiuse. Cosa diversa invece per l'Acqua Acidula che zampilla copiosa tra i tipici chioschi e ristoranti, in un piccolo anfiteatro che ricorda il valore storico di quell'acqua. Attorno c'è solo degrado, rifiuti, bottiglie vuote, bidoni, e auto ovunque anche sulla passeggiata a mare. Ma lo scenario non è una novità per il quartiere e i suoi abitanti padroni in assenza dello Stato.

Le rinomate fonti termali sono chiuse dal 2015, ora la privazione delle ultime fonti accessibili ha indotto un gruppo di cittadini a prendere iniziative personali, analizzando privatamente l'acqua e attestando che proprio il nichel nella preziosa Acqua della Madonna non c'è. Un laboratorio privato smentisce Arpac e Asl e la fruizione delle fonti diventa un caso. «Semplicemente non abbiamo trovato riscontro per quanto detto dal Comune - fa sapere Savio Cataldo, a capo del nascente comitato Post Fata Resurgo - dobbiamo darci tutti una svegliata, operare per il bene della nostra città. Abbiamo chiesto di vedere le analisi e forse ciò avverrà nei prossimi giorni, ma intanto fino ad oggi per paura o menefreghismo siamo rimasti tutti in silenzio». L'iniziativa dei cittadini virtuosi dovrebbe aver aperto un dialogo con le istituzioni, ma per i lavori già programmati che costeranno circa 12mila euro, il Comune procede spedito. «Le analisi eseguite alla foce - spiega il vice sindaco Antonio Cimmino - ci inducono a effettuare lavori lunga la conduttura, attendiamo l'esito delle analisi anche dove sgorga la sorgente e poi le opere potrebbero terminare entro fine mese». 

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Intanto mentre a valle si litiga per l'Acqua Acidula e Acqua della Madonna, sulla collina di Quisisana anche le fontanine di San Giacomo restano a secco. «Lunedì partiranno i lavori di ripavimentazione della strada - spiega Cimmino - e nel contempo sostituiremo anche la tubatura che crea accumulo per la storica fonte». Sulla lapide, ripulita circa un anno fa dal sindaco Gaetano Cimmino, l'omaggio «Al patrizio stabiese Francesco Longobardi prefetto della città si preoccupò nel 1837 di ritrovare l'acqua perduta».

Nuovamente perduta assieme alle altre 28 fonti stabiesi custodite nelle Antiche Terme e oggi oggetto di studio del Centro Interdipartimentale di Ricerca Ambiente (Ciram) dell'Università Federico II. La convenzione firmata a novembre dello scorso anno dovrebbe aiutare l'amministrazione nell'analisi delle sorgenti, nella loro protezione, prima che la scarsa manutenzione possa estinguerle. «L'obiettivo è quello di redigere un piano che tenga conto delle qualità delle acque e tutti i suoi aspetti positivi. L'ultimo schema di captazione - prosegue Cimmino - è del 1934, proprio in questi giorni gli studiosi dell'Università sono all'interno delle Antiche Terme per redigere un nuovo piano dopo quasi cento anni». Nella seconda fase del progetto, il Comune e l'Università si impegneranno nella tutela, nella valorizzazione e nella sponsorizzazione delle stesse dopo aver apportato tutti i miglioramenti nel caso in cui dovessero verificarsi delle situazioni di criticità. Parlare di acque a Castellammare non è mai cosa semplice e tra le ricchezze che restano nel dimenticatoio c'è l'imbottigliamento dell'Acqua della Madonna e Acidula, conosciuta sul mercato come Acetosella. La conferenza dei servizi con la Regione (proprietaria delle fonti) è un tavolo bloccato da oltre un anno. Tutto fermo, anche l'oro blu stabiese non scorre più. 

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