Il giorno stesso della nomina erano già a Palazzo Farnese, e dopo l'incontro con il sindaco e il segretario generale si misero subito al lavoro. Era il 26 maggio scorso quando il prefetto Marco Valentini inviò a Castellammare la commissione d'accesso. Oggi, dopo sei mesi, gli ispettori termineranno le indagini condotte su atti, documenti, determine e gare dell'amministrazione di centrodestra guidata da Gaetano Cimmino. E da oggi la commissione ha 45 giorni di tempo per redigere la relazione che sarà consegnata al ministro dell'Interno, cui spetterà la decisione finale.
Quando il viceprefetto Enrico Gullotti, il comandante della compagnia dei carabinieri di Sorrento Ivan Iannucci e il capitano del nucleo polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Napoli Giada Patriarca, si insediarono al primo piano di Palazzo Farnese era un mercoledì. In presenza, all'interno della sede del Comune, hanno lavorato per un po' di giorni. Hanno chiesto tutta la documentazione relativa al periodo che va dal 2018, l'anno dell'elezione di Cimmino, al 2021, e poi hanno continuato a lavorare e a indagare distanza. Un'indagine per la quale ora si tireranno le somme, si saprà se la commissione d'accesso avrà accertato infiltrazioni della criminalità organizzata all'interno della macchina comunale e se, qualora dovessero emergere legami, il consiglio comunale sarà sciolto.
I commissari sono partiti dall'esame dell'utilizzo dei beni confiscati, hanno verificato le interdittive antimafia, hanno approfondito le questioni relative alle case popolari e agli immobili comunali. Un lungo lavoro di verifica su quanto sia stato fatto nei due anni e mezzo precedenti al loro arrivo. L'occupazione abusiva delle case comunali è stato uno dei perni dell'indagine. Personaggi borderline, o appartenenti a famiglie criminali hanno utilizzato negli anni scorsi immobili che sono stati anche teatro di omicidi commessi da affiliati che avevano occupato abusivamente le case.
L'altro tema scottante riguarda l'appalto dei rifiuti, dalle assunzioni (fatte soprattutto in altri Comuni) alle molteplici mancanze della Am Tecnology, la società che gestisce la raccolta e lo smaltimento.
Il tema delle parentele scomode è un aspetto tutt'altro che secondario nella maggioranza del sindaco Cimmino. Ci sono consiglieri con familiari appena condannati, c'è il caso del presidente del consiglio che nel giorno della sua elezione ricordò il padre defunto condannato per associazione camorristica. Le inchieste tuttora in corso sui presunti intrecci tra camorra, imprenditoria e politica, sono il filo che in questi mesi la commissione ha provato a seguire per scardinare, se c'è, un sistema criminale. Sei mesi durante i quali il sindaco ha impresso una accelerazione sulla destinazione dei beni confiscati, sulla repressione e sulla denuncia pubblica di fenomeni quali il racket e l'usura. Cimmino in questi giorni si è attorniato di figure simbolo della lotta alla camorra, quasi a volersi schierare anche pubblicamente dalla parte giusta.