Fase due, è caos runner a Castellammare e cresce la rabbia tra i commercianti al collasso

Fase due, è caos runner a Castellammare e cresce la rabbia tra i commercianti al collasso
di Fiorangela d'Amora e Francesca Mari
Martedì 28 Aprile 2020, 08:47 - Ultimo agg. 09:02
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Sì allo sport vicino casa, ma no all'utilizzo della villa comunale. I parchi resteranno chiusi fino al 4 maggio, anche nei casi in cui siano vicini alle abitazioni e rientrino nei 200 metri da casa. Aspetti poco chiari per i cittadini che ieri mattina, convinti di trovarsi nel giusto, hanno passeggiato e corso sul lungomare. «Abito di fronte alla villa, perché non posso fare jogging in riva al mare?», decine gli stabiesi che hanno ragionato così correndo il rischio di essere sanzionati.

Ciclisti e runner dalle 6,30 alle 9,30 hanno ridato vita al waterfront e solo la tolleranza del corpo di polizia municipale ha reso la passeggiata un piacevole momento di relax. Ma gli sportivi non sono passati inosservati tanto che il sindaco in tarda mattinata ha provato a fare chiarezza. «L'accesso ai parchi, alle ville e ai giardini pubblici spiega Gaetano Cimmino - per svolgere attività sportiva o motoria è condizionato al rigoroso rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro solo a partire dal prossimo 4 maggio». Insomma, nella babele di ordinanze comunali, regionali e governative in tanti si sono persi.
 

 

L'apertura della Regione all'attività motoria solo in precise fasce orarie e nei pressi delle abitazioni è sembrato il via libera che in tanti aspettavano da giorni. Lo stesso avranno pensato gli amanti del caffè che ieri mattina si sono accalcati all'esterno dei bar. Decine i cittadini che hanno pensato di poter consumare in strada, facendo del delivery una soluzione tutta stabiese. Così per i pochi bar che ieri mattina hanno aperto è stato difficile gestire le consegne e l'euforia dopo l'astinenza forzata.

In percentuale però sono stati davvero pochi le pasticcerie e i bar che hanno ripreso l'attività. «Stiamo adeguando i laboratori alle nuove normative», ha risposto il titolare di una pasticceria del centro e chi chiedeva torte e pasticcini. Altri hanno fatto dietrofont dopo aver annunciato la riapertura. Insomma Castellammare, che non registra contagi da oltre una settimana salvo i casi che ruotano attorno all'ospedale San Leonardo, ha risposto piuttosto freddamente alle riaperture dei locali. È andata meglio per chi desiderava una pizza. In questo caso la scelta è stata molto ampia e i garzoni hanno attraversato interi rioni per rispettare le consegne. Da lunedì dovrebbe essere abolito anche il limite, stavolta prettamente comunale, della chiusura dei negozi entro le 18.
 

Se diminuiscono i casi di contagio nel Vesuviano, aumentano le vittime della crisi economica e le proteste. A Torre del Greco, dove tutto è cominciato, gli attualmente positivi sono 17 e i guariti 55, mentre i decessi sono 20. Esplode invece l'altra emergenza, quella economica. Ieri moltissime persone hanno preso d'assalto i Caf per accedere ai bonus regionali e del governo. In particolare, in via Nazionale e in via Piscopia decine di cittadini si sono messe in fila fin dalle prime luci dell'alba, senza rispettare le distanze di sicurezza e le misure di prevenzione. «Bar e ristoranti restano chiusi ha tuonato Salvatore Festevole, attivista nel sociale e la crisi costringe tante persone a scendere in strada per accedere al sostegno economico».
 
 

Proprio lo stallo economico dovuto alle misure restrittive sta dando vita, in queste ore, a diverse proteste dei lavoratori maggiormente penalizzati come gli stagionali, i precari e gli operatori dell'estetica, tra parrucchieri, barbieri ed estetiste. A Torre del Greco una cinquantina di commercianti di Santa Maria la Bruna e Leopardi, focolai nel periodo dell'emergenza, ha dato vita a un movimento spontaneo di protesta contro le misure del governo. «Siamo tutti fermi e nei guai ha detto la portavoce Marilina Vinci . Ristoratori, arredatori, tipografi, floricoltori, agenzie di wedding, del turismo, immobiliari, fotografi e potrei continuare ancora. Continuiamo a pagare le tasse ma non intaschiamo un euro. La colpa è dello Stato, ci costringerà ad abbassare le serrande».

Della stessa opinione un centinaio di parrucchieri, barbieri ed estetisti di Ercolano che, a seguito del divieto di apertura dei saloni fino al primo giugno, hanno dato vita ad una rivolta silenziosa. «Oggi saremo dal sindaco Ciro Buonajuto per un sit in nel rispetto delle norme di distanziamento ha detto il parrucchiere Antonio Iengo ma se non si risolverà nulla siamo pronti a scendere in piazza.
Non ce la facciamo a pagare gli affitti e le utenze, molti colleghi non riescono a portare il piatto a tavola. Da tutta la Campania stiamo organizzando una protesta per il 4 maggio fuori alla sede della Regione. Ora basta». 

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