Chiaia, il business di food e parcheggi vale 500mila euro

Gli esattori della camorra, a Natale, Pasqua e Ferragosto battono il territorio per raccogliere l'ormai famigerato regalo per i carcerati

Chiaia, il business di food e parcheggi vale 500mila euro
Chiaia, il business di food e parcheggi vale 500mila euro
di Luigi Sabino
Giovedì 5 Gennaio 2023, 11:00
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Mezzo milione di euro al mese. È questo il volume d'affari della camorra che gestisce le attività illegali nella zona compresa tra Chiaia, Mergellina e la Torretta. Molteplici le entrature per le cosche, secondo le forze dell'ordine che indagano sull'area, a cominciare dalla gestione dei parcheggiatori abusivi. Un business apparentemente insignificante se paragonato a ben più remunerativi affari come la droga o il racket ma che, in realtà, garantisce un fiume di denaro alle casse del sistema. Solo dalla gestione degli abusivi della sosta, secondo gli investigatori, la camorra incasserebbe oltre 150mila euro ogni quattro settimane. 

Il calcolo è presto fatto. Nell'area sono stati censiti circa settanta parcheggiatori fuorilegge ognuno dei quali incasserebbe al giorno dai 150 ai 200 euro per un totale complessivo di oltre 300mila euro al mese.

Di questa montagna di soldi, ben oltre l'80% finirebbe nelle tasche dei boss. Basterebbero solo questi numeri, quindi, a spiegare perché la zona in questione è, da anni, al centro delle mire delle più potenti organizzazioni camorristiche. A rendere, però, ancor più famelici i clan è un altro affare, anche questo poco noto ai più ma in grado di garantire introiti da capogiro. La gestione dei pontili per gli ormeggi nella zona di Mergellina. Nel corso degli anni, diverse operazioni condotte dalle forze dell'ordine insieme agli uomini della Capitaneria di Porto, hanno portato al sequestro di decine di strutture abusive riconducibili, in molti casi, a soggetti ritenuti vicini a sodalizi camorristici. L'ultimo blitz la scorsa estate quando fu sequestrato un pontile che serviva all'ormeggio di un'imbarcazione da diporto con tanto di gazebo annesso. Un affare, anche questo, che garantirebbe ai clan guadagni nell'ordine di decine di migliaia di euro soprattutto nel periodo estivo. Altro core business del sistema che opera nell'area è, ovviamente, la gestione della droga. Alle storiche piazze di spaccio, locate nei vicoli immediatamente a ridosso del lungomare, negli ultimi tempi si sono uniti anche i pusher motorizzati, quelli incaricati di consegnare le dosi ai clienti previo appuntamento telefonico. Un fenomeno in crescita soprattutto da quando la zona, e in particolar modo l'area di Chiaia, è diventata uno dei centri della movida cittadina, Decine di piccoli locali che, ogni sera, sono presi di mira da migliaia di giovani e meno giovani in cerca di divertimento. Un territorio di caccia ideale per i clan e i loro spacciatori, sempre in cerca di nuovi potenziali clienti. Il giro d'affari è vorticoso con centinaia di euro che ogni sera passano di mano in cambio di piccoli involucri di plastica contenenti ogni tipo di sostanza stupefacente. 

Altra voce di bilancio per il sistema è, ovviamente, il racket. Gli esattori della camorra, a Natale, Pasqua e Ferragosto battono il territorio per raccogliere l'ormai famigerato regalo per i carcerati. La quota richiesta alle vittime varia in base all'attività che gestiscono e al volume di affari. Si passa delle poche decine di euro richieste ai venditori ambulanti alle cifre a tre zeri imposte, invece, ai gestori di ristoranti o di altre attività commerciali. Entrate, anche queste, che contribuiscono a ingrossare il fiume di denaro destinato a boss e gregari. Ma cosa se ne fanno i padrini di tutti questi soldi? La risposta, ancora una volta, arriva dalle indagini. Buona parte degli incassi illeciti servono per il mantenimento delle organizzazioni criminali e dei loro affiliati, compresi quelli detenuti oltre che, ovviamente, a finanziare le attività illecite come l'acquisto di nuovi carichi di droga oppure reinvestiti nel canale dell'usura. 

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Quello che resta, invece, è riciclato. Questo è l'aspetto più delicato dell'intera attività investigativa perché coinvolgerebbe non soltanto i ras della camorra ma anche insospettabili professionisti. Una delle corsie preferenziali utilizzate dalla camorra per ripulire i soldi è l'acquisizione di attività commerciali in particolare nel settore della ristorazione e dell'abbigliamento. Il motivo è semplice. Sono attività che non richiedono particolari titoli di studio e dove una competenza tecnica, anche minima, unita a una discreta capacità gestionale può garantire ritorni economici importanti. Inoltre, entrambi i settori sono stati tra i più colpiti dalla recente pandemia con numerose attività costrette a chiudere i battenti e su cui i boss si sono fiondati rilevandole per cifre irrisorie. Una volta acquistate, basta affidarle a prestanome per cancellare eventuali tracce e il gioco è fatto. Ovviamente le conseguenze sono immaginabili. Concorrenti sbaragliati dalla potenza economica della camorra o costretti ad acquistare prodotti e servizi imposti dalle aziende create dai clan. 

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