Dal prossimo primo agosto verrà chiusa, seppure temporaneamente, la postazione del 118 in via Chiatamone. Un presidio fondamentale, come riferito dagli stessi medici e dai cittadini del territorio, che serve diversi quartieri tra i più popolosi della città. Da Santa Lucia, ai Quartieri Spagnoli e dal Pendino, sino al Porto, centinaia di persone dovranno rinunciare ad un mezzo di pronto soccorso che proprio due giorni fa, salvò un bambino che rischiava di annegare all'altezza della rotonda Diaz.
«Purtroppo è sempre più difficile lavorare nell'emergenza partenopea – afferma Manuel Ruggiero medico del 118 e presidente dell'associazione “Nessuno tocchi Ippocrate” – perchè i mezzi sono pochi e le attese da parte dell’utenza si allungano con ripercussioni già note a tutti noi.
Una situazione che, come ribadisce lo stesso dottor Ruggiero, genera insoddisfazione e tensione tra le persone che riscontrano ritardi nei soccorsi. «Siamo tornati alla media di una aggressione ogni tre giorni – conclude Ruggiero – e la frequenza sta aumentando. Sono tornate quelle patologie meno gravi (codici bianchi e verdi) per cui si richiede comunque l'ausilio del 118 e questo provoca l'intasamento della medicina territoriale che genera i ritardi e le aggressioni. Una condizione su cui bisogna lavorare per non far mancare alle persone la nostra presenza ed il nostro supporto in ogni momento».