Circumvesuviana, bavaglio ai dipendenti Eav: no a interviste e post social

Circumvesuviana, bavaglio ai dipendenti Eav: no a interviste e post social
di Francesco Gravetti
Domenica 28 Agosto 2022, 09:00 - Ultimo agg. 16:45
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«Le informazioni, le conoscenze e i dati acquisiti dal personale aziendale durante lo svolgimento della propria prestazione lavorativa appartengono alla Società e non possono essere utilizzati, comunicati o divulgati ai mass media senza specifica autorizzazione del superiore o della funzione competente». È il punto tre di una comunicazione che il direttore delle risorse umane di Eav, Alfonso Esposito, ha inviato a tutti i dipendenti nel pomeriggio di venerdì scorso.

Il comunicato, che ha per oggetto «Rapporti con i media e la stampa codice etico Eav», arriva soltanto adesso, ma era stato ampiamente annunciato dalle circostanze: post, interviste, foto e video che circolavano senza controllo da tempo suggerivano all'azienda una stretta sulle esternazioni dei dipendenti.

E così, nell'era dei social e della comunicazione iper-veloce, l'Eav ora prova a ricordare ai suoi lavoratori che, all'atto dell'assunzione, hanno firmato un codice etico col quale si impegnavano a non parlare con i media, se non preventivamente autorizzati. 

Solo un promemoria per i vertici Eav, un tentativo di bavaglio per i sindacati autonomi, con l'Orsa che parla di «introduzione del reato di opinione». La scelta di ribadire ai dipendenti una certa continenza nelle loro espressioni è figlia soprattutto delle polemiche recenti, quelle di questa estate caratterizzata dal rifiuto dello straordinario da parte del personale, dai tagli alle corse e alle linee, dai guasti dei treni. Per ogni giorno di disagi e problemi arrivava puntuale il profluvio di commenti, improperi, battibecchi. Tutta è avvenuto soprattutto a mezzo social, strumento di condivisione al quale va detto mai si sottrae lo stesso presidente di Eav, Umberto De Gregorio, che dal suo profilo facebook partecipa ai dibattiti e risponde alle critiche.

Ma anche qualche intervista è stata poco gradita. E allora è spuntato fuori il codice etico, un documento smilzo, diciotto pagine e 10 capitoletti, che tutti i neo-assunti siglano dal 2014 a questa parte. A pagina 9, paragrafo 3.6, c'è scritto che «la Società (cioè l'Eav, ndr) deve presentarsi in modo accurato e omogeneo nella comunicazione con i mass media. I rapporti con i mass media sono riservati esclusivamente alle funzioni e alle responsabilità aziendali a ciò delegate. I Destinatari (cioè i lavoratori, ndr) non possono fornire informazioni a rappresentanti dei mass media né impegnarsi a fornirle senza l'autorizzazione delle funzioni competenti».

Nulla di nuovo, insomma, se non fosse che per l'Orsa la comunicazione del responsabile del personale è quantomeno anacronistica: «Dal 2014 a oggi sono passati otto anni, ma sembra una vita fa: i social hanno preso il sopravvento, pensare di zittire il pensiero dei lavoratori è assurdo», spiega Gennaro Conte, segretario nazionale di Orsa Trasporti. 

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In effetti, tra facebook, whatsapp e telegram, arginare le critiche è assai complicato. Non è tanto il rapporto dei lavoratori con i media, peraltro piuttosto raro, ma la legittima libertà di esprimersi sui social a generare polemiche. E nel codice etico, ovviamente, non sta scritto che un dipendente non debba avere un profilo facebook dal quale lanciare riflessioni e pensieri, positivi o negativi che siano. Per non parlare poi del fatto che le cattive notizie (treni che si fermano, guasti sulle linee, aggressioni, ritardi vari) le danno innanzitutto i passeggeri: il tempo di scendere dal convoglio e la foto che documenta il disagio è on line. Per il presidente Umberto De Gregorio il comunicato aziendale non è uno scandalo: «Non vedo nessuna censura, è un richiamo al codice etico». De Gregorio sottolinea anche che a protestare non sono tutti i sindacati, ma solo gli autonomi.

Intanto, dal primo settembre il servizio tornerà regolare: 276 corse dal lunedì al sabato e 192 la domenica e i festivi, con la riaperture di tutte le linee. Una buona notizia, indipendentemente da chi la diffonde. 

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