Coronavirus a Napoli: «La salute è un diritto», protesta davanti al carcere di Poggioreale, due denunciati

Coronavirus a Napoli: «La salute è un diritto», protesta davanti al carcere di Poggioreale, due denunciati
Mercoledì 8 Aprile 2020, 14:58 - Ultimo agg. 20:42
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«La salute è un diritto di tutti/e, amnistia e indulto»: è lo striscione esposto in strada, all'ingresso principale del carcere di Poggioreale, a Napoli, da parte di un gruppo di persone composto da attivisti e parenti dei carcerati. La protesta ha bloccato l'esiguo traffico di via Poggioreale organizzata per richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sui pericoli derivanti da un eventuale contagio negli istituti di pena. «La Polizia Penitenziaria, tutti i giorni, - ha gridato con il megafono uno dei manifestanti - entra ed esce dal carcere senza alcuna protezione... i detenuti devono tornare urgentemente a casa».
 

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Una ventina di manifestanti ha poi tentato di entrare nel Tribunale partenopeo. A bloccare il gruppo, secondo quanto si è appreso capeggiato da alcune donne, sono stati gli agenti della Polizia Penitenziaria insieme con la Polizia di Stato e i Carabinieri. A causa dell'episodio su disposizione della Procura Generale sono stati temporaneamente chiusi tutti i varchi d'accesso al Nuovo Palazzo di Giustizia. Per Ciro Auricchio, segretario regionale dell'Uspp, «ancora una volta l'apporto della Polizia Penitenziaria impiegata a presidio dei varchi di ingresso del Tribunale si è rivelato prezioso per la sicurezza del Palazzo di giustizia».

E durante il tentativo di violare l'ingresso di piazza Cenni del Tribunale, un dirigente della Polizia di Stato è stato aggredito. Due persone sono state identificate e denunciate. Del gruppo, capeggiato da alcune donne, facevano parte alcuni parenti di detenuti ristretti nel vicino carcere di Poggioreale, che poco prima aveva protestato e chiesto a gran voce l'indulto e l'amnistia per i loro congiunti, ed altre persone che si sono aggiunte successivamente. Tutti insieme hanno cercato di entrare nel Tribunale ma sono stati bloccati grazie all'intervento della Polizia Penitenziaria, della Polizia Locale, della Polizia di Stato e dei Carabinieri. 
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