L'impennata dei ricoveri ospedalieri non è la sola conseguenza della crescita dei contagi Covid a Napoli. Nelle ultime settimane si registra inevitabilmente un aumento del numero di salme Covid che vengono trasportate negli obitori. Le stanze per accoglierle, spesso, non sono più sufficienti e gli spazi cominciano a non essere proporzionati alla quantità di decessi causati dal virus. Così, può capitare che le salme in arrivo dai reparti che fronteggiano l'epidemia vengano sistemate lungo i corridoi della sala mortuaria o nella prossimità delle camere a loro dedicate, come accaduto all'ospedale Cardarelli negli ultimi giorni. Tra sabato e domenica scorsi, infatti, l'obitorio del presidio collinare ha accolto 17 salme di contagiati che non è stato possibile ospitare tutte all'interno del locale ad esse dedicato perché mancava lo spazio.
L'aumento del numero di salme Covid nell'obitorio dell'ospedale Cardarelli, è cominciato circa due settimane fa ma è negli ultimi dieci giorni si sono registrati numeri mai visti prima.
L'aumento dei decessi Covid, è un dato registrato anche dalle agenzie funebri che lavorano sul territorio napoletano. «La media in questo periodo, oscilla tra le 12 e le 15 salme di pazienti affetti da Coronavirus che le varie agenzie funebri di Napoli e provincia ritirano ogni giorno negli ospedali del capoluogo - spiega Gennaro Tammaro, della Federazione Eccellenza Funeraria Italiana- nella maggior parte dei casi si tratta di pazienti intubati con più di 60 anni».
Rispetto a qualche mese fa, la differenza pare notevole. «I mesi estivi, tra giugno, luglio e agosto abbiamo registrato, a Napoli, una media di 7-8 salme Covid al mese- continua il rappresentante Efi- il vero cambiamento è cominciato dal 15 settembre dove i dati sono schizzati a 7-8 casi a settimana. Oggi, il numero di persone che muore in casa è molto marginale e riguarda cinbque o sei persone a settimana», continua Tammaro che sottolinea come tutte le agenzie si siano adeguate fin dall'inizio «all'utilizzo di tute di biocontenimento, calzari e dispositivi di protezione ma la categoria non è mai stata consderata a rischio».
Dati compatibili con quelli che vengono diffusi quotidianamente anche perché i decessi non vengono sempre conteggiati giorno per giorno, tanto che la Asl provvede, rispetto al numero dei decessi, a comunicare che si tratta di morti verificatesi anche nei giorni precedenti a quando il dato viene diffuso.