Covid a Napoli, tamponi rapidi antigenici anche nei laboratori privati: ecco quanto costano

Covid a Napoli, tamponi rapidi antigenici anche nei laboratori privati: ecco quanto costano
di Ettore Mautone
Venerdì 11 Dicembre 2020, 09:00
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Tamponi rapidi antigenici: oltre ai medici (ognuno già dotato dalla Asl di appartenenza di almeno 40 test) e ai farmacisti autorizzati, ora sono abilitati all'esecuzione e alla refertazione ora anche tutti i laboratori di analisi e di patologia clinica accreditati con il servizio sanitario regionale, a prescindere dalla configurazione funzionale in termini di settori specializzati. Specializzazioni invece necessarie per i tamponi tradizionali di tipo molecolare.

A chiarirlo definitivamente è stata la giunta regionale che ha adottato una nuova disciplina del percorso di gestione territoriale dei casi e dei contatti Covid-19.

Nelle linee di indirizzo è precisato che i test antigenici rapidi possono essere effettuati presso gli studi medici (o le tensostrutture allestite nei Comuni a cura dei medici di famiglia), nelle farmacie con personale sanitario adeguatamente formato inserite nella piattaforma regionale eCovid Sinfonia e, con le stesse modalità, presso tutti i laboratori di analisi accreditati territoriali. Per i test effettuati dal medico di famiglia non c'è alcun costo, in farmacia o in laboratorio la spesa, a carico del cittadino, è di 20 euro. 

Il tampone molecolare tradizionale (rapido o meno che sia) con estrazione del genoma virale, può essere effettuato solo nei laboratori dotati di settore specializzato. La differenza tra le due tecniche è sostanziale: il test antigienico è in grado, in pochi minuti di chiarire se nelle vie respiratorie sono presenti le proteine del virus e ha una indicazione di screening. Il tampone molecolare standard (che ha anch'esso una versione rapida) amplifica il materiale genetico del virus e ha una funzione diagnostica. Inoltre, i tamponi rapidi antigenici sono meno sensibili e se positivi richiedono sempre una conferma con il molecolare.

«Sin dagli inizi di dicembre, quando si è parlato dei tamponi rapidi come strumento di prevenzione e screening - avverte Pierparolo Polizzi, presidente di Aspat Campania, associazione di categoria del settore accreditato - abbiamo chiesto alla Regione e all'Unità di crisi un disco verde formale alla esecuzione dei test antigenici rapidi da parte dei laboratori di base». L'utilizzo di questi test, già impiegati in prima battuta nei pronto soccorso e nelle strutture sanitarie, è ritenuto cruciale ai fini della tempestività della diagnosi di positività a SarsCov2 e dunque tracciamento dei casi e dei contati». «Abbiamo chiesto a più riprese che la Regione disciplinasse nei dettagli questi aspetti - aggiunge Gaetano Gambino, ai vertici dell'associazione Aisic - il percorso dei test antigenici ha finalmente trovato una soluzione sebbene con i tempi della burocrazia». Sulla stessa lunghezza d'onda la Federlab che ha impugnato il provvedimento che ha autorizzato le farmacie e che considera i laboratori gli unici soggetti realmente abilitati ad eseguire tali prestazioni. 

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Sotto i riflettori della Regione, contestualmente ai tamponi rapidi, sono finite, con lo stesso provvedimento, anche le attività di cura e prevenzione svolte dai medici di famiglia, dai pediatri di base e dagli specialisti ambulatoriali. Attività ora dettagliatamente disciplinate nell'accordo contrattuale regionale appena siglato, portando a una revisione dei protocolli di cura domiciliare delle Usca. inità speciali di continuità assistenziale, con la ridefinizione della gestione e durata dei periodi di isolamento dei casi e quarantena dei contatti. Le persone asintomatiche sono risultate positive al virus possono uscire di casa dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni al termine del quale risulti eseguito un test molecolare con risultato negativo. Nel caso in cui si manifestassero sintomi il medico attiva, tramite segnalazione su piattaforma e-Covid, l'Usca. Così le persone sintomatiche, che sono risultate positive al SarsCoV2, devono restare in isolamento almeno 10 giorni dalla comparsa dei sintomi (non considerando perdita di gusto e olfatto, che può persistere nel tempo) e, a distanza di 3 giorni da un test molecolare negativo, possono di nuovo uscire.

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