Covid a Napoli, l'odissea di Danilo: «Tamponi da privati e Asl, io da un mese chiuso in casa»

Covid a Napoli, l'odissea di Danilo: «Tamponi da privati e Asl, io da un mese chiuso in casa»
di Giuliana Covella
Domenica 6 Dicembre 2020, 13:00
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Da un mese «prigioniero» nella sua stanza per un pasticcio burocratico. Protagonista dell'assurda vicenda è Danilo Zanghi, 32 anni, risultato positivo al Covid che denuncia: «Sono vittima di un cavillo del sistema sanitario che mi impedisce di uscire di casa dopo 21 giorni senza sintomi, come previsto dalle normative ministeriali e, peggio, del totale abbandono delle istituzioni competenti, non avendo io, ad oggi che sono trascorsi 30 giorni, mai ricevuto una telefonata da parte di chi doveva. Nei fatti rischierò di passare 42 giorni totali chiuso in un camera», dice. 

Un'odissea iniziata un mese fa per Danilo Zanghi, 32 anni, libero professionista ed esperto di produzione video risultato positivo al Coronavirus.

Chiuso nella sua camera da letto in un appartamento al centro storico dove abita col padre, il giovane vive da 30 giorni un vero e proprio paradosso, oltre che un incubo. Tutto è cominciato il primo novembre, quando ha manifestato alcuni sintomi: «Avevo una leggera emicrania, dolori addominali e altri lievi sintomi influenzali, che il giorno dopo si sono acuiti». Fino ad arrivare al 3 novembre, quando Danilo decide di chiamare un centro di analisi privato: «Mi hanno somministrato un tampone antigenico dal quale è stata riscontrata poche ore dopo la mia positività». Lo stesso centro ha annunciato a Zanghi che avrebbe avvisato l'Asl per farlo inserire in piattaforma.

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Dopo aver scoperto di essere positivo al Covid inizia il vero e proprio calvario di Danilo, che chiama il suo medico curante: «Ritenendomi sintomatico per mal di testa, ageusia e lieve alterazione corporea, mi prescrive Zytromax e Bentelan per 7 e 10 giorni, mettendomi in quarantena con divieto assoluto di uscire e dicendomi di aspettare una chiamata dell'Asl, che però non arriva». Dopo 15 giorni chiuso nella sua stanza e innumerevoli tentativi di contattare i numeri di Asl, Regione e Comune il 32enne decide di chiamare un altro centro privato. «Esasperato il 15 novembre ho contattato un laboratorio che il 17 novembre è venuto a casa e mi ha somministrato un tampone molecolare, risultato però ancora positivo dopo circa 4 giorni». Intanto il 25 novembre sono scaduti i 21 giorni previsti dalla legge senza sintomi - normativa che Danilo ha accuratamente studiato nelle sue giornate di quarantena - per poter uscire da casa e Zanghi chiama di nuovo l'Asl. «In un primo momento mi dicono sì, può uscire. Dopo pochi minuti mi richiama una dottoressa e mi dice che non posso assolutamente uscire di casa perché la mia positività per loro parte dal 17 novembre (data del tampone molecolare privato) e non dal 3 novembre (data del tampone antigenico, che mi dicono non ha alcuna valenza)». In pratica Danilo si trova in una specie di limbo, perché come lui stesso spiega: «Essendo in quarantena per legge dal 3 novembre, secondo questa inconcepibile ricostruzione avrei contratto il virus da solo nella mia stanza. Appare evidente che la mia positività al tampone antigenico, per quanto non ritenuto attendibile dall'Asl, in questo caso sia stata confermata dal tampone molecolare effettuato dopo 15 giorni di isolamento». Danilo ha scritto finanche una email a Ciro Verdoliva, commissario straordinario dell'Asl Napoli 1 per denunciare la sua vicenda.
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