Coronavirus in Campania, avanti con gli orali a distanza per gli esami degli avvocati praticanti

Coronavirus in Campania, avanti con gli orali a distanza per gli esami degli avvocati praticanti
Mercoledì 4 Novembre 2020, 18:18
2 Minuti di Lettura

«Alla luce delle disposizioni contenute nel DPCM del 04/11/2020 riguardanti la sospensione di tutte le prove scritte relative a concorsi ed esami di abilitazione, nella paventata ipotesi di rinvio anche delle prove scritte dell'esame di abilitazione forense di dicembre 2020, in discussione tra le istituzioni forensi, le Associazioni di Avvocati Praticanti, nel comprendere l'estrema difficoltà di questo momento storico, non possono esimersi dal rilevare che, ancora una volta, la problematica legata all'esame di abilitazione forense viene affrontata con troppa marginalità». Così, in una nota congiunta, le associazioni che rappresentano i praticanti avvocati (AIPAVV, LIGAVV, InOltre - Alternativa Progressista, UPA, Giovane Avvocatura e APRA-Palermo) in attesa dell'esame di abilitazione alla professione forense. «Ancor oggi - prosegue la nota - non menzionare un esame di tale rilevanza logistica ed organizzativa, per non parlare della di quella sociale legata alla funzione di tutela dei diritti svolta dall'Avvocato, senza fornire indicazioni, garanzie, e tempistiche certe a oltre venticinquemila praticanti, è l'ultimo di una serie di atti gravi ed irrispettosi nei confronti della nostra categoria».

LEGGI ANCHE Franco Tortorano è morto: addio al magistrato gentiluomo e toga d'onore

Le associazioni ribadiscono di essere determinate «a scongiurare ipotesi gravi legate ad un eventuale rinvio delle prove scritte, che se non oculatamente previsto potrebbe posticipare sine die le correzioni degli elaborati così da creare un'incertezza assoluta dei tempi e, cosa ancor più denegata, la circostanza in cui chi ha sostenuto la prova, non conoscendo l'esito, dovrebbe espletare in via cautelativa nuovamente lo scritto». «Per tali ragioni - sottolinea la nota - si chiedono specificazioni da parte del Ministero della Giustizia a garanzia delle tempistiche riguardanti la nostra categoria, ricordando che una soluzione di buon senso, attuata per tutte le altre professioni ordinistiche, potrebbe essere quella di un orale abilitante a distanza, non per facilitare alcunché bensì per garantire ai candidati e alle rispettive famiglie, il diritto alla salute e, al pari, il diritto al lavoro», concludono le associazioni. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA