Covid a Napoli, bambini positivi al Pausilipon: «Ma sono al sicuro con tamponi e sanificazioni»

Covid a Napoli, bambini positivi al Pausilipon: «Ma sono al sicuro con tamponi e sanificazioni»
di Ettore Mautone
Lunedì 26 Aprile 2021, 10:30 - Ultimo agg. 27 Aprile, 08:01
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Sale a sei il bilancio dei piccoli pazienti minori, tra ricoverati o transitati dall'Oncologia del Pausilipon, individuati positivi al tampone per Sars-Cov-2 durante i controlli in ospedale. Dallo screening seguito all'individuazione del primo caso sono emersi anche tre positivi nei genitori e quattro tra i sanitari, tutti asintomatici e questi ultimi anche vaccinati. «Casi emersi durante i controlli che effettuiamo in ingresso, in dimissione e durante il ricovero se si protrae per molto tempo - avverte Enzo Giordano, direttore sanitario del Santobono-Pausilipon che chiarisce che il reparto è stato svuotato e sanificato e che i controlli saranno intensificati con un tampone ogni 72 ore per i ricoverati e i dimessi costretti a tornare ogni 72 per le terapie. Disposto infine un maggiore distanziamento tra i pazienti individuando una stanza singola per le urgenze».

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Quando è stato individuato il primo caso?
«Il 16 aprile scorso, all'atto della programmata dimissione ospedaliera di un piccolo paziente che era stato ammesso con il proprio accompagnatore dopo un tampone naso-faringeo risultato negativo.

Lo dimettevamo in quanto a distanza di due giorni avrebbe dovuto sottoporsi a risonanza magnetica al Santobono. L'indagine diagnostica è risultata positiva per la presenza in entrambi (mamma e figlio) del virus Sars-Cov2».

E poi come vi siete regolati?
«La direzione dal 17 aprile ha disposto che tutti i pazienti ricoverati nell'Unità di Oncologia soggiornassero in stanze singole. Allo stesso tempo è stato prescritto il blocco dei ricoveri per cinque giorni, fatta eccezione per le urgenze. Sono stati dimessi i pazienti in condizioni cliniche stabili. Tutti i pazienti ed i relativi accompagnatori hanno effettuato tamponi ogni 72 ore fino alla dimissione».

Cosa è emerso dallo screening?
«Il resoconto delle positività segnala sei pazienti minori individuati di cui, come detto, uno trasferito al Policlinico Federiciano identificato come hub per il Covid dalle disposizioni regionali, e gli altri 5 dimessi a domicilio di cui due saranno a breve ospitati nel centro Covid pediatrico del policlinico da sottoporre a trattamento oncologico con il contributo del personale dipendente del Santobono-Pausilipon. Il 20, 21, 22 e 23 aprile è stato eseguito inoltre uno screening a tappeto con tamponi ripetuti sui contatti stretti e sul personale sanitario dipendente o transitato in ospedale. Test da ripetere a distanza di una settimana».

E tra genitori e sanitari quanti casi avete individuato?
«La positività degli accompagnatori ha riguardato tre genitori. Poi due infermieri dell'Unità di Oncologia più un dipendente di una ditta esterna, tutti regolarmente vaccinati. In occasione dello screening sono poi risultati positivi un medico anestesista ordinariamente impegnato al Santobono che aveva fatto un accesso presso il Pausilipon il 15 aprile ed un coordinatore infermieristico di una Unità diversa dall'Oncologia, entrambi precedentemente sottoposti a vaccinazione».

Come è potuto accadere?
«Il rilievo di casi di Sars-Cov-2 negli ospedali, in generale, non è un'evenienza rara purtroppo: può sempre accadere, nonostante i controlli che qui, come in altri nosocomi, facciamo a tappeto. Chiunque entra e viene ricoverato effettua un tampone molecolare in ingresso e in uscita e il personale è sottoposto a controlli periodici. Può sempre verificarsi una latenza, anche di vari giorni, tra contatto col virus, tampone negativo ma successivo sviluppo della positività all'infezione».

E gli operatori?
«Gli addetti all'assistenza e ai servizi sono tutti vaccinati e utilizzano sempre i dispositivi di protezione. È noto che i vaccini evitano lo sviluppo della malattia ma non sterilizzano una persona».

In che senso?
«Nel senso che chi è vaccinato con farmaci a Rna messaggero (Pfizer e Moderna, con cui sono stati immunizzati tutti i sanitari) nel 20-25% per cento dei casi può ospitare il virus in maniera asintomatica. Questa percentuale sale all'85 per cento nei vaccinati con vettore virale (AstraZeneca e Johnson)».

Da dove ha avuto origine il focolaio nella vostra Oncologia?
«Non possiamo saperlo, chiunque entra o esce dall'ospedale fa un tampone e questo ci ha consento di individuare il primo caso».

Avete ripreso i ricoveri?
«Si, il 20 e 21 aprile anche per cure urgenti. È stata intensificata la sanificazione degli ambienti comuni, delle degenze e dell'intero corpo ospedaliero». 

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