Calano i contagi in Campania e anche l’incidenza (numero medio dei casi positivi a Sars-Cov-2 contati in 7 giorni in rapporto a 100 mila abitanti) è in discesa, oggi sotto quota 100 (95 il dato di ieri in tutte le province, 101 a Napoli città). Uno scenario in cui, secondo i modelli previsionali utilizzati dall’Unità di crisi regionale, ben presto la maggior parte dei Covid center sarà svuotata ed entro giugno si passerà dunque in zona bianca.
Per accompagnare il ritorno alla normalità della rete assistenziale c’è un piano, attualmente allo studio dell’Unità di crisi regionale, che a Napoli passa per la riconversione di alcuni dei Covid center oggi attivi in città con il solo Cotugno che dovrebbe restare con il padiglione G a presidiare eventuali colpi di coda della pandemia (ma garantendo anche qui l’assistenza per tutte le altre malattie infettive, tubercolosi e Aids in testa, finora trascurate e relegate a cure domiciliari o territoriali) mentre il Monaldi dovrebbe diventare presto Covid free. Un piano a cui stanno lavorando i singoli manager e le direzioni sanitarie ma da mettere a punto nei dettagli in maniera collegiale. Dopo una prima disamina della questione affrontata nel corso della riunione dell’Unità di crisi che si è tenuta mercoledì ora si attende un confronto tecnico da svolgere in presenza tra i direttori generali di Cotugno, Cardarelli, Policlinici e della Asl Napoli 1.
La prima urgenza è restituire il San Giovanni Bosco alla città e alle piene funzioni ordinarie.
Sullo stesso solco si muove il manager dell’Azienda dei colli Maurizio Di Mauro il cui primo obiettivo è svuotare il Monaldi da malati di Coronavirus per ridare piena operatività alle chirurgie. Falsariga seguita infine dal direttore del Cardarelli Giuseppe Longo che ha circa 150 posti letto oltre che un’unità di Osservazione adiacente al pronto soccorso da restituire all’utenza ordinaria. I reparti Covid occupano il padiglione delle Ortopedie, la Week surgery oltre a un intero piano della Chirurgia generale. Qui il ritorno alla normalità passa anche per un piano di riorganizzazione del pronto soccorso attualmente al vaglio della parte sindacale ma per grandi linee ormai definito. Finora non si è ancora parlato del personale ma sono decine le unità specialistiche di Anestesia e di altre specialità prestate all’assistenza dei malati Covid da riportare nelle corsie di provenienza.