Covid a Napoli, è finito l'assedio del virus: «Il peggio è alle spalle, rianimazioni svuotate»

Covid a Napoli, è finito l'assedio del virus: «Il peggio è alle spalle, rianimazioni svuotate»
di Ettore Mautone
Sabato 5 Febbraio 2022, 09:00 - Ultimo agg. 6 Febbraio, 09:27
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Contagi finalmente in calo a Napoli: l'incidenza dei nuovi casi Covid ha finalmente tirato il freno. I malati in ospedale, in particolare nelle aree critiche, iniziano a scemare. Le corsie si svuotano e le rianimazioni respirano. Solo le degenze Covid di medicina e di malattie infettive sono ancora sotto pressione ma non tanto per le polmoniti provocate da Sars-Cov-2 quanto soprattutto per la presenza di malati afferenti alle altre discipline specialistiche, mediche e chirurgiche in cui si sovrappone anche la positività al virus. Malati che pertanto vanno accolti in aree contumaciali, in percorsi separati da quelli riservati ai pazienti indenni dal virus. Sullo sfondo resiste ancora soltanto la scia lunga dei decessi provocati soprattutto dalla variante Delta che ha colpito duro sin dallo scorso autunno ma ora messa all'angolo dalla cugina Omicron. «A dipingere l'attuale scenario epidemico hanno contribuito più fattori - sottolinea Ciro Mauro, direttore del dipartimenti di emergenza e urgenza del Cardarelli - le decine di migliaia di vaccinazioni effettuate con la terza dose, l'uso delle mascherine Ffp2 anche all'aperto, i controlli del green pass e infine i tanti contagiati che si sono contati negli ultimi due mesi quando un napoletano su 20 era positivo». 

La lunga ondata Omicron sta per esaurirsi: il tasso di occupazione dei posti letto in rianimazione, alimentato dai contagi di Natale e Capodanno, è iniziato a calare dal 25 gennaio quando quasi la metà delle 102 unità di rianimazione occupate erano a Napoli, distribuite tra 24 unità sature al Cotugno, 10 posti pieni ai Policlinici, 8 posti del Loreto e i 16 dell'ospedale del mare che sfioravano l'orlo.

Oggi l'occupazione è dimezzata con soli 3 posti impegnati nella terapia intensiva del Loreto e uno all'Ospedale del mare mentre sono ancora 22 su 24 al Cotugno-Monaldi e 5 su 8 al Policlinico che raccolgono un'utenza da tutta l'area metropolitana. Certo, al Loreto sono ancora 47 i posti occupati su 50 nelle degenze e 47 su 47 all'ex day surgery dell'Ospedale del mare a cui si aggiungono 37 su 55 posti per la aree specialistiche al San Giovanni Bosco ma sono pazienti che non hanno la classica polmonite da Covid, fragili soprattutto per età e altre patologie. 

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«Abbiamo un solo paziente in terapia intensiva Covid su sedici posti disponibili all'Ospedale del Mare - conferma il manager della Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva ai microfoni di Radio Crc - stiamo valutando la possibilità di congelare i posti letto nell'intensiva Covid dell'Ospedale del Mare per spostare gli anestesisti nelle sale operatorie e riprendere le attività chirurgiche. Le luci, però, restano accese e le macchine pronte: ove si dovesse verificare la necessità, i posti letti ci sono e in pochissimi minuti li rimettiamo a disposizione dei pazienti». I dati della pandemia si consolidano dunque in discesa e i numeri assoluti segnalano patologie meno gravi. «Stiamo ricominciando a parlare di sanità come è necessario per i cittadini - conclude il direttore della Asl Napoli 1 - purtroppo abbiamo ancora le degenze ordinarie Covid piene ma questo dipende dal fatto che esistono persone ricoverate per altre patologie e che al tampone di controllo si rivelano positive da curare in percorsi separati». 

Anche il saldo tra nuovi positivi e guariti è da giorni stabilmente a favore di questa seconda voce: ieri i nuovi positivi in città sono stati 1.464 a fronte di 2.165 guariti e una platea di casi attivi di circa 31 mila persone mentre il 30 gennaio erano 10 mila in più. Anche dalle scuole arrivano segni incoraggianti e dopo l'escalation di 7 giorni fa si registra ora un netto calo. «L'adattamento del virus all'uomo è la novità intervenuta con Omicron - spiega Giampiero Nitrato Izzo, ematologo dell'Ospedale del mare e delegato della Uil medici - i nuovi farmaci antivirali consentono cure precoci a domicilio. Bisogna andare verso la totale e rapida ripresa delle attività ospedaliere ordinarie e restituire alla rete dei pronto soccorso San Giovanni Bosco e Loreto». «Le principali urgenze - conclude Lino Pietropaolo, dirigente medico di Ginecologia all'ospedale del mare e neo eletto segretario regionale della Cisl medici - sono nel recupero delle liste di attesa e nel rilancio dell'assistenza del territorio. Bisogna partire dall'alleggerimento degli impegni amministrativi dei medici di famiglia e investire sul personale. È irrinunciabile un piano Marshall sulle assunzioni e sulle borse per le specializzazioni di giovani medici con cui ripopolare le corsie». La Cgil medici, infine punta il dito sulla grave situazione in cui versano i pronto soccorso e le aree di emergenza. 

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