Covid a scuola, flop tracciamenti in Campania e il virus torna a girare

Covid a scuola, flop tracciamenti in Campania e il virus torna a girare
di Ettore Mautone
Mercoledì 3 Novembre 2021, 23:50 - Ultimo agg. 25 Marzo, 09:16
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Screening carenti, porte e finestre delle aule che d’inverno fatalmente si chiudono, le molte ore trascorse insieme da ragazzi che tendono a socializzare anche fuori dalle mura scolastiche. E poi distanziamento e aerazione insufficienti, mascherine che vanno e vengono durante le pause snack, pochi vaccinati nella fascia di età dai 12 ai 19 anni ad alta interazione sociale (in Campania immunizzati con le due dosi solo per il 64,7 per cento con quasi 180 mila ragazzi che non hanno ancora fatto il vaccino, nessuno, sotto i 12 anni). Infine il personale scolastico, docenti e tecnici, che a distanza di 6 mesi dall’ultima puntura (da molti praticata con AstraZeneca) hanno difese in calo e rischiano di trovarsi scoperti di fronte alla pressione esercitata da varianti virali a maggiore contagiosità. Sono queste le premesse su cui il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca fonda l’accelerata impressa in questi giorni con il via alla somministrazione delle terze dosi al personale scolastico e delle università da completare entro novembre e da sovrapporre ai richiami in corso per i pazienti fragili e il personale sanitario. 

Ma qual è la situazione epidemiologica nelle scuole? Il quadro è frammentato anche territorialmente. I rilievi dei tamponi salivari di screening - che prevedono circa 10 mila test molecolari ogni mese diluiti nelle scuole “sentinella” delle varie Asl - finora hanno dato esiti con pochissimi positivi. Diverso lo scenario disegnato invece nei tracciamenti condotti dai dipartimenti di prevenzione nel corso delle ordinarie attività di sorveglianza delle Asl. Un quadro in chiaroscuro. Preoccupa soprattutto la situazione di Caserta e Salerno. In Terra di Lavoro la Asl su 3.734 richieste di tracciamento ricevute negli ultimi 15 giorni ha visto accendersi 233 spie rosse per altrettanti positivi al tampone molecolare con almeno un paio di focolai più consistenti a Cesa dove hanno chiuso una scuola media e una elementare. Difficile decifrare, nella concatenazione dei contagi, chi contagia chi: se i docenti vaccinati gli alunni che non lo sono o viceversa come è più probabile. Nel comprensorio salernitano i salivari sono partiti in ritardo per consentire l’adeguamento del laboratorio di riferimento posizionato al Ruggi. Nello screening su 800 campioni di saliva non è emerso nessun positivo me se guardiamo ai dati epidemiologici complessivi emerge che il grosso dei contagi giornalieri (106 ieri) sono collegati al mondo scolastico, con alcuni focolai partiti da Centola e Padula dove una stessa insegnante asintomatica avrebbe diffuso il virus. Nel mirino anche un’altra docente no vax che senza indossare la mascherina avrebbe contratto il virus a scuola e poi finita in ospedale dove è stata curata con i monoclonali. Qui un altro vettore pare sia stato il bus della scuola. In totale si contano 160 i contagi nell’ambito della popolazione scolastica salernitana di cui una decina sparsi nel capoluogo, 30 a Nocera, altrettanti in Costiera. 

Il virus continua dunque a marciare nonostante la copertura vaccinale ma senza causare gravi danni e muovendosi sostanzialmente sotto traccia fino a colpire i più deboli e i meno protetti. «Mascherine, distanziamento, precauzioni e aumento delle coperture vaccinali le armi da imbracciare per difendersi» suggeriscono gli epidemiologi delle Asl.

Analoga la situazione a Napoli: dei salivari abbiamo già detto (un solo caso individuato all’istituto Kennedy) mentre dai tracciamenti effettuati nel mese di ottobre, si è passati dal rilievo di 47 casi all’inizio dello scorso mese e una ottantina dell’ultima settimana.

Nell’ultimo monitoraggio, concluso il 2 novembre, si contano 85 casi (contro gli 82 della settimana precedente e gli 87 di 15 giorni prima) di cui 7 a carico della scuola dell’infanzia, 30 della primaria, 27 alle medie e 21 alle superiori. I contagi si concentrano nella popolazione studentesca mentre si contano sulle dita di una sola mano quelli individuati nel personale docente, ancora meno in quello non docente, evidentemente tutti vaccinati. Sul territorio della Asl Napoli 2 nord i numeri parlano di 12 focolai epidemici (i più estesi a Qualiano e Acerra), 14 classi isolate, 230 contatti in quarantena. A sud est di Napoli l’unico focolaio (Asl Napoli 3 sud) è a Lettere con 17 contagi e scuole chiuse fino a domani. Ad Avellino poi scuole chiuse a Cervinara e screening di massa per oltre 130 persone. Pochissimi i casi nel Sannio. 

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Il virus insomma continua a circolare e lo fa anche nelle scuole, sebbene tenuto sotto la superficie dai vaccini. Sars-Cov-2 predilige, ovviamente, il canale degli alunni non vaccinati. «Circolazione virale che avviene anche grazie a modalità di trasmissione - spiega Luigi Atripaldi, direttore della microbiologia del Cotugno di Napoli - che ormai la comunità scientifica ha chiarito essere legata più all’aerosol, che si accumula e si diffonde al chiuso, anche da una stanza all’altra, che tramite i doplets di saliva da cui ci si difende col distanziamento. Rari i contagi anche tramite il contatto con le superfici contaminate. In questo senso l’aerazione dei locali e il corretto e costante uso delle mascherine di qualità e filtraggio adeguati, indossate anche quando si è da soli, sono fondamentali per la prevenzione. Il lavoro di processamento molecolare dei campioni salivari sta andando un po’ a rilento rispetto alla tabella di marcia fissata dal ministero. Un problema che riguarda molte regioni. Come Cotugno siamo in grado anche di raddoppiare i test effettuati ogni settimana. Noi copriamo le tre Asl napoletane e dobbiamo consegnare al ministero 6 mila tamponi al mese». 

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