Scudetto Napoli, dal corno al dal cane con la maschera di Osi: «Così sfidiamo la sorte»

I riti scaramantici in attesa della partita di stasera

Una tifosa in attesa del match
Una tifosa in attesa del match
di Antonio Menna
Mercoledì 3 Maggio 2023, 23:37 - Ultimo agg. 4 Maggio, 18:20
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È la grande festa di Napoli, la partita con l’Udinese di stasera. Ci si raduna tra familiari, amici, in casa, per strada, allo stadio. Bandiere, magliette, striscioni e trombe. L’importante è stare insieme, un po’ come all’ultimo dell’anno. «La vedrò a casa - dice il magistrato Catello Maresca, consigliere comunale di opposizione -, insieme a un paio di amici di comprovata fede calcistica napoletana. Metterò la maglietta delle grandi occasioni, targata Buitoni, quella dell’epoca di Maradona e la solita sciarpa. Le bandiere azzurre già sventolano fuori al balcone e con gli amici del parco abbiamo preparato la festa per i bambini. Si riscrive la storia». 

«La vedo stasera a Capodimonte, in famiglia ma probabilmente anche con un gruppo di amici - dice il consigliere di maggioranza Gennaro Acampora, capogruppo Pd -. Io sono stato abbonato in curva B, nei periodi della serie C. Non sono tifoso ma malato del Napoli. C’è una gran voglia di fare festa. La mia generazione è quella che gli altri scudetti li ha solo visti in videocassetta. Ce la vogliamo godere tutta. Stasera indosserò la sciarpa che è sempre venuta con me allo stadio, da 20 anni, e una felpa grande, vecchia, con la scritta Napoli. E domenica sarò allo stadio». «Sarò tutto il giorno con le mamme che stanno cucendo le bandiere - dice Anna Riccardi, presidente della Fondazione Famiglia di Maria -. Il gruppo delle sarte. Le indosseremo prima della partita, stasera ci saluteremo un po’ più tardi del solito orario, canteremo nel cortile dalla Fondazione. Poi guarderò la partita con i miei nipoti, mi sarebbe piaciuto andare in centro ma abbiamo preferito stare nel parco dove abitiamo, c’è un megaschermo, la guarderemo insieme. La cosa bella è che si fa comunità, si fa festa». «Purtroppo io non sarò a Napoli - dice l’attrice Miriam Candurro -, sono nel Lazio per girare un film, a Santa Marinella e all’ora della partita sono sul set. Potete immaginare con che gioia. Sono una tifosa doc! Indosso sempre e solo la maglia Buitoni anni Ottanta, per me la maglia è quella. Soffrirò come una matta a stare lontana dalla tv e dalla città, chiederò alla produzione di farmi sapere almeno come starà andando».

«Per stasera, tutto pronto a casa mia – dice il giornalista Sandro Ruotolo, ex senatore - Menù napoletano: parmigiana, mozzarella, pane cafone. Con Gaetano Quagliariello, altri parlamentari del Club Napoli: saremo 10-15. Ho fatto fare uno striscione di sei metri, alto un metro, con Maradona, 3 scudetti, Kvara e Oshi e dietro la città di Napoli, con la scritta 33 anni di passione. Casa mia è piena di ricordi. Ho autografi di Maradona, Hamsik, Cavani, ho maglietta del Napoli per la morte di Diego, l’ho messa in un quadro. Io sono iscritto al Napoli club Bologna nella sede intitolata a Giancarlo Siani».

«Normalmente vedo la partita con mia figlia di 15 anni - dice il senatore della Lega, Gianluca Cantalamessa - Con la Salernitana abbiamo fatto l’errore di invitare gente e non lo ripetiamo. Ho un mare di riti propiziatori che però non dichiaro per non vanificarne la forza. La cosa curiosa è che mio figlio di 17 anni, l’estate scorsa, mi ha chiesto in caso di vittoria dello scudetto per il Napoli di farci un tatuaggio insieme. Io non ne ho mai avuto uno e, pensando fosse difficile, gli dissi di sì. Ma dovrò farlo». «Stasera vedrò la partita a casa con la mia compagna e un mio amico di infanzia, Cerozzo ‘o chiattone - dice Daniele Sanzone, scrittore e cantante degli ‘A67 -. Poi domenica andrò allo stadio per Napoli-Fiorentina con Cerozzo e altri amici per festeggiare insieme ai nostri leoni». «Ho un rituale articolato - dice l’ex vicesindaco Raffaele Del Giudice, ambientalista - famiglia schierata in formazione completa, gatta compresa, nonna Lucia alla preparazione delle mitiche polpette “forza Napoli”, i tre figli in attacco, magliette e postazioni divano, sempre le stesse, io indosso la mia cravatta di antiche battaglie. Infine impegno in famiglia: con lo scudetto, piantiamo un alberello da qualche parte». «Vedrò la partita a casa mia - dice il presidente Eav, Umberto De Gregorio - con un occhio al televisore e due orecchie sintonizzate sulle chat della Prefettura e dell’Eav per essere aggiornato in tempo reale su cosa accade nelle stazioni e sui treni presi d’assalto dai tifosi. Scaramanzia? Non serve più, si tratta solo di aprire la bottiglia di spumante!». 

«Oggi sono a Milano - dice Viola Ardone, scrittrice - per un incontro con i detenuti di San Vittore, si parlerà di lettura, di storie ma a questo punto anche un po’ di calcio. In fondo in calcio è una forma molto articolata di narrazione e al tempo stesso basica: chi vince e chi perde. Anche i romanzi funzionano così. Stasera guarderò partita e città nella mia stanza d’albergo, un po’ da emigrante. Fate “comme si ‘mmiez’a vuje stesse pur’io”, direbbe Mario Merola». «La mia vita è sempre stata scienza e scaramanzia, “non è vero, ma ci credo”, ma quest’anno è solo scienza, nessuna scaramanzia - dice il professore Antonio Pescapè, direttore della Digita Academy -.

Siamo troppo forti, non ce ne è per nessuno. Con l’Udinese quindi stesso schema di domenica con la Salernitana, con mia moglie e i miei figli per strada tra la gente, con gli amici con cui ci siamo dati appuntamento. Questo è lo scudetto di Napoli, e si festeggia a Napoli con Napoli». 

«La partita con la Salernitana l’ho vista allo stadio - dice il regista Francesco Patierno -, sono venuto apposta da Roma e devo dire che sono rimasto scioccato dai disservizi del trasporto pubblico. Stasera resterò a casa, con un bicchiere di vino. In noi napoletani, la festa è sempre un nodo in gola. Sembra ogni volta che debba arrivare qualcosa all’ultimo momento a impedircela. Stavolta, però, no. Mi piace molto l’idea di mettere al balcone due bandiere: una per me e una per chi non c’è più. La seconda bandiera, stasera, è per mio padre». «Sarò con mio figlio al Maradona - dice il direttore dell’Asl Napoli Uno, Ciro Verdoliva -. Per noi è una tradizione, così come lo è stato per me e mio padre a suo tempo. Come molti, indosso sempre qualcosa di azzurro. Per stasera ho già pronto un vestito con i colori della squadra. La cosa più importante, prima delle partite che contano, vado a salutare Drago. È un asinello che abbiamo adottato al Frullone, arrivato nell’autunno scorso. Lui è il vero porta fortuna a giudicare da come è andata la stagione. La mia festa, invece, è per strada, ma non immaginatevi chissà cosa. Comunque sarò molto impegnato a coordinare il Piano per far fronte a ogni possibile emergenza». 

 

«Guarderò la partita da mia sorella, senza mia madre! - dice Mirea Flavia Stellato, attrice, content creator seguitissima su Instagram -. Perché appena mia madre parla durante una partita segna l’avversario. È un sacrificio che faccio per la comunità. La pizza è obbligatoria. Non indosso in genere magliette... però mi vedrete per le strade di Napoli vestita da cheerleader con tanto di pon-pon azzurri!». «In libreria siamo sul tema da giorni: angoli dedicati al Napoli, addobbi - dice Alberto Della Sala, direttore di Iocisto, al Vomero -. La partita, invece, la vedrò a casa, purtroppo senza i miei figli. Uno vive in Messico e una a Milano. Erano venuti domenica scorsa, pensando ci fosse la grande festa ma sono dovuti ripartire. Festeggio io anche per loro». 

«Anche chi come me non segue il calcio con costanza non potrà esimersi dal partecipare – dice Maria Luisa Iavarone, professoressa universitaria di Pedagogia e fondatrice dell’associazione Artur -. Un rituale propiziatorio? Preparerò il “cozzetiello con le polpette”! Durante una partita di campionato mio figlio Arturo mi chiese di preparagliene uno e il Napoli fu stupendo. Lui è convinto che funzioni e allora cozzetiello for ever!». «Vedrò la partita a casa di mio fratello Toto al Vomero, come abbiamo fatto anche nella partita precedente - dice il pizzaiolo Gino Sorbillo -. Conserviamo qualche rito scaramantico, un gobbetto nascosto all’ingresso, e del peperoncino negli angoli. Per la festa, scendiamo in strada al Vomero e poi a piedi nei Quartieri Spagnoli». «La partita la vedrò con il solito gruppo di amici del “borghetto” dove abito. - dice Sandro Cuomo, olimpionico di scherma -. Abbiamo visto tutto il campionato a casa mia sul maxi schermo e squadra che vince non si cambia! Poi si festeggia in strada a condividere con tutti i napoletani questo momento magico per la città. Uno dei miei più cari amici è venuto da Washington appositamente». 

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«La partita la vedrò a casa con mio figlio e con mia moglie diventata ormai super tifosa e in particolare di Raspadori e in collegamento telefonico con mia figlia che è a Roma - dice l’ex deputato Paolo Siani, pediatra -. A metà partita come sempre commento tecnico telefonico con i miei cugini con cui andavo a vedere allo stadio il Napoli dei primi due scudetti. La sciarpa del Napoli club Bologna (intitolata a Giancarlo) è vicino alla tv e sul divano c’è ormai da due settimane il cuscino di Oshimen. Fuori al balcone bandiera del Napoli ormai fissa da domenica. E poi, tutti in strada». «Io vado a Udine, allo stadio, sono stato invitato da un amico carissimo - dice il campione di pallanuoto, Franco Porzio - e devo essere allo stadio perché c’ero anche nel 1987 e nel 1990. I riti me li porto dietro da atleta, da giocatore. Quello che facevo da atleta lo faccio anche da tifoso. Se vuoi essere uno sportivo devi essere scaramantico, perché ti fa scendere la tensione, aiuta psicologicamente. È un momento unico e irripetibile per i napoletani: indimenticabile». 

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