«Dal disegno al cinema, così abbiamo creato Gatta Cenerentola»

«Dal disegno al cinema, così abbiamo creato Gatta Cenerentola»
di Rossella Grasso
Lunedì 2 Ottobre 2017, 22:59 - Ultimo agg. 3 Ottobre, 00:20
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Sono partiti da un'idea che poi è diventata uno schizzo di matita su carta. Tre anni dopo Alessandro Rak, Dario Sansone, Marino Guarnieri e Ivan Cappiello hanno proiettato sul grande schermo «La Gatta Cenerentola», un film che è piaciuto a tutti. Un lavoro che ha coinvolto, oltre ai registi, 11 animatori, che hanno modellato e animato al pc quelli che in prima battuta erano solo disegni sulla carta. Il team è lo stesso de «L'arte della felicità»: per alcuni di loro è solo la seconda esperienza da animatore eppure hanno prodotto un piccolo gioiello dell'animazione. Ci sono voluti anni di lavoro perchè a partire dalla sceneggiatura fino allla caratterizzazione dei personaggi alle musiche, tutto è stato un continuo evolversi man mano che procedeva il lavoro.
 



«Abbiamo riempito lo studio di schizzi, disegni ed immagini, sia stampati che fatti a mano - racconta Alessandro Rak - Le nuove tecnologie rendono meno differente lavorare su carta o in digitale. Queste prime immagini permettono la creazione di un immaginario e da qui si crea il film». Sulla base di questi schizzi si realizzano dei modelli tridimensionali, qualcosa che si potrebbe toccare con mano, non fosse per il fatto che sono intrappolati nel pc. «Si possono girare e osservare a 360° - continua Rak - sia i personaggi che le scenografie, quelle che io chiamo le bambole e la casa delle bambole. Quello che rimane da fare è giocarci: animarli, dargli vita, farli corrispondere alla recitazione». Il doppiaggio ha preceduto l'animazione. L'attore non ha visto nulla di quello che il personaggio avrebbe fatto in quel momento. Si è discusso prima con gli sceneggiatori e con il direttore del doppiaggio, poi si è passati alla recitazione e infine la voce degli attori è diventata una linea guida per l'animazione. Primi di mettersi all'opera il team di Gatta Cenerentola ha studiato approfonditamente le tecniche di animazione da adottare. «Per esempio - spiega Rak - a noi non interessava riprodurre l'effetto 'puppazzo' come fa la Pixar, ma rendere quanto più verosimile il disegno».  

«Non abbiamo proprio fatto lo storyboard - ha detto Masrino Guarnieri - che è una cosa classica dei film di animazione, siamo passati direttamente alla fase successiva che è quella di impostare i personaggi. In effetti il nostro storyboard è come se fosse già un pezzo di animazione». Dopo aver animato ogni singola clip il gruppo di animatori ha messo insieme tutto il film.

Grande importanza ha avuto anche la scelta delle colonne sonore. «Ogni canzone - spiega Dario Sansone - suggerisce un'atmosfera e serve a sottolinearla.
Addirittura in alcuni casi, come per Francesco Di Bella con la canzone 'na bella vita' che è stata ricantata da Ilaria Graziano, abbiamo cambiato leggermente il testo per venire incontro alla drammaturgia del film. Per Gatta Cenerentola la musica è importante come i personaggi e noi abbiamo provato a fare un ponte tra la tradizione e la modernità». 

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